L'INFN dice no alle stabilizzazioni di ricercatori e tecnologi
L’Ente vuole stabilizzare solo tecnici e amministrativi, però tutti. Ancora nessuna risorsa per l’art. 54 (progressioni di livello IV-VIII). Se si continua così sarà inevitabile la rottura delle relazioni sindacali.
L'INFN ci ha consegnato le bozze del Regolamento del Personale e del ROF (regolamento organizzazione e funzionamento) e la lettera con cui il Mef rigetta l'ipotesi di accordo per il personale I-III.
Nei prossimi giorni inoltreremo una nota della FLC CGIL riguardo a questi due argomenti, in cui faremo le nostre osservazioni. Vorremmo però evitare che per l'ennesima volta le nostre osservazioni cadessero nel vuoto, come accaduto per lo Statuto o il precedente Piano Triennale. Se si dovesse ripetere lo stesso atteggiamento non saremo più disponibili a questa farsa.
Precariato
L'INFN non si muove dalla posizione assunta prima dell'estate: nessuna stabilizzazione per i Tecnologi e i Ricercatori (rispettivamente 67 e 21 lavoratori) e stabilizzazione per i soli tecnici e amministrativi (circa 84 lavoratori).
Una posizione che per la FLC CGIL è inaccettabile!
Dopo anni di blocco delle assunzioni, contro cui la dirigenza INFN si è sempre lamentata perché non poteva assumere il personale (soprattutto ricercatori e tecnologi), costringendo (a detta del management INFN) l'Ente a stipulare contratti a tempo determinato, generando precariato di lungo corso, con il d.lgs 75/2017 (riforma Madia) viene data la possibilità agli Enti di ricerca di sanare questa situazione assumendo coloro che:
- siano in servizio dopo il 28 agosto 2015
- abbiano maturato al 31 dicembre 2017 almeno tre anni di tempo determinato (negli ultimi 8 anni)
- abbiano superato una selezione.
Cosa fa l'INFN? Non si avvale di questa norma per Ricercatori e Tecnologi. Sapendo che oltre l'80% degli aventi i requisiti per la stabilizzazione hanno anzianità di servizio che superano i 7 anni (senza contare gli anni di borse e contratti atipici) con punte che arrivano a 15 anni.
Un atteggiamento scandaloso nei confronti del personale e un modo di gestire l'Ente pubblico che non trova eguali in tutta la pubblica amministrazione.
Questa decisione non potrà passare sotto silenzio. Informeremo il Ministero della Funzione Pubblica e il Ministero dell'Istruzione di come l'INFN voglia perseverare nel precariato di lungo corso nonostante, l'Europa prima e il legislatore poi, abbiano deciso (attravero moratorie e leggi) che si doveva superare il precariato nella pubblica amministrazione. L'INFN interpreta tutto questo volendo licenziare i Ricercatori e i Tecnologi che non gradisce.
Questa denuncia non si limiterà alle lettere, ma si sta lavorando ad una iniziativa di protesta presso i Ministeri per denunciare pubblicamente questo modo di operare. Un primo appuntamento sarà insieme ai precari del CNR il 4 ottobre 2017 con un presidio presso il MIUR.
I precari dell'INFN dovranno far sentire la propria voce alla Ministra e denunciare questo atteggiamento scandaloso da parte dell'INFN.
Abbiamo chiesto all'INFN che ci vengano forniti gli elenchi (con i nomi) dei precari e la loro storia: è un diritto sapere chi sono queste persone, che contratti hanno e dove lavorano.
Il personale deve mandare un messaggio forte e chiaro all'INFN: c'è la legge Madia e va applicata a tutto il personale INFN! Non sono solo i sindacati a chiederlo. Le stabilizzazioni vanno fatte anche per i Ricercatori e i Tecnologi.
Progressioni di carriera (artt. 54 e 52)
Per quanto riguarda l'art. 52 (passaggi di profilo), l'Ente ancora non sa dare una risposta. Uno stallo che non trova spiegazioni, stante il fatto che non ha costo e che darebbe una (parziale) risposta almeno ad una parte di personale. Continuiamo a insistere con la richiesta che si faccia il bando per i passaggi di profilo e, visti i gravi ritardi dell'amministrazione, accolga tutti gli aventi diritto.
Riguardo l'art. 54 si attendeva l'inconto del 14 settembre per sapere con certezza a quanto ammontassero i risparmi da utilizzare per le progressioni di carriera per tecnici e amministrativi. Con grande stupore scopriamo che le ipotesi fatte dalla delegazione trattante prima dell'estate vanno decurtate del 37%. La delegazione ci ha informato che, dopo un calcolo preciso, le risorse per bandire l'art. 54 ammontano alla "stratosferica" cifra di 220 K€, che vorrebbe dire fare circa 60 progressioni di carriera.
Impossibile accettare questa situazione!
Avevamo presentato una nota (già il 24 aprile scorso) in cui spieghiamo i passaggi che l'INFN deve fare per poter aumentare le risorse e poter bandire un numero sufficiente di progressioni di carriera, sfruttando la normativa (contratto e legge) presente oggi. E' un impegno che deve prendersi l'INFN nella stesura del piano triennale con un capitolo ad hoc, per poi attuare attraverso il contratto di lavoro e l'automia dell'Ente data dal d.lgsl 218/2016, passando per la chiara determinazione dei posti di fabbisogno da inserire nella tabella del PTA 2018-2020, che non può non essere concordata con le organizzazioni sindacali. Un ulteriore atto unilaterale da parte dell'Ente determinerebbe la defiitiva rottura delle releazioni sindacali da parte della FLC CGIL.
E' chiaro a tutti che per fare ciò serve la volontà dell'Ente di mettere mano a questa grave situazione e percorrere tutti i passaggi necessari per una soluzione che sia accettata dal personale. Invitiamo tutti a rileggersi la lettera del Presidente Ferroni del 28 aprile scorso a tutto il personale: nulla di tutto ciò è stato fatto.
Ci appare sempre più chiaro che l'INFN non voglia le progressioni di carriera. Una smentita a questa nostra supposizione dovrà arrivare dal piano triennale 2018-2020, già nella sua presentazione a Cagliari del 13 e 14 ottobre prossimi, non solo a parole ma con numeri nelle tabelle di fabbisogno.
Come FLC CGIL abbiamo già scritto che non contratteremo più nulla fino a quando non ci sarà una risposta sulle stabilizzazioni (per noi dovranno rientrarci anche i ricercatori e i tecnologi) e sull'art. 54 (con numeri adeguati dopo 8 anni di blocco).
Non vorremmo che la posizione assunta dalla delegazione INFN ci costringesse ad abbandonare il tavolo di trattativa e intraprendere una stagione di mobilitazione per dare una risposta ai bisogni del personale.
Nei prossimi giorni contatteremo le altre organizzazioni sindacali per proporre un percorso comune. Pensiamo che il personale non abbia più il tempo e la pazienza di aspettare: stabilizzazioni e progressioni di carriera sono una priorità. Anche all'INFN, anche per l'INFN.