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L’INVALSI e l’elezione “guidata” del componente elettivo del CdA

Interessa alla Ministra Fedeli quello che succede all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione?

22/07/2017
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Con un colpo di mano il CdA dell’INVALSI, con il sostegno del Direttore Generale, si è fatto indire le elezioni del terzo componente del CdA, quello previsto dal DLgs 218/16 di nomina elettiva e rappresentativo della comunità scientifica interna, dalla Direzione degli ordinamenti scolastici del MIUR, organo vigilante dell’INVALSI. Il tutto senza che sia ancora stato emanato il nuovo Statuo, che come da DLgs 218/16 è ancora sottoposto all’iter di modifica per recepire le novità introdotte dal decreto e non è quindi ancora pubblicato né sul sito istituzionale dell’Ente, né in Gazzetta Ufficiale, come prevede l’articolo 4 del DLgs 218/16.

Giova ricordare al riguardo che, la norma del Decreto in questione (l’articolo 2, comma 2) era stata bellamente dimenticata in una prima versione di revisione dello Statuto e poi interpretata erroneamente dall’INVALSI, che solo grazie al confronto con le organizzazioni sindacali (per il quale ringraziamo i vertici per averlo consentito, visto che da qualche altra parte, questo minimo elementare diritto al confronto viene disatteso) ha visto la sua stesura corretta: ovvero un CdA di tre componenti, di cui uno di nomina elettiva e rappresentativo della comunità scientifica interna.

Quindi il MIUR “ha imposto” all’INVALSI (o l’INVALSI si “è fatto imporre”) di procedere all’elezione del III componente del CdA, adottando come scusa l’imminente apertura da parte del ministero della procedura di rinnovo dei vertici – Presidente e CdA – che come da DLgs 213/09 sono in scadenza, senza che sia stato approvato ancora il nuovo Statuto; come se l’iter di approvazione previsto dalla norma fosse un inutile fastidio! Potere del vigilante, che quando vuole si gira dall’altra parte, ma quando vuole impone di derogare il rispetto delle norme di legge. O potere del vigilato che quando vuole esercita la sua autonomia, facendosi imporre quello che “preferisce” fare.

Questa dissertazione può sembrare stucchevole, ma balza agli occhi per la contraddizione del comportamento ministeriale sull’argomento. Infatti, l’Ente per cosi dire gemello dell’Invalsi (gemello perché vigilato dallo stesso Ministero e dalla stessa direzione degli ordinamenti scolastici), cioè l’INDIRE, proprio in questi giorni ha completato la sua procedura di nomina dei nuovi vertici (come da decreto DLgs 213/09) e il Ministero ha provveduto, con propria determina, a nominare il Presidente e gli altri due componenti di nomina ministeriale del CdA, secondo quanto previsto dal “vecchio” statuto, anch’esso in fase di revisione ai sensi del DLgs 218/16. Quindi, anche l’INDIRE è in fase di revisione del proprio Statuto, ma la Direzione del MIUR, in un caso impone una deroga alla norma legislativa ed esige che si proceda subito alle elezioni del componente mancante in difetto di giurisdizione; nell’altro caso, consente che si insedi un CdA secondo le regole in vigore, visto lo Statuto ancora non modificato, lasciando all’Ente la libertà di procedere successivamente, sulla base della revisione dello Statuto che sarà, all’elezione del componente elettivo alla fine dell’approvazione del nuovo Statuto (giustamente diciamo noi).

Alla luce di ciò è lecito pensare che il MIUR si sia mosso sollecitato dall’INVALSI per altri scopi che non quello di consentire l’insediamento “perfetto” del CdA con i tre componenti al completo (non sarebbe stata la prima volta per un CdA, il dover operare in regime di incompletezza dell’organo, per mancanza di un componente). Pensiamo che sacrificare la corretta attuazione della norma sia stato dettato dalla necessità di non intaccare gli equilibri di potere consolidati nel CdA, rafforzando in questo modo una rappresentazione dell’INVALSI che prevede una mission piegata ad alcuni interessi specifici, fortemente voluti e sostenuti da “pezzi” del Ministero, a svantaggio di altri possibili orientamenti che l’Ente avrebbe potuto preferire se fosse nelle condizioni di esercitare fino in fondo l’autonomia di cui la legge lo ha dotato. L’accelerazione sul meccanismo elettorale denota però un certo nervosismo, evidentemente il risultato non sarebbe stato certo se si fosse consentito un confronto ampio e democratico; se insomma c’è stato bisogno di disattendere la norma, di ridurre gli spazi del confronto con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali, di stracciare la Carta Europea dei Ricercatori e con essa il DLgs 218/16, di ridurre la platea degli elettori passivi, di non ascoltare la comunità scientifica interna, di indire e tenere le elezioni come un vero e proprio blitz in poco più di una settimana, e tante altre brutture, che dovrebbero essere evitate da un Ente di Ricerca che vuole ergersi a VALUTATORE e quindi SUPER PARTES del sistema scolastico.

Adesso saranno soddisfatti i portatori d’interessi che si celano dietro questa operazione, si potranno ad esempio gestire meglio i comandi e le procedure concorsuali che conseguentemente dovranno essere fatte, per favorire le legittime aspettative dei comandati.

Infine: siamo sicuri che l’accentramento di tanti incarichi in un’unica persona (Dirigente di ricerca, Componente nel consiglio scientifico, Responsabile di Area, membro elettivo (?) del CdA, oltre che presidente di quasi tutte le commissioni di concorso), non rischi di danneggiare l’immagine dell’Istituto e quindi di minarne l’indipendenza? e con esse l’autonomia della ricerca all’INVALSI?

Siamo certi che queste riflessioni interesseranno la Ministra Fedeli e altri soggetti terzi deputati alla vigilanza e al rispetto delle leggi nella Pubblica Amministrazione.

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