Per il CNR il coinvolgimento del personale è un optional
Troppo oneroso perché sia realizzato. La FLC CGIL non può che denunciare la mancata trasparenza e la scarsa considerazione del personale.
I sindacati lo scorso 15 marzo hanno ricevuto le proposte di riorganizzazione di alcuni Istituti afferenti a tre dipartimenti. In particolare si propone la variazione di afferenza dal DSCTM al DiSBA dell’Istituto di Metodologie Chimiche; la soppressione dell’Istituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per l’Automazione afferente al DIITET con la confluenza del personale in INSEAN, IREA e ITIA; la ristrutturazione degli Istituti marini coinvolgendo anche parte della UOS-ISAC di Roma afferenti al DSSTA.
La FLC CGIL, relativamente alle tre proposte presentate valuta i documenti ricevuti parziali, generici e in alcuni passaggi raffazzonati, confermando le preoccupazioni del personale in generale poco coinvolto; se consultato, il suo parere e le sue proposte sono state ignorate.
In particolare, relativamente alla proposta di ristrutturazione degli Istituti attivi nelle ricerche in ambito marino del DSSTA, la proposta non può essere ritenuta accettabile: evidenzia criticità sia nel merito sia nel metodo. Sono numerose le critiche e le segnalazioni inviate alla nostra organizzazione sindacale da parte del personale degli istituti coinvolti.
Sebbene la FLC CGIL condivida la necessità di una riorganizzazione di questo strategico settore non solo per l’Ente ma per il Paese chiede al consiglio di amministrazione, chiamato a deliberare nella riunione del 20 marzo, di respingere la proposta di ristrutturazione degli Istituti marini così come prospettata nell’informativa.
La proposta presentata è la terza che il Direttore di Dipartimento ha elaborato dall’inizio del suo mandato, è l’unica su cui non è stato dato modo al personale di discutere, di confrontarsi, di condividere. Il personale di IAMC e ISMAR è infatti venuto a conoscenza di questa proposta per la prima volta attraverso una comunicazione ai componenti dei consigli di istituto venerdì 2 marzo, con richiesta di inviare un parere entro domenica 4 marzo. Nessuna informazione è stata inviata alla UOS-ISAC di Roma, benché coinvolta nel processo.
Tale proposta segue le due precedenti elaborate in settembre 2017 e in febbraio 2018, sostanzialmente diverse tra loro.
La prima prevedeva una suddivisione geografica, proponendo un’organizzazione su tre istituti multidisciplinari; la seconda proposta, una divisione su due istituti nettamente distinti sulle tematiche. La terza, quella che sarà presentata il 20 al consiglio di amministrazione, ritorna ad uno schema a tre istituti, differente dalla prima proposta, senza più alcun riferimento alla distribuzione territoriale, con un istituto tematico (IRBIM), uno generalista (ISMAR), e un terzo (IRAM) che dovrebbe riunire sezioni caratterizzate da competenze e linee di ricerca estremamente eterogenee, e che certamente non riconoscono nell’analisi dei rischi antropici un denominatore comune, né una tematica prevalente.
Risulta dunque incomprensibile quale sia il modello di razionalizzazione in termini scientifici e di diffusione territoriale seguito nell’elaborazione di tre proposte così eterogenee.
Da tutte le sedi degli attuali istituti si sono sollevate rimostranze, in particolare dalle sedi che dovrebbero costituire l’IRAM, dal momento che le tematiche assegnate a questo istituto non contemplano molte delle professionalità e delle competenze presenti nelle sedi che dovrebbero costituirne l’ossatura. Tali rimostranze riguardano anche la costituzione della sede principale dell’istituto.
La FLC CGIL evidenzia che nonostante le pesanti obiezioni raccolte dai due consigli di istituto nei tre giorni (di cui due festivi) lasciati al personale per analizzare tale proposta, il Direttore di Dipartimento l’ha inspiegabilmente sottoposta, al consiglio scientifico generale ed ora al consiglio di amministrazione, per avviare il processo di riorganizzazione.
Resta dunque il rischio che, stante il diritto d’opzione che verrà praticato sicuramente da gran parte del personale che dovrebbe costituire l’IRAM, tale proposta risulti nella sostanza inapplicabile, per cui si chiede che venga rielaborata e rimodulata tenendo nel dovuto conto le osservazioni e le proposte del personale coinvolto.
Indipendentemente dalla valutazione sulla validità scientifica della soluzione che verrà adottata, che sicuramente non spetta a questo sindacato, ma certamente spetta al personale coinvolto come previsto dalla Carta europea dei ricercatori e riaffermato dal dlgs 218/16, la FLC CGIL non può che denunciare la mancata trasparenza e la scarsa considerazione del personale nel processo sin qui adottato.
La FLC CGIL rileva, inoltre, che nella informativa ricevuta, a firma del Direttore Generale, è descritto un processo di riorganizzazione totalmente in contrasto con quanto deliberato dal consiglio di amministrazione (delibera 29/2018 del 6 marzo), sia per quanto riguarda le sue modalità, sia per quanto riguarda, nello specifico, la finalità del comitato ordinatore e la sua composizione. Il comitato non può essere costituito dai Direttori ff. dei nuovi Istituti (che devono essere approvati e deliberati con apposito atto del consiglio di amministrazione alla fine del processo), ma da tutti i direttori degli Istituti ad oggi esistenti e coinvolti dal processo di riorganizzazione nonchè da rappresentanti del personale. E’ auspicabile sia elaborata una proposta quanto più condivisa, anche per scongiurare il rischio che, attraverso l’applicazione del diritto di opzione da parte di percentuali rilevanti del personale delle UOS, l’intero disegno venga di fatto minato.
La FLC CGIL chiede pertanto ai componenti del consiglio di amministrazione di respingere la proposta nella sua formulazione attuale, di invitare il Direttore del DSSTA a rielaborare una proposta di riorganizzazione con un maggior coinvolgimento di tutto il personale e adottando tutti gli strumenti normativi disponibili nei Regolamenti del CNR per permettere di superare le criticità nella collocazione dei differenti gruppi di ricerca.
Relativamente alla ristrutturazione presentata dal DIITET di soppressione dell’ISSIA, con la confluenza del personale in INSEAN, IREA e in ITIA, tale proposta è stata discussa e in parte condivisa dal personale coinvolto, in particolare con il personale dell’ISSIA. Tuttavia la FLC CGIL evidenzia che parte del personale ha formulato proposte alternative. In particolare il personale ISSIA della Sede di Bari, che lavora nella linea di ricerca “Sensing, Communication and Computational Intelligence”, non ha condiviso la proposta di confluire in ITIA su cui ha espresso parere negativo chiedendo, invece, di afferire all’ISASI. Il personale ISSIA-Bari del gruppo “Sensing” ha proposto in merito l’istituzione presso l’Area della Ricerca di Bari di una Sede Secondaria (UOS) dell’ISASI, la proposta è motivata dall’affinità scientifica con la mission dell’ISASI; tale afferenza consentirebbe al gruppo “Sensing” di proseguire efficacemente le attività di ricerca, garantendo il mantenimento della elevata produttività scientifica e progettuale.
Inspiegabilmente, inoltre, non è previsto nella proposta il trasferimento di un gruppo di ricerca dell’ISSIA – Genova che ha già avanzato richiesta di trasferimento presso altri Istituti col conseguente trasferimento delle attività progettuali.
La FLC CGIL relativamente alla ristrutturazione presentata dal DIITET chiede al consiglio di amministrazione di approvare la proposta alternativa presentata dal gruppo di ricerca “Sensing” ISSIA-BA e quella del gruppo di ricerca ISSIA-GE.