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Precari INFN: pochi giorni al tramonto!

L'INFN ignora le richieste e le proposte avanzate dalla FLC Cgil: assemblee nelle sedi

13/05/2009
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Il 21 aprile scorso abbiamo inviato al Presidente e a parte del management INFN un documento contenente le richieste e le proposte della FLC per affrontare le problematiche del precariato nell'ente e per gettare le basi di una futura gestione trasparente della materia. Ciò a valle di svariate richieste e solleciti di incontri specifici, rivendicando come O.S. un ruolo attivo in materia. Ma, al di là di qualche passaggio formale più o meno dovuto, il confronto, se così si può chiamare, si è rivelato inutile, e le nostre parole, le nostre idee e le nostre proposte son rimaste lettera morta.

Eppure le nostre richieste e le nostre proposte erano e sono tutto sommato poche, concise, chiare, concrete e ragionevoli.

Per fronteggiare questi problemi, in particolare nella fase di emergenza, abbiamo chiesto il prolungamento di tutti i contratti almeno sino a fine anno, in attesa del completamento della fase di stabilizzazione e in attesa che quadro legislativo e contrattuale diventi più chiaro. Per consentire ciò abbiamo chiesto di fare congiuntamente il punto sugli introiti esterni e contestualmente di costituire un fondo ad hoc per la gestione negoziata, nell'emergenza e a regime, dei contratti atipici e a tempo determinato. Abbiamo chiesto NON il riassorbimento di tutti i precari, ma il bando entro l'anno di un numero ragionevole di concorsi VERI in cui gli stessi potessero cimentarsi. Le risposte, ammesso che si possano ritenere tali, noi le abbiamo apprese indirettamente, come del resto la gran parte della comunità INFN. Ovviamente, verrebbe da dire. Risposte unilaterali, blande, confuse ed inefficaci. La prima: i bandi di idoneità senza graduatorie, banditi e subito corretti, inutili (ed onerose per l'erario) ulteriori prove "scolastiche" che hanno sollevato, seppur da punti di vista differenti, non solo l'ira degli interessati, ma anche più di qualche ragionevole dubbio tra autorevoli esponenti e responsabili dell'INFN stesso. La seconda: lo "scivolo verso l'industria", con relativo bando di 40 assegni di ricerca, che senza "l'oste" industriale e proposto solo ora, appare come mera trovata mediatica se non come amara beffa (ma perché l'INFN non ci ha mai dato retta quando noi, già in tempi lontani e certamente non sospetti, sostenevamo apertamente l'utilità di attivare sinergie ai vari livelli con l'industria?).

Abbiamo chiesto un confronto trasparente e vero, fatto non per prassi o per forma come di consueto, ma di merito: ci è stato negato. Abbiamo chiesto un colpo di reni al management, di cui non si ha traccia. E le domande e i dubbi sorgono spontanei. Perché qualche anno fa si convenne nella necessità, peraltro confermata dall'allora Ministro Mussi, di ampliare la pianta organica a 2070 unità e ora si accetta supinamente una pianta organica a 1903 unità? Perché il management dell'INFN non ha fatto e non fa quadrato almeno intorno a questo dato per far emergere con chiarezza lo stato di difficoltà in cui versa l'ente sul fronte delle risorse umane, per denunciare il rischio di perdita di molte professionalità, la cui formazione è peraltro costata parecchio alla collettività? Eppure in altri enti il pressing sulle istituzioni ha funzionato benissimo, perché l'INFN non lo ha tentato e non lo tenta? Perché i precari utilizzati per lunghi e lunghi anni sono improvvisamente considerati in esubero e a breve resteranno senza lavoro? E se veramente lo fossero in esubero, di chi è la responsabilità, solo dei soliti "cattivi" poteri politici? O esiste forse anche una "cattiva" gestione interna, che evidenzia limiti nel modello INFN e una sostanziale apnea di idee manageriali? O forse, non è che questo repentino cambio di atteggiamento, questa rassegnata posizione sottenda al altri piani, ad altre mire. Non è che oggi "mettiamo in conto" un po' di precari che restano a casa, già sapendo che domani potremmo acquisire qualche centinaia di colleghi da qualche altro ente? Energia nucleare, piatto ricco mi ci ficco?

Troppi punti interrogativi, troppo fatalismo, troppa supponenza nel negare un confronto vero con noi e con la comunità INFN. Confronto vero significa ascoltarsi e congiuntamente determinare un punto di equilibrio a cui debbono seguire atti concreti. Ciò però ha come indispensabile corollario il reciproco riconoscimento, su cui oggi iniziamo a nutrire forti dubbi. Se manca il confronto vero, se manca il reciproco riconoscimento, le ragioni e gli interessi che noi rappresentiamo vengono e verranno sempre più ignorati.

A questo punto, dunque, per quanto ci riguarda non ci resta che riporre al centro dell'attenzione i lavoratori, cioè ascoltando chi con noi vuol ancora parlare e parlando con chi ancora vuole ascoltarci, e con loro costruire un argine a tutela di un ente che rappresenta pur sempre un bene che va difeso, prima ancora che dal management che lo governa, da chi ogni giorno ci vive e con passione ci lavora. Con loro ragioneremo e con loro decideremo il da farsi.

Per questi motivi, in queste ore stiamo predisponendo un fitto calendario di assemblee, che a breve verrà reso noto e che coprirà buona parte delle sedi, al cui centro porremo proprio le politiche organizzative e del personale dell'INFN, allo scopo di rendere noto e discutere il nostro punto di vista e per tentare di sopperire al rumoroso silenzio che accompagna ciò che sta accadendo all'interno e intorno all'INFN.

Roma, 13 maggio 2009

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