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Stazione Zoologica Anton Dohrn: le “scelte” non ricuciono lo strappo alla democrazia scientifica causato con la nomina dei Direttori di Dipartimento

Una risposta sopra le righe del Presidente Prof. Danovaro ad una normale dialettica sindacale tutelata dal diritto di critica, nuoce gravemente alla salute della SZN e alla sua democrazia scientifica.

29/06/2021
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Si conferma un approccio verticistico del Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn alle relazioni sindacali se è dovuto ricorrere, com’è accaduto nei fatti, ad una lettera pubblica indirizzata al giornale “La Repubblica”, in verità molto nervosa e sgarbata, per rispondere ad un comunicato sindacale a firma della FLC CGIL, definendolo fra l’altro diffamatorio e intimidatorio. Ne viene fuori un attacco gratuito al Sindacato e a chi si è assunto l’onere della firma del comunicato, scegliendo l’attacco personale (sulla presunta conoscenza dell’ente e altro…), o mettendo in dubbio le affermazioni contenute, negando nei fatti il diritto di critica e di cronaca che è riconosciuto in capo all’Organizzazione Sindacale, o vagheggiando di condizionamenti, “interessi personali” e “pressioni esterne” sulla vicenda delle nomine a direttore di tre importanti dipartimenti della SZN. Una risposta sgarbata, che tenta di far passare in secondo piano l’azione trasparente e democratica del Sindacato, alzando un inutile polverone sulla vicenda, non dicendo quali sarebbero le affermazioni false della FLC CGIL e facendo adombrare l’idea che nell’azione sindacale ci sia dietro un interesse “privato”….

Peraltro le argomentazioni del Presidente, per quanto discutibili e opinabili, nulla tolgono alla verità e cioè che la democrazia scientifica, tanto vagheggiata alla SZN e da lui stesso blandita, è un orpello di cui si può fare a meno. Perché questo è il nocciolo dal quale il Presidente non riesce a liberarsi e per quanto nelle scelte sia stato corroborato dal CdA, nulla cambia circa il mancato rispetto dei pronunciamenti dei presidi di democrazia di cui la SZN si è dotata attraverso lo Statuto e il Regolamento. Infatti, nel merito delle argomentazioni adottate, riteniamo che si tratti di punti di vista opinabili messi in bella mostra tanto per giustificare il proprio operato, principi enunciati ma quasi mai seguiti con coerenza nella pratica; che valgono a corrente alternata, se guardiamo con attenzione alla storia della SZN durante questo mandato presidenziale.

Si è parlato del principio di rotazione delle cariche: ottimo se fosse applicato sempre e, comunque, alla fine di un primo mandato appare francamente eccessivo, visto che lo stesso Regolamento prevede il principio del rinnovo. Quindi, salvo palesi sfracelli, il diritto ad almeno un rinnovo, dopo un mandato di tre anni, potrebbe essere concesso, invece nessuno dei tre ne ha potuto usufruire. Principio del rinnovo di cui lo stesso Presidente ha usufruito in occasione della scadenza del suo primo mandato alla SZN (circa 4 anni fa). Ci risulta peraltro che in uno dei nuovi incarichi, più che al principio di rotazione, ci si sia richiamati al principio del ‘ripescaggio’.

Sulle competenze scientifiche: non siamo mai entrati nel merito delle scelte operate dal Presidente e dal CdA. Non compete a noi la valutazione sul profilo dei tre nuovi incaricati, piuttosto, visto che nessuno dei partecipanti alla call ha subito “bocciature”, ci si chiede perché, a valle delle espressioni di voto degli organismi scientifici e dei dipartimenti deputati alla consultazione, non sia stato scelto nessuno di quelli che aveva avuto il maggior numero di preferenze.

Circa le mancate lamentazioni nella scorsa tornata di nomine, portate come esempio per suffragare la bontà dell’operato del Presidente e CdA in questo caso, manca a nostro avviso la base per questa affermazione, visto che la volta scorsa si era proceduto anche alla riorganizzazione delle strutture e nessuno dei precedenti responsabili poteva essere oggetto di rinnovo. Peraltro, nessuno di loro aveva presentato la propria candidatura.

C’è infine un attacco generalizzato ai direttori dei Dipartimenti uscenti e ai ricercatori dell’Ente, che rasenta il ridicolo, circa l’effetto “dominanza” e la circostanza che chi avrebbe “la maggioranza dei voti, vota per reclutare solo i ricercatori della stessa area culturale o per un direttore della loro specifica area di ricerca”. Per non parlare del necessario e doloroso distanziamento fra l’attività di ricerca e quella gestionale a cui sarebbero chiamati, secondo il Presidente, i Direttori di Dipartimento, come se non fosse chiaro che il compito di un Direttore non è solo far avanzare la propria ricerca, ma favorire la crescita scientifica di tutto il Dipartimento (come starebbero a dimostrare, ad esempio, l’elevato numero di pubblicazioni e l’aumentata capacità di successo nei progetti competitivi europei, registrati nei dipartimenti durante il mandato dei Direttori uscenti). Insomma, per lo più si tratta di argomentazioni pretestuose per lasciare intendere che siano sempre il Presidente e il CdA a sorvegliare sul buon andamento della SZN e meno male che ci sarebbero loro a correggere tali storture. Della democrazia scientifica scritta dallo Statuto e dal Regolamento se ne può fare a meno.

In conclusione, siccome un incarico di Presidente è destinato a finire, mentre l’Ente presieduto è destinato a restare, siamo convinti che la SZN Anton Dohrn continuerà ad esistere e ad essere un’eccellenza nel panorama della ricerca scientifica italiana anche dopo la scadenza dell’attuale mandato; e per questo siamo interessati alla salvaguardia del suo ruolo e della sua autonomia.

Per questo continueremo ad esplicare il nostro libero esercizio di critica e di cronaca in quanto Organizzazione Sindacale, tutelato dalla Costituzione, su quanto accade e accadrà alla Stazione Zoologica Anton Dohrn, nell’unico interesse generale delle lavoratrici e dei lavoratori che ci onoriamo di rappresentare. Mai ci lasceremo spaventare da un presidente di turno, chiunque esso sia.