2 scuole su 3 registrano la presenza di alunni con cittadinanza non italiana
Val la pena di leggere l’ultima indagine, recentemente pubblicata dal MPI, sugli alunni con cittadinanza non italiana.
L’indagine , ancora parziale, analizza i dati rilevati nell’anno scolastico 2005-2006 e conferma che la presenza di alunni non italiani rappresenta ormai un dato strutturale del nostro Paese, con cui il sistema scolastico, nella sua organizzazione, deve e dovrà misurarsi in modo ancora più deciso e determinato.
Siamo infatti arrivati a contare 430.000 ragazzi, ormai il 5% del totale degli alunni, un dato cresciuto velocemente al ritmo di 60-70 mila l’anno, 17% in più solo rispetto all’anno scorso. Dieci anni fa erano solo 50.000.
L’indagine, nei dati disaggregati, conferma la loro concentrazione nelle grandi e piccole città del Centro e del Nord del Paese e, prendendo in considerazione il peso percentuale di ciascuna regione sul totale della popolazione scolastica, colloca la regione Lombardia, con la percentuale del 24,6%, al primo posto. Altre Regioni, pur di grandi dimensioni, come ad esempio Campania e Sicilia, presentano invece soltanto una percentuale di circa il 2%.
Nella valutazione invece del rapporto tra alunni stranieri e totale della popolazione scolastica in ciascuna regione, al primo posto si conferma, l’Emilia-Romagna con la percentuale del 9,5%, seguita da Umbria, Lombardia, Marche e Veneto.
L’analisi della loro presenza nei singoli ordini di scuola articola ancora di più la distribuzione territoriale degli alunni e la piccola Umbria risulta al primo posto nella scuola dell’infanzia con la percentuale del 9,7%, seguita da Emilia-Romagna con il 9,3% e Marche con l’8,8%.
Nella scuola primaria la percentuale maggiore è dell’Emilia-Romagna con l’11,4%, seguita dall’Umbria con il 10,9% e dal Veneto con il 9,9%.
Nella scuola secondaria di primo grado ancora al primo posto è la regione Emilia-Romagna con la percentuale del 10,6%, seguita dall’Umbria con il 9,8% e da Veneto e Marche con il 9,4%.
Nelle scuole secondarie di secondo grado al primo posto c’è la regione Emilia-Romagna con il 7,0%, seguita dall’Umbria con il 5,8% e dalla Liguria con il 5,6%.
Ma il dato più significativo è forse rappresentato dall’aumento dell’iscrizione nella scuola secondaria superiore, perchè conferma il radicamento degli alunni stranieri nel nostro Paese ed il loro incardinamento nel sistema scolastico. Sono 100.000 i nuovi iscritti, e l’80% di loro si indirizza verso gli istituti tecnici e professionali
Dato che era già emerso dal Rapporto congiunto Caritas-Unicef " Uscire dall'invisibilita'. La condizione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera"e confermato dalle rilevazioni dell’Istat del 2005.
Sta di fatto che ormai le scuole che hanno almeno un alunno straniero rappresentano il 64,5% (in numeri assoluti 36.744 scuole) del totale delle scuole italiane.Di queste il 5,3% ha oltre 40 alunni stranieri mentre l’1,1% delle scuole ha più di 20 cittadinanze; il 10,4% delle scuole ha tra i 20 e i 40 alunni stranieri, il 2,1% delle scuole ha tra le 15 e le 20 cittadinanze
E’ giunto il momento di assumere, a partire dalla legge finanziaria, l’impegno necessario a promuovere forme efficaci e diffuse di accoglienza e integrazione per gli alunni stranieri, per i loro genitori e per gli adulti immigrati in generale.
I dati infatti ci dicono che ormai 2 scuole su 3 si misurano con il tema dell’integrazione: significa che ormai l’intero sistema di istruzione è coinvolto organicamente nell’integrazione della popolazione scolastica non italiana.
Una ulteriore sfida per la nostra scuola pubblica, da cui dipende la riuscita dell’integrazione sociale e culturale dei prossimi anni che non potrà certo essere affrontata senza investimenti.
Roma, 28 settembre 2006