Aggiornamento: Aggiornamento 1998: istruzioni per l'uso
INDICAZIONI OPERATIVE PER LA GESTIONE DEI CORSI DI AGGIORNAMENTO
Fonte: Provveditorato agli Studi di Forlì-Cesena
Commissione tecnico-scientifica per l'aggiornamento coordinata da:
Ispettore Giancarlo CERINI - vicepresidente del CIDI Nazionale
INDICAZIONI OPERATIVE PER LA GESTIONE DEI CORSI DI AGGIORNAMENTO
1. La progettazione dei corsi
Il coordinamento delle attività di aggiornamento viene curato dal "Dipartimento" o gruppo per l'aggiornamento, da istituirsi in ogni scuola, con un proprio docente referente cui sono affidate responsabilità operative. Il dipartimento ha il compito di programmare, realizzare e valutare le attività formative della propria scuola. In particolare predispone un'ipotesi di Piano delle Attività Formative dell'Istituto (PAFI) da sottoporre al Collegio dei docenti. L' attività del dipartimento viene incentivata nell'ambito del compenso per attività aggiuntive (art. 43 CCNL). Una descrizione analitica delle funzioni del Gruppo è contenuta nel punto 4.3 della CM 376/1995.
La progettazione di ogni corso prevede una fase preventiva, mediante la quale va curata la individuazione dei bisogni formativi, delle aspettative, delle risorse, nell'ottica del miglioramento professionale. Le iniziative possono essere differenziate nell'ambito delle diverse opportunità offerte dal sistema dell'aggiornamento (corsi dell'Amministrazione scolastica, corsi delle scuole finanziabili dal Provveditorato, corsi "autogestiti" dalle scuole, corsi promossi da Enti e Associazioni).
Va favorita la massima pubblicizzazione delle diverse iniziative, anche predisponendo all'interno dei locali scolastici un apposito spazio informativo (albo), curato dal referente per l'aggiornamento.
La struttura organizzativa di ogni corso non sarà casuale, ma dovrà rispondere a criteri di qualità. Il programma del corso non può -ad esempio- limitarsi ad una generica successione di lezioni accademiche, ma deve -di massima- prevedere un'equilibrata scansione di:
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momenti frontali (ad esempio, non oltre il 50 % del tempo);
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attività di gruppo ed esercitazioni;
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itinerari di studio, ricerca, documentazione (credito formativo);
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eventuali fasi di didattica "assistita" e di sperimentazione "guidata".
Appare utile prevedere il coinvolgimento, oltre che di "esperti" esterni, anche di docenti "interni" in qualità di esperti, animatori, formatori, coordinatori di attività, realizzando un vero e proprio STAFF di gestione del corso. E' auspicabile anche un incontro preliminare tra direttore del corso, esperti e conduttori dei gruppi, per la preventiva messa a punto del progetto. Il progetto definitivo dovrebbe essere condiviso e "firmato" dall'intero staff.
Per evitare sovrapposizioni, duplicazioni, e favorire l'integrazione delle proposte di aggiornamento, è opportuno che la progettazione delle iniziative formative da parte di ogni istituto o circolo didattico sia coordinata con le altre scuole (in senso orizzontale e/o verticale), mediante apposite conferenze di servizio per dirigenti scolastici e incontri dei docenti referenti.
2. Il piano delle attività formative dell'istituto
Annualmente il Collegio dei docenti, e comunque entro il 30 novembre, procede alla approvazione di un Piano di Azioni Formative di Istituto (PAFI), predisposto dall'apposito Dipartimento dell'Aggiornamento. Il Piano non sarà una semplice elencazione di corsi ed attività, ma dovrà raccogliere e rappresentare l'insieme delle opportunità di sviluppo professionale concretamente a disposizione degli insegnanti, indicando altresì i criteri e le condizioni di partecipazione alle stesse
All'interno del Piano potranno essere deliberati i progetti di Corso da proporre per il finanziamento provinciale per l'esercizio finanziario successivo, con l'indicazione di un ordine di priorità delle richieste.
Il Piano darà conto delle iniziative alle quali il Collegio, gruppi di docenti o singoli insegnanti parteciperanno nel corso dell'anno scolastico, secondo le priorità e le tipologie di cui al punto 4.2 della CM 376/95 che qui si riportano:
1. iniziative dell'Amministrazione scolastica e dell'IRRSAE;
2. iniziative progettate dalle scuole (anche usufruendo di collaborazioni esterne);
3. iniziative "esterne" assunte dal Collegio (con partecipazione di tutti o alcuni docenti);
4. iniziative "esterne" per le quali il Collegio riconosce la partecipazione individuale;
5. iniziative autonome (deliberate dal Collegio).
Nel corso dell'anno scolastico il Collegio dei docenti può aggiornare il Piano, alla luce di eventuali nuove proposte formative inoltrate dai soggetti e dalle istituzioni che ne hanno titolo.
3. Il monitoraggio dell'aggiornamento
La verifica in itinere (monitoraggio) consente di tenere sotto controllo (mediante l'osservazione diretta, l'uso di questionari, ecc.) l'andamento del corso e apportare eventuali correttivi.
In particolare il Direttore del corso:
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svolge una costante azione di supporto alle motivazioni dei corsisti;
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garantisce il coordinamento e la coesione delle diverse fasi del corso;
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cura la fornitura della documentazione necessaria;
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stimola a tradurre sul piano operativo le acquisizioni teoriche.
A tal fine appare utile la tenuta di un diario di bordo da parte del direttore del corso.
Eventuali book formativi (in forma di raccoglitori "ragionati" di documentazione elaborati dai corsisti) si sono dimostrati efficaci strumenti di autovalutazione di quanto si viene acquisendo durante l'attività formativa.
E' opportuna anche la somministrazione di un questionario (finale) di gradimento del corso, anche sulla base dei modelli forniti dall'IRRSAE. In taluni casi si potrà sperimentare l'adozione di questionari (o altri strumenti) per rilevare le condizioni di ingresso (aspettative, motivazioni, conoscenze) dei partecipanti.
La valutazione dell'efficacia (e della "ricaduta" nella pratica didattica) della formazione, soprattutto se fatta a distanza di tempo, presenta notevoli difficoltà, oggetto di approfondimento critico anche a livello teorico.
Può risultare utile la costruzione, da parte del capo istituto, di un profilo delle competenze/risorse individuali dei docenti, da aggiornare nel tempo. Si tratta di una ANAGRAFE PROFESSIONALE nella quale evidenziare attività svolte, esperienze maturate, competenze acquisite, interessi professionali (notizie in genere trascurate dai fascicoli personali).
4. La partecipazione ad iniziative "esterne"
I corsi di aggiornamento svolti all'interno dell'istituto scolastico dovrebbero prevalentemente promuovere competenze di carattere trasversale, metodologico-didattiche e organizzative, utilizzabili nei concreti luoghi di lavoro e coerenti con gli specifici progetti d'istituto.
Invece le attività consorziate ed i corsi esterni dovrebbero preferibilmente curare l'approfondimento di tematiche specifiche ("disciplinari" e non), anche sotto forma di laboratorio di ricerca didattica. A tal fine vanno potenziati i rapporti con i centri di ricerca, le Università, le associazioni specifiche.
La "partecipazione" dei docenti alle diverse iniziative del territorio, e quindi al di fuori delle attività formative promosse dalla propria scuola, è possibile, purché le iniziative seguite siano coerenti con l'insegnamento del docente e riconducibili al progetto dell'istituto. Inoltre le delibere dei Collegi dei docenti devono prevedere espressamente le condizioni, le priorità, le forme di partecipazione ad iniziative esterne.
Le iniziative realizzate da soggetti esterni (associazioni, enti, istituzioni scientifiche) valgono ai fini giuridici solo se autorizzate dall'Amministrazione scolastica. Esse possono essere assunte nel piano della scuola oppure questa può riconoscere la partecipazione individuale o di gruppi di docenti, oltre la pianificazione di istituto.
Il piano della scuola dovrebbe contenere anche l'indicazione dei criteri adottati in merito alle condizioni di partecipazione dei docenti. Il Collegio può deliberare di vincolare tutti i propri docenti alla partecipazione ad una propria iniziativa formativa, se di carattere "strategico" per l'istituto, subordinando il riconoscimento di eventuali partecipazioni "esterne" a questa priorità.
5. Condizioni di validità della frequenza dei corsi
Si propone che a livello provinciale (contrattazione decentrata) venga adottato un criterio comune circa la quota-oraria di frequenza minima del corso (rispetto al monte-ore complessivo) per la sua certificazione. Si indica in proposito la proporzione dei 3/4 della durata del corso. In mancanza di indicazioni nazionali resta l'esigenza di attestare comunque le ore comunque frequentate.
Occorre prestare attenzione alle diverse tipologie di attività previste dalla normativa vigente, alle condizioni di partecipazione ed ai diversi effetti giuridici:
1. Convegni e congressi autorizzati dall'amministrazione (art. 453 del T.U.) fino a 5 giorni all'anno, senza sostituzione, non riconosciuti ai fini dell'aggiornamento.
2. Iniziative di aggiornamento (riconosciute dall'Amministrazione) (art. 28, comma 11 del CCNL), fino a 5 giorni all'anno, con esonero previa sostituzione (cfr. CM 301 del 27-6-1996), valide ai fini dell'aggiornamento.
In ordine al punto a) la Direttiva n. 305 del 1-7-1996 prevede il riconoscimento della partecipazione a convegni di studio (che usufruiscano di autorizzazione ministeriale all'esonero dal servizio) quale attività di aggiornamento, per le parti seminariali espressamente riconosciute come aggiornamento (dal Ministero o dal Provveditorato).
In merito alla riconoscibilità delle attività occorre dunque prestare attenzione alla natura giuridica ed alla tipologia dell'iniziativa, non solo alle diverse denominazioni utilizzate. Stage, seminari, gruppi di ricerca, sono equivalenti ai corsi di aggiornamento, purché riconosciuti.
La verifica dei corsi seguiti dagli insegnanti comporta il coinvolgimento del Collegio dei docenti. Il resoconto delle attività va ordinato e filtrato preventivamente dal capo-istituto, coadiuvato dal docente referente dell'aggiornamento. Utilizzando la documentazione prodotta e presentata dai docenti saranno costruite delle sintesi ragionate delle esperienze compiute, al fine di evitare di sottoporre il collegio ad un eccesso di informazioni superficiali.
6. La direzione dei corsi e gli altri ruoli
E' opportuno che i corsi di formazione-aggiornamento siano diretti dallo stesso capo di istituto, che può essere coadiuvato da animatori, da coordinatori di gruppo, dal referente per l'aggiornamento (o dal rispettivo Dipartimento). A tal fine si costituisce uno staff per la progettazione, conduzione e verifica del corso e per una eventuale successiva attività di tutoraggio. Tali funzioni possono essere compensate nell'ambito del budget finanziario del corso.
La nomina a direttore di corso è conferita dal Provveditore agli Studi, nel caso di corsi compresi nel Piano Provinciale. La nomina può essere conferita anche ad un docente, particolarmente esperto, specie per corsi a carattere disciplinare specifico. In tal caso l'attestato rilasciato sarà controfirmato dal Capo di istituto. Nel caso di corsi promossi autonomamente dal Collegio (art.28 comma e) il Capo di Istituto assume, in qualità di presidente del Collegio dei docenti, le funzioni di direttore del corso, con le connesse prerogative e responsabilità.
Le diverse attività e funzioni svolte nell'ambito del corso (discente, docente, conduttore di gruppo, tutor, ecc.) vanno documentate su appositi fogli firmati, per il successivo rilascio delle certificazioni relative.
Il "credito formativo" (che può essere definito come una attività di ricerca, documentazione, produzione ed elaborazione, curata direttamente dai corsisti, individualmente o a gruppi) sarà certificato dal direttore del corso, previa dichiarazione del tempo utilizzato dal discente, cui va allegata una documentazione probante le attività svolte. Il credito formativo non potrà superare comunque il massimo di 1/3 del monte-ore complessivo del corso; dovrà essere preventivamente progettato, realizzato e rendicontato nell'ambito del corso.
Spetta al Provveditore agli Studi riconoscere al Capo di Istituto che svolge funzioni di Direttore di corso anche un livello di partecipazione "attiva" al corso in qualità di discente. A tal fine alla richiesta del Capo di istituto andrà allegata una specifica dichiarazione.
7. Attestati di partecipazione
Gli attestati di partecipazione alle attività di aggiornamento assumono un importante risvolto giuridico. Vanno pertanto redatti con estrema cura. Devono contenere tutti gli elementi utili ad individuarlo (titolo, durata, calendario analitico, sede, fascia oraria-mattutina o pomeridiana, ecc.), indicando il soggetto titolare della gestione e gli estremi dell'autorizzazione. Va riportato l'esatto numero di ore frequentate rispetto al totale previsto (parimenti da indicare).
Sarà utile per la scuola compilare una scheda riassuntiva individuale per ogni docente (anagrafe della formazione in servizio), indicando il numero delle ore effettuate sia ai fini della progressione di carriera, sia ai fini dell'eventuale compenso incentivante (la cui corresponsione dipende comunque dai criteri assunti nel piano di utilizzo del budget da parte di ogni scuola).
8. Iniziative di carattere provinciale
Una quota dei finanziamenti afferenti il PIANO di AGGIORNAMENTO PROVINCIALE viene di norma accantonata per progetti di carattere territoriale, finalizzati a promuovere attività formative con effetto moltiplicatore di ulteriori competenze e risorse umane.
Si indicano a tal fine alcuni criteri di priorità:
a) iniziative per i dirigenti scolastici;
b) iniziative rivolte a sostenere la formazione di figure/funzioni di supporto organizzativo (coordinatori, formatori, referenti);
c) iniziative di carattere sperimentale destinate a promuovere attività di ricerca e disseminazione dell'innovazione, anche mediante la produzione di PACCHETTI FORMATIVI;
d) iniziative proposte dagli Uffici studi del Provveditorato per far fronte ad emergenze di carattere socio-educativo (dispersione, orientamento, pari opportunità, handicap, salute, ecc.);
e) iniziative promosse da reti di scuole.
I direttori dei corsi di polo, nominati dal Provveditore agli Studi, si impegnano a:
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partecipare a momenti di coordinamento territoriale;
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pubblicizzare verso le scuole del territorio obiettivi, contenuti, modalità di partecipazione;
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conservare e diffondere la documentazione prodotta.
9. Aspetti contabili ed amministrativi
Le norme per la gestione amministrativa delle attività di aggiornamento sono contenute nella C.M. n. 367 del 22-11-1991.
Gli aspetti contabili sono ora regolamentati dal D.M.326 del 12-10-1996, che presenta numerose novità rispetto al precedente D.I. , sia in ordine all'adeguamento tariffario, sia in relazione al profilo delle attività (assai più ampie) che possono essere riconosciute e retribuite. In particolare si segnala la possibilità di retribuire le attività di progettazione preliminare e l'assistenza post-corso (tutoring).
In relazione alla determinazione delle tariffe, qualora siano previste fasce di oscillazione, si suggerisce di tendere al livello più alto (compatibilmente con il budget finanziario disponibile), subordinatamente al verificarsi di alcune condizioni nel conferimento di incarico-nomina:
- originalità e pertinenza dell'intervento (il titolo dovrebbe essere definito dal committente)
- presentazione di scalette preventive, lucidi, schemi, ecc.
- indicazione per i lavori di gruppo, le esercitazioni, ecc.
- presentazione di una relazione scritta successiva.
- disponibilità per eventuali incontri preliminari e successivi.
10. Documentazione e modulistica
L'IRRSAE ER ha rinnovato la modulistica di riferimento, con alcune variazioni rispetto ai preesistenti modelli. Si tratta di:
Mod. 1/97 + Allegato A (sintetico): per la presentazione dei progetti
Mod. 2/97 Questionario individuale di valutazione del corso
Mod. 3/97 Scheda per la relazione finale (a consuntivo) del corso
Le schede 1 (progettazione) e 3 (rendicontazione) vanno obbligatoriamente presentate all'Ufficio Aggiornamento per i progetti rientranti nel Piano Provinciale finanziato dal Provveditorato agli Studi. Le schede 1 e 3 vanno compilate anche in caso di corsi gestiti autonomamente dalla Scuola, a costo zero o sostenuti da Enti. Tali schede restano agli atti della scuola.
Può essere richiesta all'Ufficio Studi del Provveditorato anche fac-simile della scheda recentemente predisposta dal Ministero P.I., quale ulteriore ausilio ad una ordinata ed efficace progettazione del corso. Tale ultima scheda non è obbligatoria e per il momento è ad esclusivo uso interno.
La compilazione delle schede non va interpretato come mero atto burocratico o rituale, ma come un effettivo momento di crescita dell'organizzazione scolastica. Una formazione in servizio ben progettata, verificata e documentata rappresenta infatti un punto di forza per l'istituto.