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Alternanza Scuola Lavoro: la propaganda e i fatti

Il MIUR indica gli obiettivi per l'anno scolastico 2013-14

13/12/2013
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Si stanno concludendo in questi giorni le procedure, curate dagli uffici scolastici regionali, per l'individuazione delle istituzioni scolastiche della secondaria di II grado presso le quali saranno attivati e finanziati i percorsi di alternanza scuola lavoro regolati dal D.Lgs. 77/2005.

Ai sensi dell'art. 5 del DM 821 dell'11 ottobre 2013 le risorse complessivamente disponibili per l'alternanza sono pari a euro 20.560.000,00 di cui

  • euro 8.000.000,00 per le ore di Alternanza nelle classi quinte dei percorsi degli istituti professionali statali, ai sensi dell'art. 8, comma 3 del DPR 87/2010
  • Euro 12.560.000,00 per "progetti innovativi" di integrazione tra percorsi formativi ed il mondo del lavoro, di cui euro 4.336.000,00 è riferita agli istituti professionali statali, euro 6.168.000,00 agli istituti tecnici statali e euro 2.056.000,00 ai licei statali.

Le risorse per l'Alternanza delle classi quinte degli istituti professionali sono ripartite in proporzione al numero degli alunni iscritti in tali classi, così come risulta dall'anagrafe degli studenti.

La Direzione Generale per l'istruzione e la formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni, in applicazione del citato art. 5 del DM 821/13, ha emanato uno specifico decreto, n. 39 del 6 novembre 2013, che definisce ambiti, obiettivi e risorse per la realizzazione dei "progetti innovativi" per l'a.s. 2013/14.

In particolare:

  • l’alternanza scuola/lavoro deve connotarsi di una forte dimensione innovativa, per assicurare ai giovani oltre alle conoscenze di base, anche l’acquisizione di maggiori competenze per l’occupabilità, l’auto-imprenditorialità.
  • saranno valorizzati i progetti basati su un stretta interazione tra l’offerta formativa e le esigenze del mercato del lavoro
  • la metodologia dell’alternanza scuola-lavoro deve diventare soprattutto una modalità di attivazione di processi di integrazione tra il sistema di istruzione e il sistema imprenditoriale.

Nell'individuazione dei progetti da realizzare e finanziare occorrerà dare priorità a

  1. progetti di alternanza riferite a esperienze e modelli di eccellenza di integrazione e collaborazione con imprese operanti su aree tecnologiche strategiche per il nostre Paese, quali efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e il turismo;
  2. progetti realizzati da istituzioni scolastiche inserite nei poli tecnico-professionali o nelle fondazioni ITS, anche secondo modalità di "bottega scuola" e "scuola - impresa"
  3. progetti realizzati da istituzioni scolastiche che hanno costituito al loro interno Comitati Tecnico Scientifici o Comitati Scientifici, previsti dai regolamenti di riordino della secondaria di II grado
  4. progetti realizzati, alla luce delle linee di Indirizzo emanate dal MIUR il 12.02.13 "La Scuola Italiana per EXPO 2015", sui sottotemi: scienza e tecnologia per la sicurezza e la qualità alimentare; scienza e tecnologia per l’agricoltura e la biodiversità, innovazione della filiera agroalimentare; educazione alimentare; alimentazione e stili di vita; cibo e cultura; cooperazione e sviluppo nell’alimentazione.

Il D.D. 39/13 stabilisce, inoltre, che i progetti di alternanza debbano contenere i criteri di descrizione delle competenze acquisite di cui al Quadro Europeo delle Qualificazioni (EQF), o parti di qualificazioni fino al totale di competenze costituenti l’intera qualificazione.

La procedura di individuazione dei progetti di alternanza scuola lavoro è la seguente:

  • gli Uffici Scolastici Regionali acquisiscono le candidature di istituzioni scolastiche ed educative statali o loro reti per la realizzazione dei progetti
  • la valutazione è effettuata da commissioni nominate dai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali, una per regione, composta da personale dipendente dotato di specifica professionalità
  • gli Uffici Scolastici Regionali trasmettono alla Direzione Generale per l'istruzione e la formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni i progetti approvati e l'elenco delle Istituzioni Scolastiche titolari degli stessi coi relativi importi
  • la Direzione Generale per l'istruzione e la formazione tecnica superiore provvede a comunicare le medesime informazioni alla Direzione generale per la politica finanziaria e il bilancio.

Inoltre gli uffici scolastici regionali dovranno effettuare un monitoraggio sullo stato di avanzamento dei percorsi dei progetti di alternanza e predisporre un rapporto che trasmetteranno alla Direzione generale per l'istruzione e la formazione tecnica superiore

Le candidature delle istituzioni scolastiche sono state valutate sulla base dei seguenti criteri definiti a livello nazionale:

  1. Il costo del percorso per alunno coinvolto (massimo 13 punti)
  2. La previsione delle apposite convenzioni di cui all'art. 1, comma 2 del decreto legislativo 77/2005, sia per la fase di progettazione sia per la fase di realizzazione delle attività (massimo 13 punti);
  3. Il coinvolgimento degli studenti delle classi terze e quarte (massimo 13 punti);
  4. L'individuazione, nell'ambito degli obiettivi formativi previsti dai rispettivi ordinamenti, di quelli da far conseguire agli studenti attraverso il percorso di alternanza scuola-lavoro (massimo 13 punti);
  5. L'indicazione delle modalità di valutazione del livello di raggiungimento degli obiettivi di cui alla precedente lettera d) (massimo 13 punti);
  6. Il livello di cofinanziamento assicurato da terzi (massimo 13 punti);
  7. Coerenza con le linee guida definite a livello regionale (massimo 12 punti);
  8. Ulteriori criteri fissati dagli uffici scolastici regionali negli inviti di cui al precedente comma (massimo 10 punti).

L'art. 4 del D.D.39/13, infine, definisce le modalità di monitoraggio e valutazione in itinere e a conclusione dei progetti.

Il commento

Come già detto in premessa, le procedure di individuazione delle istituzioni scolastiche  presso le quali si svolgeranno "progetti innovativi" di alternanza scuola lavoro finanziati dal MIUR  sono in alcune regioni già concluse, con la pubblicazione delle graduatorie da parte degli uffici scolastici regionali, ed in altre sono in dirittura di arrivo.

Tutta la partita è stata gestita in maniera autoreferenziale dall'Amministrazione, sia a livello centrale che periferico, senza alcun coinvolgimento né delle organizzazioni sindacali e neppure del Comitato Nazionale sull'Alternanza che pure aveva lavorato per l'elaborazione di Linee Guida nazionali.

Le risorse disponibili sono sensibilmente inferiori rispetto allo scorso anno (lo stanziamento per l’a.s. 2012/13 era pari a € 26.790.000,00) e la spiegazione che questo è la conseguenza del fatto che l'obbligo dell'Alternanza negli istituti professionali è limitata solo alle classi quinte, appare debole a fronte delle roboanti affermazioni contenute nei documenti ministeriali.

Il concetto di "percorso" che è alla base delle acquisizioni delle competenze in alternanza, è sostituito dal "progetto innovativo", dall'idea dell'eccellenza di poche istituzioni scolastiche che dovrebbero magicamente risollevare e trascinare verso l'alto tutto il secondo ciclo del sistema educativo. A tal proposito il riferimento al documento "La Scuola Italiana per EXPO 2015" è esemplare.

Si accentua in maniera parossistica l'idea che l'alternanza debba essere sostanzialmente finalizzata a dare risposte alle “richieste del mercato del lavoro” e questo nonostante che le norme in vigore prevedano che:

  • i percorsi debbano essere progettati, attuati, verificati e valutati sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica (D. Lgs. 77/05 art. 1 comma 2)
  • è necessario evitare la riproduzione di un’offerta formativa secondo una logica autoreferenziale o in risposta soltanto alla domanda produttiva. (D.I. 7/2/2013, Premessa alle "Linee Guida contenente misure di semplificazione e promozione dell'istruzione tecnico professionale")

Mancano nei documenti ministeriali precisi riferimenti ai concetti di stage, tirocinio, alternanza così come definiti dalle Linee guida del triennio degli istituti tecnici e professionali.

Non vi è un solo accenno:

  • alla necessità che i percorsi siano coerenti con il profilo educativo, culturale e professionale (nei tecnici e professionali) e  il profilo degli studenti nel sistema liceale (nei licei). Il riferimento nei criteri di valutazione agli obiettivi formativi appare debolissimo
  • al fatto che i "progetti" siano rispettosi dello sviluppo personale, culturale e professionale degli studenti in relazione alla loro età
  • al rischio concreto di sfruttamento degli studenti da parte delle aziende per dotarsi di manodopera a costo zero
  • alle problematiche connesse alla sicurezza nei contesti lavorativi e ai costi delle assicurazioni per gli studenti
  • alla connessione tra la valutazione dei percorsi in alternanza e la valutazione al termine di ciascun periodo scolastico.

L'azione del MIUR appare debole sia da un punto di vista delle risorse messe in campo, sia perché non è in grado di difendere l'orizzonte culturale e formativo definito, ad esempio, dalle Linee guida del triennio degli istituti tecnici e professionali. Questi aspetti risultano evidenti anche dalla lettura dei dati del monitoraggio sull'alternanza scuola - lavoro relativi all'a.s. 2012/13.

Se il Ministro Carrozza intende investire concretamente sui dispositivi di alternanza studio – lavoro, deve immediatamente riaprire un tavolo di confronto a partire dalla ripresa dei lavori e da una consultazione continua del Comitato per il monitoraggio e la valutazione dell'alternanza scuola-lavoro.