Anche sulle scuole italiane all’estero si abbatte la scure di Tremonti
Nel prossimo anno ci saranno circa 50 posti in meno. Le prove di selezione e l’aggiornamento delle graduatorie non si faranno. Questo è quanto annunciato dal MAE in occasione dell’incontro del 14 gennaio u.s.
Nell’incontro del 14 gennaio u.s. tra le OO.SS. e la delegazione di parte pubblica del MAE e del MIUR il Direttore Generale delle Culturali, ministro Francesco Maria Greco, ha annunciato formalmente che, a seguito del varo della Legge Finanziaria 2010, il bilancio del Ministero degli Affari Esteri subisce, nel 2010, una serie di tagli che interessano anche i capitoli di bilancio relativi alla scuola italiana all’estero e che sostanzialmente riguardano due aspetti: il contingente e le prove di selezione.
Contingente
Il capitolo relativo all’organico o contingente subisce una riduzione di risorse in misura pari a 2.600.000 euro destinate agli assegni di sede del personale docente, ata e dirigente. Ne consegue che detta riduzione comporta per l’anno scolastico 2010/2011 un tagli secco di circa 50 posti in contingente.
Il che vuol dire, a detta del ministro delle culturali, che l’attuale contingente sarà appunto ridotto di 50 unità e che tale processo di razionalizzazione e/ristrutturazione verrà effettuato dal MAE con la presentazione alle OO.SS. di una propria proposta ragionata e oculata nel tentativo di arrecare meno danni possibili all’intero sistema approfittando anche degli interventi legislativi sulla scuola introdotti dalla Gelmini (sic!)..
Prove di selezione
La Finanziaria 2010 non consente al MAE di indire le prove di selezione triennali di cui al CCNL per l’aggiornamento e la riformulazione delle graduatorie permanenti. Infatti il relativo capitolo di bilancio è vuoto e non consente quindi la possibilità di spendere nemmeno un euro.
Come si può vedere quello rappresentato dal massimo dirigente delle Culturali è uno scenario davvero drammatico per il futuro delle scuole e istituzioni scolastiche italiane all’estero, che lascia veramente perplessi tanto da far pensare che questa volta, rispetto al passato più o meno recente, sicuramente ci si avvia ad un inesorabile declino di questo piccolo segmento dell’istruzione che, invece, ha politicamente una importanza rilevante.
Il giudizio delle OO.SS. sindacali è stato unanimemente negativo. Da parte sua la FLC Cgil ha ribadito anche a questo tavolo il giudizio negativo sulla politica di questo governo sia sul versante economico che finanziarie, sia su quello più specifico dell’istruzione della formazione e della ricerca.
Le disposizioni tremontiane coniugate agli interventi legislativi di riordino del sistema nazionale di istruzione stanno producendo effetti devastanti per la scuola in Italia e all’estero. Il sistema va riformato ma con interventi diametralmente opposti a quelli messi in atto dall’attuale governo di centrodestra.
Così c’è il fondato rischio di condannare il sistema nazionale di istruzione ad un irreversibile declino. E questo riguarda anche la scuola italiana all’estero che oggi patisce non solo la mancanza di una riforma seria e avanzata ma l’effetto di una serie di tagli che di fatto scardinano il presupposto costituzionale di una centralità dell’intervento pubblico e riducono i nostri interventi a semplici episodi di testimonianza.
Le criticità
Le ricadute effettive nel sistema di queste due operazioni volute dal MEF e confermate dal MAE comportano una serie di criticità che possono innescare a loro volta un circolo vizioso. Sul versante del contingente la scuola italiana all’estero dovrà rimodellarsi con una disponibilità di risorse umane ed economiche sicuramente inferiori alle attuali. Il MAE parla di
razionalizzazione il cui piano verrà presentato nella prossima riunione con la proposta di organico che avvia il percorso della concertazione. In quell’occasione verificheremo quali saranno le intenzioni del MAE.
Sicuramente la FLC Cgil e le altre OO.SS., come annunciato, chiederanno conto anche delle incomprensibili scelte fatte, nel passato più o meno recente, che hanno parzialmente stravolto in alcune realtà il sistema degli interventi privilegiando, per esigenze estranee al governo del sistema, richieste non supportate da oggettive necessità. Come pure chiederanno una, ora più che mai necessaria, revisione e puntualizzazione dei compiti, ruoli e responsabilità che le relative figure professionali devono svolgere all’interno del sistema a cominciare dai Dirigenti scolastici. Insomma si dovrà ragionare a tutto campo evidenziando il fatto che non è ammissibile che gli interventi gelminiani vengano applicati alle scuole italiane all’estero in maniera rigida e in barba ai bisogni della domanda riducendo l’offerta formativa.
Sul piano, invece, del mancato avvio delle procedure per l’indizione delle prove non possiamo non rilevare gli effetti negativi che questa scelta comporta per la gestione delle graduatorie dovuti al fatto che alcune di esse sono da tempo esaurite. Su questo punto la FLC Cgil è molto chiara.
Fermo restando che si chiede al MAE, e in particolare alla DGPCC, di attivarsi in maniera tale da insistere, in occasione del riassetto di bilancio semestrale, una copertura economica di quel capitolo – sarebbero sufficienti a questo scopo lo stanziamento di cifre irrisorie pari a circa 200 mila euro – per avviare le procedure la FLC Cgil insisterà affinché vengano trovate soluzioni idonee in coerenza con le norme contrattuali per far fronte a questa emergenza. Per la FLC Cgil soluzioni in contrasto con le norme contrattuali non saranno assolutamente accettabile..
In occasione della prossima riunione, prevista per il 29 gennaio p.v., questi temi dovranno cominciare a trovare il loro svolgimento.
Roma, 15 gennaio 2009