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Aran: primo incontro sul decreto legislativo 276/03 e pubblico impiego

Si è tenuto oggi presso l’Aran un primo incontro con le organizzazioni sindacali sul temadella “armonizzazione” delle norme previste nel Decreto Legislativo 276/03 ( attuativo della Legge 30/ 03 sul mercato del lavoro ) al Pubblico impiego

19/05/2004
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Si è tenuto oggi presso l’Aran un primo incontro con le organizzazioni sindacali sul temadella “armonizzazione” delle norme previste nel Decreto Legislativo 276/03 ( attuativo della Legge 30/ 03 sul mercato del lavoro ) al Pubblico impiego.

Nonostante le contraddizioni tra la legge 30 ( che esclude dalla suaapplicazione il personale delle pubbliche amministrazioni)ed il decreto ( che prevedel’ armonizzazione) ,il Governo, con uno specifico atto di indirizzo “ quadro” , solleva la necessità di approfondire le ricadute del decreto nelle pubbliche amministrazioni..” alle condizioni e nei limiti della contrattazione collettiva”.

Il confronto dovrebbe quindiverificare nel concreto se sia necessario aggiornare le diverse tipologie di lavoro “flessibile” applicate nei comparti pubblici e le eventuali regolamentazioni contrattuali, considerando che esiste già un accordo quadro sul lavoro interinale ( oggi somministrato ) , sui contratti di formazione lavoro, ( oggi di inserimento ) e sul part-time. Si tratta inoltre di escludere alcune tipologie ( job-sharing, lavoro a chiamata….perché incompatibili con il lavoro pubblico.

La Cgil, ha ricordato il giudizio critico espresso nei confronti della Legge 30,che trasforma la flessibilità del lavoro in totale precarietà.

Si tratta quindi di una materia da “ maneggiare con cautela “, soprattutto nelle pubbliche amministrazioni sottoposte da anni al blocco delle assunzioni, a continue esternalizzazioni,altaglio costante di risorse che hanno impoverito e ridimensionato i servizi pubblici.

Per il fenomeno dei “co.co.co.”,invece, presente in modo massiccio in molti settori, va fatta una riflessione puntuale con particolare riferimento all’entità del fenomeno, ricordando quanto ha già detto lo stesso Ministro della Funzione Pubblica.

Il ricorso alle prestazioni coordinate e continuative ed altre forme di lavoro precariohaindebolito la qualità del servizio, non ne haridotto i costie rischia dideterminareun decadimento della professionalità e un calo della motivazione. Inoltre vengono meno i contratti di formazione –lavoro, che invece permettevano di stabilizzare nel tempo i giovani con contratti a tempo indeterminato. L’obiettivo di stabilizzare il lavoro,di valorizzare i pubblici servizi con personale qualificato ci interessa, partendo dalla rilevazione del fenomeno del precariato nei diversi comparti, basandosi su una ricognizione precisa.

In ogni caso la CGIL ritiene opportuna la sede negoziale contro ogni tentativo di imporre per via legislativa qualsiasi scelta.

Questo primo incontro si è concluso con l’impegno a effettuare una prima ricognizione dell’esistente a partire dai contratti di somministrazione di lavoro.

Roma, 19 maggio 2004