Attivo dei delegati del personale educativo del 14 ottobre: documento finale
Il testo seguente è il documento finale emerso dall’attivo nazionale dei delegati del personale educativo svoltosi a Roma il 14 Ottobre u.s..
Il testo seguente è il documento finale emerso dall’attivo nazionale dei delegati del personale educativo svoltosi a Roma il 14 Ottobre u.s.. Il ritardo con il quale lo pubblichiamo è dovuto soltanto a motivi tecnici ed a impegni sopravvenuti. Ci scusiamo con i compagni/e. I problemi sottolineati dall’attivo, relativi al ruolo del collegio degli educatori e all’applicazione dell’Accordo successivo del 22/2/96, sono stati già discusse in un primo incontro con il M.P.I. nella "sede di confronto per l’applicazione degli istituti contrattuali" e saranno oggetto di chiarimenti e disposizioni interpretative concordate con il MPI.
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Il 14 ottobre 1999 u. s. si è tenuto a Roma, presso l’Istituto "G.Kirner", l’attivo Nazionale Unitario delle Istituzioni Educative, promosso dalle Segreterie Nazionale CGIL CISL UIL della scuola che ha registrato una partecipazione di molte realtà regionali. La relazione introduttiva ed il dibattito che ne è seguito hanno espresso un giudizio particolarmente positivo per l’opportunità offerta dall’Attivo Nazionale di mettere a confronto, per la prima volta le rappresentanze del settore in una fase nella quale è importante consolidare i risultati raggiunti e rilanciare l’iniziativa unitaria nella periferia.
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Il dibattito ha ribadito il giudizio positivo sul C.C.N.L. e sulla piena estensione al personale educativo degli istituti delle funzioni obiettivo e del trattamento sulla professionalità docente attuata con il contratto integrativo. Il CCNL 1998-2001 ha sancito l’applicabilità immediata degli istituti contrattuali senza rinviarli alla sequenza contrattuale successiva. Ciò, letto assieme al precedente Accordo successivo del 22.2.96 tuttora in vigore, conferma l’inquadramento a pieno titolo del personale educativo nell’area della funzione docente.
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L'esperienze registrate in questo ultimo periodo e in questo inizio di anno scolastico hanno messo in risalto però le difficoltà e le resistenze ancora esistenti registrate in molte istituzioni educative da parte dei Capi d'istituto nel non riconoscere i principi del CCNL in vigore ed in particolare il ruolo della riunione collegiale degli educatori istituita con l'Accordo successivo del 22/2/96 quale sede competente a stabilire le modalità di attuazione di tali istituti ed in particolare della definizione delle F:O. specifiche
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Per superare questi ostacoli occorre esprimere una azione sindacale tramite i delegati, per l’apertura di vertenze d’istituto, che determinino l’applicazione in tutte le realtà convittuali del combinato del CCNL, del CCNI e dell’Accordo successivo del 22.2.96 per quanto attiene il ruolo del Collegio degli Educatori e in generale per quanto riguarda l’attuazione di tutti gl’istituti inerenti la professionalità e il rapporto di lavoro. Gli articoli 4 e 5 dell’Accordo successivo si sono rivelati di estrema efficacia alla luce di quanto poi disposto dagli articoli 28 e 29 del CCNL e degli articoli 37 e 38 del CCNI: le attività aggiuntive educative (art.4) volte a realizzare interventi educativi integrativi, finalizzati all’arricchimento dell’offerta educativa prevista dal progetto educativo d’istituto; il Collegio del personale educativo che "definisce i principi ed i contenuti formativi del progetto educativo, che è adottato dal rettore, direttore o direttrice o per convitti annessi, dal preside. Il progetto educativo comprende anche il piano delle attività aggiuntive di cui all’art.4 (…) . Il progetto deve essere coordinato con le indicazione che, per gli aspetti didattici, sono contenute nei progetti d’istituto delle scuole frequentate dagli allievi".
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L’insieme delle norme contrattuali definiscono quindi un modello organizzativo per la progettualità delle attività educative consolidato ed un profilo professionale per il personale educativo di alto livello.
Ciò è stato possibile grazie ai contenuti del primo accordo che hanno guardato lontano ma anche perché la realtà quotidiana del lavoro del personale educativo evolve verso una più avanzata professionalità ed impegno.
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Con il CCNL sono stati applicati, rispondendo alle aspettative del personale educativo, gl’istituti contrattuali relativi alle Funzioni Obiettivo ed al trattamento economico connesso allo sviluppo della carriera previsti dagli articoli 28 e 29 del CCNL. La procedura d’individuazione del personale interessato all’esercizio delle funzioni obiettivo (art.38 c.2) deve però essere adattata allo specifico settore in relazione al piano delle attività educative già richiamato, coordinato con il P.O.F., e in relazione alle quattro aree previste.
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Va ribadito che l’organo deputato a deliberare in merito alla scelte dell’area o delle aree, ad individuare l’Istitutore/trice responsabile della funzione obiettivo (una o due funzioni in relazione alla presenza di 20 o più unità di P.E.) non può che essere il Collegio del personale educativo che, in attesa del nuovo regolamento delle Istituzioni Educative, è stato istituito contrattualmente dall’art.5 dell’Accordo successivo del 22.2.96. Analogo problema di adattamento riguarda la procedura relativa al trattamento economico connesso allo sviluppo della professionalità (art.38 c.11). Dovranno essere definiti particolari contenuti del curricolo e della stessa prova strutturata in rapporto allo specifico profilo professionale.
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L’attivo nazionale ha dato mandato inoltre alle Segreterie Nazionale Unitarie affinchè le ore aggiuntive frontali, da svolgere in aggiunta all’orario di servizio, previste dal Piano annuale Educativo, inserite nel POF e deliberate dal Consiglio d’Istituto, siano compensate così come per il resto del personale docente. Ulteriore importante impegno assunto dalle segreterie nazionale è quello di avviare un confronto risolutivo con il Ministro della P.I. per definire i contenuti del Regolamento delle Istituzioni Educative ex art.21 L.15.3.97 n.59.
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L'assemblea ha infatti rilevato la necessità che le OO.SS nazionali impegnino il Ministro della P.I. affinchè nel brevissimo periodo venga definito il regolamento attuativo dell'autonomia del istituzioni educative.
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A fronte dei risultati positivi conseguiti contrattualmente va registrato un ritardo oramai insopportabile nella definizione della riforma delle istituzioni educative.da parte del MPI. La questione è ormai non più rinviabile in relazione al processo consolidato e definito dell' autonomia del restante sistema scolastico. Il testo unificato della proposta di legge per la riforma degli OO.CC. della scuola in discussione alla Camera all'art. 1, comma 3 demanda la materia ad un intervento regolamentare da parte del MPI come revisto dall'art. 21 della L. 59/97 Tale scelta, anche se, ancora una volta non definisce proposte specifiche nell'immediato può essere assunta quale punto di un percorso di confronto con il MPI nel quale il sindacato può sostenere e valorizzare il ruolo delle istituzioni educative nell'ambito del sistema scolastico del paese.
In questa sede sarà importante e necessario acquisire in maniera esplicita:
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il ruolo del collegio del personale educativo e le sedi di coordinamento ed integrazione tra il progetto educativo e il POF deciso dal collegio dei docenti;
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la presenza a pieno titolo del P.E. nei Consigli di classe e nel Consiglio di Istituto;
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l’abrogazione dei Consigli d’Amministrazione dei Convitti Nazionale e degli Educandati disapplicando le norme dei Regi Decreti incompatibili con il regolamento stesso.
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L'assemblea infine valuta positivamente l'iniziativa proposta dalle segreterie nazionali di riunire periodicamente i delegati del personale educativo costituiti in osservatorio unitario per verificare l'andamento dell'applicazione degli istituti contrattuali e seguire il percorso di definizione del regolamento specifico sull'autonomia e il confronto aperto in merito con il MPI.