Avvio dell'anno scolastico: secondo incontro al Miur su precari e operazioni di inizio anno
Nessuna estensione degli ammortizzatori sociali e nessuna risorsa in più. Il Ministro spaccia il contratto di disponibilità come la panacea per la drammatica situazione dei precari licenziati dopo i tagli previsti da Tremonti.
Dopo quello del 26 agosto, si è tenuto il 3 settembre presso la sede del Miur il secondo incontro con le Organizzazioni sindacali sui temi relativi al precariato e alle procedure relative all'inizio dell'anno scolastico.
L'incontro convocato per le ore 11.00 aveva all'ordine del giorno anche una discussione di carattere tecnico, sulle proposte avanzate dall'amministrazione per risolvere i problemi del personale precario.
L'informativa da parte dell'amministrazione
All'incontro non era presente il dott.Cosentino, convocato urgentemente in Consiglio dei Ministri per fornire ulteriori chiarimenti sull'emendamento presentato dal Miur.
Il rappresentante del Miur ha comunicato alle Organizzazioni sindacali che al Consiglio dei Ministri era previsto l'immediato inserimento dell' emendamento in un decreto già all'ordine del giorno, per arrivare alla sua all'approvazione nella stessa giornata.
Il funzionario ha illustrato rapidamente i punti significativi previsti dall'emendamento stesso:
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istituzione dei "contratti di disponibilità";
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definizione della platea dei lavoratori, docenti e ATA interessati, che saranno inclusi nell'anagrafe gestita in accordo con l'INPS e che dovranno essere in possesso dei seguenti requisiti:
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essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento (personale docente) o permanente (personale ATA);
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essere stati, lo scorso anno scolastico, titolari di un contratto annuale (31 agosto o 30 giugno) che non è stato rinnovato nell'anno scolastico 2009/2010;
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essere in possesso dei requisiti generali previsti per ottenere la disoccupazione ordinaria (almeno una settimana di contributi versati che risalgono a due anni prima della data della cessazione dal lavoro e almeno un anno di contribuzione - 52 contributi settimanali o 12 mensili - nei 24 mesi precedenti la data di cessazione dal lavoro).
Si prevede anche:
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la valutazione del periodo di validità del "contratto di disponibilità" ai fini del riconoscimento del punteggio per l'aggiornamento della graduatoria;
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la precedenza nelle assegnazioni delle supplenze temporanee, da parte delle istituzioni scolastiche, dei lavoratori titolari del "contratto di disponibilità".
Inoltre, è stata comunicata la stipula con alcune regioni (Sardegna, Sicilia, Campania e Abruzzo) delle convenzioni per sostenere l'occupazione dei precari della scuola. Nel contempo è stato confermato l'impegno del Ministero nel continuare gli incontri con le altre regioni (per ora Marche, Lombardia e Lazio) per arrivare alla sottoscrizione di analoghi accordi.
Nonostante sia stata fatta specifica richiesta, ai sindacati non è stata consegnata nessuna documentazione del testo dell'emendamento governativo né delle convenzioni (peraltro diverse) stipulate con le regioni.
L'incontro a questo punto, su richiesta della FLC Cgil, è stato aggiornato alle ore 16.00 per permetterne, con la presenza del Dott. Cosentino, la prosecuzione dopo l'eventuale approvazione dell'emendamento presentato in Consiglio dei Ministri, con elementi certi sul merito del provvedimento stesso.
Alla ripresa dell'incontro negli uffici di Viale Trastevere, ci è stato comunicato che il provvedimento non era stato approvato dal Consiglio dei Ministri, ma solo condiviso politicamente . L'approvazione, dopo una prima discussione di merito prevista in un pre-consiglio convocato per lunedì 7 è prevista, con l'inserimento dell'emendamento nel decreto "Ronchi", per mercoledì 9 settembre.
La riunione è terminata con la sostanziale conferma delle informazioni fornite in mattinata e con la riconvocazione dell'incontro per giovedì 10 settembre.
La nostra posizione
La FLC Cgil, preso atto delle comunicazioni verbali dell'amministrazione e aver constatato con rammarico che per l'ennesima volta l'amministrazione rifiuta ed elude il confronto con le Organizzazioni sindacali (e si presenta al tavolo di confronto mentre contemporaneamente consegna l'emendamento al Consiglio dei Ministri...) ritiene assolutamente insufficiente la proposta del Governo. Non c'è nessuna estensione degli ammortizzatori sociali, nessuna risorsa in più per i precari, si confermano i tagli previsti anche per i prossimi anni, non c'è nessuna certezza sulle stabilizzazioni del personale docente e ATA. Nessun cambiamento quindi nella politica scolastica di questo Governo.
Il Governo si presenta il 3 settembre, ad anno scolastico iniziato con i precari già licenziati e mentre aumenta la protesta in tutto il Paese, al tavolo di confronto con le Organizzazioni sindacali con un provvedimento fantasma, condiviso politicamente dal Consiglio dei Ministri, ma non esaminato nel merito né approvato.
Come abbiamo ribadito, in realtà, la proposta del Governo non attribuisce nessuna risorsa in più per il personale precario e si limita a garantire l'utilizzo intermittente dell'indennità di disoccupazione, che sarebbe comunque stata erogata a questo personale e prevede una priorità sulle supplenze temporanee assegnate dalle scuole (che in ogni caso ci sarebbe stata...), annullando di fatto l'utilizzo delle attuali graduatorie d'istituto e introducendo una pesante discriminazione tra i lavoratori precari oltre a configurare una forma di contratto che sembra debordare dalle normali caratteristiche dei rapporti di lavoro subordinato.
L'unico elemento di novità è che questa nuova tipologia contrattuale dovrebbe garantire la maturazione del punteggio ai soli fine della graduatoria.
Sull'altro strumento che l'amministrazione intende utilizzare per intervenire sui precari abbiamo rilevato che con gli
accordi regionali si esplicita e si incoraggia uno strano concetto di "devoluzione federalista" in cui lo Stato prima taglia i servizi scolastici poi chiede alle regioni di ripristinare gli stessi servizi con risorse regionali.
Abbiamo sottolineato la pericolosità di questa impostazione che porta ad una articolazione della proposta formativa regionalizzata condizionata dalle disponibilità economiche delle varie regioni e prelude anche ad interventi di sostegno per i precari della scuola in base alla "provenienza territoriale".
Gli accordi Stato-Regioni stipulati fino ad ora presentano impostazioni, procedure e modalità di intervento differenti, condizionati dalla natura delle risorse che le regioni mettono a disposizione e anche da legittime esigenze territoriali che l'autonomia regionale esprime.
È evidente però che gli accordi devono mantenere criteri d'intervento e di applicazione unitaria e che quindi uno schema di convenzione va discussa con la massima urgenza al tavolo di confronto della Conferenza Unificata Stato/Regioni.
Per quanto ci riguarda abbiamo ribadito:
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che questi accordi devono prevedere comunque interventi e garanzie per tutto il personale precario della scuola sia docente che ATA;
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che il riferimento per la stipulazione dei contratti di lavoro annuali rimane il CCNL della scuola;
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che l'individuazione degli aventi diritto deve avvenire attraverso lo scorrimento delle graduatorie permanenti per il personale ATA e di quelle ad esaurimento per il personale docente come integrazione delle nomine già effettuate sui posti disponibili in organico.
Inoltre, gli interventi e i progetti dovranno rispondere all'esigenza di innalzare la qualità complessiva dell' offerta formativa e a favorire l'innovazione didattica e dovranno intervenire su:
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l'allungamento/ripristino del tempo scuola;
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un efficace rapporto docenti/alunni (tenendo presente le garanzie per gli alunni diversamente abili) e il connesso incremento del tempo scuola individuale;
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un intervento specifico sulle situazioni di disagio sociale;
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un diffuso potenziamento dell'offerta formativa.
Abbiamo chiesto, da subito, un intervento urgente da parte del Ministero per un incremento degli organici del personale ATA, con l'apertura di un tavolo di confronto specifico per questo personale,denunciando una situazione di assoluta emergenza per la mancata apertura di molti plessi e sedi scolastiche e per l'impossibilità in molte istituzioni scolastiche di garantire la normale attività amministrativa e didattica di inizio anno scolastico.
Contestualmente abbiamo chiesto l'apertura urgente del tavolo di confronto sulle code contrattuali rimaste ancora aperte e un tavolo per la verifica della situazione finanziaria relativamente agli accreditamenti ordinari e al finanziamento dei debiti pregressi delle istituzioni scolastiche e sull' organico di fatto docenti e ATA.
Ribadendo la propria posizione, espressa nella piattaforma per la " Liberazione dal Precariato ", la FLC Cgil ha chiesto al Governo: un piano straordinario con risorse aggiuntive, l'abolizione dei tagli e un piano certo di immissioni in ruolo per docenti e ATA.
La FLC Cgil ha confermato che continuerà a promuovere e sostenere, insieme al movimento dei precari, la mobilitazione nei territori, per difendere l'occupazione e garantire la qualità del servizio scolastico nazionale.
Roma, 6 settembre 2009