Cgil Cisl Uil scuola e Snals: no a questa valutazione dei dirigenti scolastici
Il giorno 16 giugno 2003 in sede Miur si è tenuto l’incontro conclusivo del confronto sulla valutazione dei Dirigenti Scolastici.
Il giorno 16 giugno 2003 in sede Miur si è tenuto l’incontro conclusivo del confronto sulla valutazione dei Dirigenti Scolastici.
Il confronto, che si è protratto per molti mesi, si è basato sulla proposta dell’Università Bicocca e ha visto le posizioni delle Organizzazioni Sindacali CGIL CISL UIL Scuola e Snals distanti e non componibili su di una questione essenziale, che è la natura classificatoria della proposta dell’Amministrazione.
L’Amministrazione, che ha la facoltà di procedere unilateralmente sulla valutazione, giacché essa non è materia di trattativa ma solo di informativa, ha teso ad affermare la necessità di articolare su tre livelli il giudizio sulle prestazioni dei Dirigenti Scolastici (da migliorare, da apprezzare, eccellente) e, conseguentemente, di differenziare sul piano economico gli esiti della valutazione stessa.
Il confronto è stato centrato soprattutto su questi elementi e le OO.SS. CGIL CISL UIL Scuola e Snals hanno puntato ad ottenere, onde evitare atti puramente unilaterali ed imposti, a metter sotto controllo quanto l’Amministrazione avrebbe comunque deciso, a partire dell’avvio della valutazione dall’anno scolastico 2003-2004.
Nel corso del lungo confronto la Cgil Scuola ha sostenuto:
- il carattere sperimentale della valutazione in attesa della revisione del sistema valutativo, in conseguenza del cambiamento della natura del valutatori ( i Direttori Regionali sono di nomina non più professionale ma politica) dopo l’introduzione dello spoils system;
- la necessità di una valutazione ad esito binario (positivo/negativo) dato anche l’impatto “sociale” della valutazione che non esaurisce le sue conseguenze in chiuse stanze ministeriali;
- la dimensione descrittiva, quindi di promozione professionale e non sanzionatoria, della valutazione, escludendo giudizi sintetici sommativi dei vari campi di attività;
- la finalizzazione della valutazione allo scopo prevalente di “testare” lo strumento, data l’impreparazione dei valutatori;
- l’opportunità di corsi preliminari di preparazione dei valutati e dei valutatori;
- la necessità di istituire una Commissione bilaterale paritetica di monitoraggio e proposta sull’intero sistema valutativo;
- la verifica della sperimentazione prima di procedere a cambiamenti del sistema;
- un esito economico non differenziato non solo per l’anno scolastico in corso ma anche per l’anno scolastico 3003-3004.
Il confronto si è concluso con un verbale che ha registrato le posizioni delle parti.
La CGIL Scuola, insieme con CISL UIL Scuola e Snals, ha accolto e convenuto con quanto l’Amministrazione ha recepito delle nostre proposte, perché frutto della nostra iniziativa e argomentazione, ma non ha accettato l’esito valutativo che ne scaturisce.
Le proposte fatte proprie dall’Amministrazione sono pressoché tutte quelle sopra richiamate (compresa l’attribuzione della retribuzione di risultato a tutti coloro che avranno una valutazione positiva nel 2003-2004), salvo l’esito binario e descrittivo/promozionale della valutazione stessa.
In particolare, la CGIL Scuola, insieme con gli altri Sindacati Confederali e lo Snals, ha espresso, proprio in ragione del rifiuto dell’Amministrazione di accogliere quei punti che riteniamo qualificanti l’intero sistema, “la più netta contrarietà” alla proposta.
Le motivazioni della netta contrarietà risiedono:
- nella impraticabilità di un esito articolato su più livelli in assenza di una procedura che non sia stata preliminarmente validata e condivisa;
- nella ingiustificabilità e inaccettabilità di una valutazione differenziante e classificatoria in un momento in cui si pone la necessità di rivedere l’intero sistema di valutazione, che, dall’approvazione della Legge Frattini, dispone di valutatori di nomina politica;
- nella irrisorietà delle risorse per la retribuzione di risultato a fonte di una valutazione che differenzia sul piano professionale e richiama una possibile conseguente differenziazione sul piano economico.
Le parti torneranno ad incontrarsi il giorno 24 giugno 2003 per la trattativa relativa alla definizione dei criteri di attribuzione della retribuzione di risultato.
L’esito in gran parte è scontato dal momento che le OO.SS. hanno ottenuto dall’Amministrazione, già nel verbale di confronto, che non si prevedono conseguenze sul piano economico per l’anno scolastico 2003-2004 con la sola eccezione di una valutazione negativa ai sensi del comma 9 art.27 del CCNL dell’Area V.
Di seguito il Verbale di incontro che ha registrato le posizioni delle parti
“L’Amministrazione, ai sensi dell’articolo 4 del CCNL del 1 marzo 2002, ha consegnato alle OO.SS. un documento sui criteri generali per la valutazione della prestazione dei Dirigenti Scolastici.
Dopo numerose riunioni sull’argomento, nell’incontro tenutosi in data 16 giugno 2003, le parti convengono:
- di avviare il processo di valutazione delle prestazioni dei Dirigenti Scolastici a partire dall’anno scolastico 2003-2004;
- di assumere il sistema generale di valutazione elaborato, sulla base delle previsioni del CCNL, dall’Università “Bicocca” di Milano adattato all’evoluzione della normativa nonché alle risorse umane e strumentali attualmente disponibili;
- di attuare un percorso di formazione dei valutatori di prima istanza, che tenga conto delle tecniche di valutazione delle prestazioni con riferimento al nuovo profilo professionale del dirigente scolastico, supportato da un piano nazionale di informazione/formazione attraverso incontri con gruppi di valutati al fine di costruire un sistema nel quale la cultura della valutazione possa essere promossa e sostenuta attraverso uno sforzo comune di elaborazione e condivisione;
- di conferire, in prima applicazione, carattere sperimentale al processo di valutazione, in considerazione della opportunità di testare il percorso tenendo conto dei tempi a disposizione, anche in vista della definizione del CCNL per il periodo 2003-2005; pertanto di non prevedere conseguenze sul piano economico, per l’anno scolastico 2003-2004, con la sola eccezione del caso di valutazione negativa ai sensi dell’art. 27, comma 9 del CCNL 1.3.2002 e dell’art. 21 del D.Lgs 165/2001;
- inoltre, sempre in considerazione del carattere sperimentale del sistema, di non dar luogo in prima applicazione ad una valutazione complessiva del singolo dirigente attraverso un giudizio sintetico, ma di formulare una valutazione sulle singole aree di attività così come previsto dal report “Bicocca”;
- di prevedere l’attivazione di una commissione bilaterale, composta dai rappresentanti dell’Amministrazione e dei Sindacati, per monitorare l’andamento dei processi di valutazione, ai sensi dell’art. 10, comma 1 del CCNL, anche al fine di una revisione della normativa in sede contrattuale.
In relazione ai tre livelli di standard da esprimere su ciascuna area di attività previsti dal sistema di valutazione, che L’Amministrazione intende tener fermi
> la C.I.D.A./A.N.P. concorda con la proposta dell’Amministrazione in quanto
1. ha natura sperimentale;
2. è coerente coi criteri suggeriti dall’Università “Bicocca” di Milano e dal CCNL;
3. rimanda la definizione a regime del sistema di valutazione, compresi i tre livelli di standard, alla verifica dei risultati della sperimentazione da attuare nell’anno scolastico 2003-2004;
4. non ha effetti sulla retribuzione di risultato per l’anno scolastico 2003-2004.
CGIL,CISL,UIL scuola e SNALS-Confsal esprimono la loro più netta contrarietà per le seguenti ragioni:
1. in una fase di messa a punto dello strumento valutativo, risulta impraticabile un esito professionale ed economico articolato su più livelli a cui non corrisponda una procedura opportunamente fondata e validata;
2. in attesa del nuovo contratto, che tra l’altro dovrà adeguare le procedure e gli strumenti della valutazione al nuovo sistema di conferimento degli incarichi dirigenziali introdotto dalla legge 145/2002, la quale ha profondamente mutato la natura politico-istituzionale del valutatore di I e II istanza, modalità valutative con esiti differenziati su più livelli e conseguente differenziazione retributiva darebbero luogo a discriminazioni non giustificabili e non accettabili;
3. in ogni caso le risorse a disposizione sono assolutamente irrisorie, per cui la retribuzione differenziata (graduata) in base ai diversi livelli, in prospettiva, si ridurrebbe ad una operazione irrilevante sotto il profilo del beneficio economico.
Da ciò la proposta che la valutazione si articoli attraverso due livelli, sulla base di giudizi descrittivi per ogni area, dei punti da migliorare e da apprezzare di ciascun dirigente.
Sull’argomento le parti si riservano una considerazione alla fine del periodo di sperimentazione.
Preso atto di quanto sopra, l’Amministrazione si impegna a proseguire celermente nell’applicazione del sistema di valutazione e, congiuntamente alle OO.SS., a concludere in tempi brevi il contratto per la retribuzione di risultato per l’anno scolastico 2002-2003.
Roma, 16 giugno 2003