Cittadinanza, democrazia e legalità: emanate le linee d’indirizzo dal MPI
Il MPI presenta una direttiva con linee d’indirizzo in materia di democrazia, legalità e cittadinanzaa cui far riferimento nella vita scolastica
La direttiva ministeriale fornisce indicazioni alle scuole in materia di legalità e democrazia in piena coerenza con le indicazioni europee.
Viene sottolineato come l’educazione alla cittadinanza e alla legalità e i valori connessi siano presupposti fondanti per il cittadino del domani.
Si ribadisce che l’equità sociale, la crescita economica di un Paese, l’occupazione e la coesione sociale non possono essere raggiunti se non attraverso l’ efficienza e l’equità dell’istruzione.
Vengono confermate tutte le condizioni per far si che la legalità e la democrazia siano prassi diffuse nella comunità scolastica, anche sulla base dell’adozione della “ Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio europeo”. Infatti a livello europeo è stato stabilito di istituire per il periodo 2007/13 il programma “Europa per i cittadini” volto alla diffusione della cittadinanza attiva e quindi allo spirito di appartenenza ad una società fondata sui principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani.
La Direttiva centra l’attenzione sulla partecipazione attiva dei giovani alla costruzione europea, alla comprensione delle diversità culturali presenti oggi nella nostra società ormai multietnica, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro il razzismo.
Le scuole sono invitate a promuovere tutte le occasioni di apprendimento formale e non formale sia nella scuola sia al suo esterno, sono sollecitate non solo a individuare obiettivi di miglioramento per l’istruzione ma anche piani strategici per raggiungerli. Possono quindi assumere valore rilevante attività che agevolino gli scambi e coinvolgano oltre alle scuole anche università e centri di aggregazione giovanile con l’utilizzo di strutture formative già presenti sui territori e create con risorse europee (obiettivo1, PON Nazionale).
Si deve quindi riconoscere all’educazione alla legalità una dimensione formativa trasversale che consolida le capacità della scuola di interpretare e intervenire sulla complessità sociale presente sul territorio.
Obiettivo che non può essere disgiunto da un discorso più ampio: l’esigenza di coinvolgere le famiglie, dare spazio non solo ai singoli genitori, ma anche alle associazioni di questi presenti sui territori.
La scuola per poter intervenire, come in tutti i processi educativi,ha bisogno di coordinare il contributo di tutte quelle forze che in qualche modo possono cooperare per un obiettivo comune. Intorno all’educazione alla legalità è necessario poter realizzare un’integrazione fra tutte le forze presenti sul territorio con azioni che prevedano l’intervento delle istituzioni a tutti i livelli: nazionale, regionale e provinciale.
Questa Direttiva viene emanata in un momento in cui su alcune zone del nostro Paese forme di illegalità e violenza hanno preso maggiormente il sopravvento ed i giovani si invaghiscono di falsi ideali, attratti da messaggi apparentemente accattivanti e rassicuranti. In quest’ottica prevale ancora di più l’esigenza d’ innalzare l’obbligo scolastico , che assume un valore morale e civile più alto. L’evasione scolastica, presentein percentuale maggiore sui territori ad alto rischio malavitoso , rappresenta un punto cardine su cui lavorare se si vuole veramente operare nel senso della Direttiva.
Sicuramente “l’istituzione scuola” può e deve essere protagonista nella diffusione della cultura della legalità e della democrazia, per una migliore convivenza tra diversi, nel rispetto delle regole e per una società più giusta, deve riuscire a costruire un percorso articolato dove due sono i protagonisti: le regole e lo studente.
Solo così si capisce che diritti e doveri non sono due termini che si somigliano, ma rappresentano valori, battaglie, processi storici, e spesso sono lo specchio di culture e di costumi della società.
La strada giusta è quella, anche di tenere aperte le scuole il pomeriggio, avere docenti disponibili a restare a lungo ad insegnare, a stare con i giovani.
Ciò porta a valorizzare le risorse umane, le professionalità già attive e ad investire ulteriormente cogliendo le disponibilità presenti nelle nostre scuole.
Roma, 5 dicembre 2006