Contratti integrativi di scuola: sospeso lo schema di certificazione dei contratti
Il Miur chiede al Mef di sospendere il modello pubblicato in “Athena 2”
Alcuni mesi fa, la FLC denunciò con prontezza l'abuso che si commetteva ai danni della contrattazione e dell'autonomia scolastica con la pubblicazione in "Athena 2" dello schema di certificazione dei costi dei contratti integrativi di scuola. Di questo schema il Miur dopo le nostre proteste ne ha chiesto la sospensione al Mef con una nota inviata il 21 febbraio. Si tratta di un primo importante risultato da cui si deduce che il Miur ha riconosciuto che esiste un problema di invadenza contrattuale. Infatti, come abbiamo già avuto modo di denunciare sia la verifica dei vari punti indicati nello schema pubblicato in "Athena "2 come "osservanza delle norme regolamentari" sia l'ipotesti di "pre intesa" sostenuta nello stesso vanno ben oltre la certificazione di compatibilità finanziaria affidata ai collegi dei revisori e non sono coerenti con le norme contrattuali. Vale a dire con il concreto funzionamento dei meccanismi previsti dal D.lgs. 165/2001.
Con quel modello infatti si è cercato di affidare ai collegi dei revisori un controllo sempre più di merito sui contratti che deborda dalla certificazione di compatibilità con gli strumenti di programmazione di bilancio
La richiesta di sospensione, anche se con una certa lentezza, è il risultato che abbiamo in seguito all'incontro tra sindacati scuola e Miur avvenuto il 12 gennaio. Durante quell'incontro il Miur si dichiarò "ignaro" del fatto che lo schema di certificazione, senza alcuna ufficialità, fosse stato diffuso on line sul sito del Mef. Il Miur, si disse convinto che l'uso di quel modello, troppo rigido per monitorare la situazione di 10750 istituzioni scolastiche, andava sospeso almeno fino a quando le parti (ARAN/sindacati scuola/Miur) non avessero approfondito ulteriormente l'argomento. Da quanto detto finora si direbbe che le relazioni sindacali, anche se faticosamente, siano riprese tra le parti. Purtroppo non è cosi! Proprio in questi giorni continua l'offensiva del Mef che attraverso i suoi revisori cerca di ritagliarsi uno spazio di controllore, che non ha, sulle scelte fatte da Dirigenti Scolastici ed Rsu. In pratica il Ministero dell'Economia e delle Finanze, nelle sue articolazioni periferiche cioè le ragionerie provinciali, cerca di affermare un ruolo di amministrazione di controllo. Una tesi questa, che non solo tradisce l'idea di una amministrazione di stampo ottocentesco che manda in giro per l'Italia i suoi ispettori, ma che risulta azzardata anche sotto il profilo normativo. Il 2° comma dell'art. 60 del D.I. 44/2001, infatti, prevede il coinvolgimento dell'ufficio scolastico regionale e della ragioneria provinciale solo quali destinatari dell'invio del verbale dei revisori dei conti relativo al conto consuntivo e ad eventuali anomalie. L'ultimo caso di "invadenza contrattuale" ci viene segnalato dal Piemonte dove in una nota del Coordinamento delle Ragionerie provinciali dello Stato di Cuneo si indica ai revisori dei conti la linea di condotta da tenere su materie come il controllo automatizzato dell'orario e la riduzione a 35 ore la cui applicazione non è oggetto di verifica da parte loro. Questo fatto, che è l'ultimo di una serie di interferenze non più tollerabili, ha talmente esacerbato gli animi tanto da spingere i sindacati scuola confederali a chiedere l'intervento del Prefetto.
Roma, 27 febbraio 2006