Corsi ad indirizzo musicale della secondaria di I grado: una esperienza da consolidare e rilanciare
Oltre 120 mila studenti coinvolti nell’apprendimento “curricolare” di uno strumento musicale.
Quasi 8.200 cattedre, oltre duemila corsi, seimila classi, circa 120 mila studenti coinvolti. Sono i numeri davvero importanti dei corsi ad indirizzo musicale della scuola secondaria di I grado. Si tratta di uno dei più grandi e originali investimenti della scuola statale italiana che consente a decine di miglia di studenti di poter studiare gratuitamente uno strumento musicale all’interno del percorso di studio curricolare.
I corsi, nati a partire dall’anno scolastico 1975/76 in alcune scuole medie italiane sul modello tradizionale del Conservatorio, in cui l’unica dimensione era quella della lezione individuale, sono via via cresciuti. fino a diventare ordinamentali a partire dall’a.s. 2000/01 (Legge 124/99 art. 11 comma 9). Elementi caratterizzanti del processo di messa in ordinamento furono
- l’affrancamento dalla tradizionale didattica del Conservatorio e l’ampliamento del ventaglio delle attività possibili: dalla lezione individuale, alle lezioni collettive, alla pratica della musica d’insieme, a forme sempre più originali di apprendimento della lettura della semiografia musicale
- un forte collegamento con l’educazione musicale curricolare e con la programmazione didattica ed educativa delle scuole
- l’utilizzo ordinario ed esteso dell’autonomia organizzativa e didattica ancora prima dell’entrata in vigore del Regolamento dell’autonomia scolastica
- la presenza nelle scuole di docenti che si sono specializzati nell’arrangiamento/composizione di brani adatti a studenti quella fascia di età.
Gran parte di queste esperienze trovarono una loro codificazione normativa nel Decreto ministeriale 201 del 6 agosto 1999.
I corsi che entrarono in ordinamento furono 466 e i docenti stabilizzati (in gran parte precari), attraverso specifiche procedure abilitanti, furono poco meno di duemila. Da allora i corsi si sono quadruplicati, segno, da un lato, che vi è una forte richiesta di fare musica in prima persona da parte di tante ragazze e tanti ragazzi e, dall’altro, che la scuola statale è stata in grado di mettere in campo una propria originale proposta educativa.
Anche le scuole ad indirizzo musicale hanno rischiato, ma il rischio non è affatto superato, di essere coinvolti in alcuni dei provvedimenti previsti dalla Legge 107/15. Ricordiamo infatti che una delle deleghe della legge 107, il Decreto Legislativo 60/17 prevede di fatto lo smantellamento dell’idea di corsi ad indirizzo musicale a favore del modello di percorsi ad indirizzo musicale, prioritariamente per gruppi di studentesse e studenti, di natura chiaramente opzionale, seppure coerenti con il Piano triennale dell’offerta formativa. A tal fine è prevista l’adozione di uno specifico decreto ministeriale che una volta emanato abrogherebbe automaticamente il DM 201/99. In attesa di questo decreto la situazione dei corsi ad indirizzo musicale è sospesa e si prosegue con la vigente normativa.
È evidente come una tale impostazione, oltre a contraddire le norme in vigore che collegano i corsi ad indirizzo musicale con i Licei Musicali, è finalizzata a bloccare l’ulteriore crescita dei corsi e delle relative dotazioni organiche, con il rischio che l’apprendimento pratico della musica venga sempre di più appaltato a privati e che l’accesso allo studio di uno strumento musicale sia consentito solo a chi può sostenere le spese per frequentare lezioni private.
Come FLC CGIL riteniamo che l’esperienza di tutti questi anni, il lavoro di migliaia di docenti di strumento, la formidabile capacità delle comunità educative delle scuole in cui sono allocati i corsi ad indirizzo musicale di considerare la pratica musicale uno strumento straordinario di crescita delle ragazze e dei ragazzi, debba essere consolidata e ulteriormente valorizzata. Per questo chiediamo che vengano abrogate le norme del D. Lgs. 60/17 che riguardano l’indirizzo musicale, in particolare l’art. 12, e, al contrario, l’adozione di norme che consentano di collegare in maniera più significativa la missione educativa di questi corsi, da un lato, con le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, e, dall’altro, con i Licei musicali.