Cambiamo il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Home » Scuola » Corsi di recupero per i debiti formativi: come si pagano le attività?

Corsi di recupero per i debiti formativi: come si pagano le attività?

Uno strumento per aiutare le scuole ed i docenti di fronte alle difficoltà nel ricomporre il quadro dei fondi finalizzato alle attività di recupero per i debiti formativi.

11/12/2007
Decrease text size Increase  text size

In questi giorni un tema di grande attualità anima la discussione nelle scuole secondarie di secondo grado: le attività di recupero dei debiti formativi.

Recentemente abbiamo prodotto un fascicolo e messo sotto la lente di ingrandimento il riverbero di questa partita sul versante didattico e organizzativo.
Rimandiamo, quindi, alla lettura del fascicolo in questione per i diversi approfondimenti, a partire dalla scheda sui finanziamenti, e per conoscere le nostre valutazioni politiche e sindacali.

L’intento di questa scheda, invece, è quello di ricostruire il quadro dei finanziamenti e metterlo a disposizione delle scuole, dal momento che esse sono già nella fase dell’operatività.

I finanziamenti secondo Fioroni: un mix di fondi contrattuali e stanziamenti di bilancio del MPI

Il Ministro Fioroni nell’annunciare il Decreto Ministeriale sui debiti formativi ha dichiarato una disponibilità di 210 milioni di euro per le attività rivolte agli alunni con debiti formativi.

In realtà nessun provvedimento normativo o stanziamento di bilancio riporta questa voce di spesa specifica. La mancanza di un dato finanziario certo è un fatto negativo ed è il principale motivo per cui nelle scuole non se ne viene a capo. Male ha fatto il Ministro a fare quelle imprudenti dichiarazioni.

Questo crea confusione e impedisce alle istituzioni scolastiche di programmare la spesa alle scadenze previste per l’approvazione del programma annuale e la contrattazione integrativa di istituto.

Per noi è evidente che i 210 milioni di euro dichiarati da Fioroni sono il mix di fondi già esistenti, quelli contrattuali, e in minima parte di finanziamenti nuovi. Ma vediamo di ricostruire la situazione reale.

Gli ex Idei: dove sono confluiti

Fino al 31 agosto 1999 il MPI gestiva direttamente sul proprio bilancio i finanziamenti (circa 166.000.000 di euro) per gli interventi didattici educativi e li assegnava agli ex provveditorati, per il successivo invio alle scuole, sulla base del numero degli alunni e del numero dei docenti in organico di diritto.

A partire dal 1 settembre 1999, con la sottoscrizione del Ccni 1999, questi fondi, pur mantenendo la loro finalizzazione, vengono disciplinati dal contratto e sono distribuiti alle scuole secondarie in base al numero dei docenti in organico di diritto (numero docenti x 464,81 euro).

Nell’attuale situazione di incertezza è naturale per le scuole fare in po’ di conti basandosi sul dato storico della quota ex Idei.

Giusto, ma è bene, però, tenere presente che in otto anni il numero dei docenti si è ridotto per effetto dei tagli all’organico. A fronte della riduzione del moltiplicatore (cioè del numero dei docenti in organico di diritto) i finanziamenti complessivi però non sono scesi ma le economie così realizzate sono state utilizzate per le altre voci del fondo del miglioramento offerta formativa.

Di conseguenza prendere a riferimento il dato storico della quota ex Idei attribuita alla singola scuola può costituire solo un punto di riferimento, una base di partenza su cui impostare il programma annuale ma non può rappresentare un dato certo e definitivo.

Il Ccnl 2006/2009

Il Ccnl sottoscritto il 29 novembre scorso distribuisce il 17% dei fondi complessivamente disponibili per il miglioramento dell’offerta formativa (leggi: salario accessorio pagato dalle scuole) alle scuole secondarie di secondo grado. Lo fa con parametri semplici e trasparenti per agevolare il lavoro delle scuole e aiutare le Rsu nella esatta determinazione del Fis. Infatti, i nuovi parametri, in tutto tre, hanno come fondamento la semplificazione nell’individuazione delle voci e conseguentemente dei parametri necessari alla loro distribuzione (prima erano una decina circa).

In particolare, nelle scuole secondarie di secondo grado, per dare rilievo ai processi riformatori in atto, è stato previsto un moltiplicatore aggiuntivo rispetto alle scuole del primo ciclo.

Per calcolare esattamente il Fis con in nuovi parametri, però, è necessario aspettare la sequenza contrattuale per abbinare i valori economici ai nuovi parametri del fondo di istituto previsti dall’art 85.

Stiamo parlando della sequenza contrattuale che è già stata calendarizzata per il 19 dicembre 2007, anche se comunque solo dopo l’approvazione della finanziaria 2008 potremo avere un quadro finanziario definito e aumentare i fondi a disposizione delle scuole.

Al momento, quindi, le previsioni di spesa vanno fatte sulla base dei “vecchi parametri” del Fis.

Questo principio vale sia per il pagamento delle attività di recupero che per qualsiasi altra attività aggiuntiva prevista dal piano dell’offerta formativa e decisa in sede di contrattazione.

Gli stanziamenti di bilancio del MPI: insufficienti e instabili

I fondi ministeriali aggiuntivi sono in tutto 65.000.000 euro.

Le fonti di finanziamento sono due: la finanziaria 2007 e il D.L. 159/2007.

Nel primo caso si tratta 30.000.000di euro (comma 634, art. 1) per le attività di recupero rivolte agli alunni con debiti formativi.

Nel secondo caso si tratta di 35.000.000 di euro, una tantum per il 2008, come quota finalizzata all’interno dello stanziamento di 150.000.000 di euro per l’assolvimento dell’obbligo di cui al decreto fiscale collegato alla finanziaria n. 159del Ottobre 2007, che il MPI intende destinare alle classi del biennio.

Rifacciamo i conti

Quota ex Idei ______ 166.000.000

Finanziaria 2007 ____ 30.000.000

TOTALE _________ 196.000.000

A questo punto i nostri lettori potrebbero chiedersi perché non abbiamo aggiunto i 35.000.000 di euro del Decreto fiscale n. 159?

La risposta è semplice: sono una tantum per il 2008 e quindi non sono permanentemente attribuibili alle scuole.

Il rischio dei debiti finanziari

Non è difficile prevedere l’insufficienza dei fondi a disposizione: 15 ore per ogni corso di recupero (indicazione non vincolante considerato che le scuole hanno la piena autonomia professionale ai sensi dell’art.117 della Costituzione e secondo quanto previsto dal DPR 275/’99, artt. 4 e 5), su una popolazione scolastica di quasi 2.600.000 alunni con una retribuzione oraria di 50 euro come definito contrattualmente (tab. 5 del Ccnl).Con i 50 euro si pagano tutti i corsi di sostegno e recupero fatti in orario aggiuntivo durante il periodo che cade dentro il calendario scolastico, mentre pagano tout court i corsi che si collocano al di fuori del calendario scolastico.

Tale insufficienza di risorse naturalmente per noi è un dato assolutamente negativo, vista anche la già forte sofferenza finanziaria delle scuole. Un dato che il Ministro non può ignorare limitandosi a “gettare” la palla in mezzo al campo da gioco.

Al momento l’unica certezza è la destinazione alle scuole secondarie superiori del 17% dei fondi contrattuali, da calcolare sul finanziamento nazionale per tutte le voci del salario accessorio che è di circa 1.040.000.000.

Ma, come si diceva prima, questo finanziamento aumenterà in sede di sequenza contrattuale.

In conclusione, le scelte fatte dal Ccnl sono chiare e trasparenti e valorizzano l’impegno aggiuntivo dei docenti. Il sindacato fa scelte coerenti anche quando i cambiamenti nell’organizzazione del lavoro, è il caso dei corsi di recupero, sono state fatte unilateralmente dal datore di lavoro.

La comunicazione fatta dal Ministro sui finanziamenti, al contrario,non è stata né trasparente né precisa ma ha solo creato confusione.

Dalle dichiarazioni del Ministro, infatti, era molto difficile desumere che i 210 milioni di euro erano la somma di fondi già esistenti e di fondi nuovi, in buona parte una tantum.

Inoltre, sui fondi ministeriali grava l’incognita dei parametri di attribuzione da noi subito contestati (si veda, al riguardo, il citato fascicolo sui debiti formativi).

Proprio in questi giorni le scuole stanno ricevendo la prima erogazione per i corsi di recupero ma non viene specificato che si tratta solo di una tranche. In pratica un altro finanziamento al buio come è già successo con la dotazione finanziaria assegnata alla singola scuole dopo l’istituzione del “capitolone”.

Notiamo che in tutta questa confusione “vengono meglio” i finanziamenti alla scuola non statale. L’opacità, da questo punto di vista, paga.

Le richieste della FLC

Rimane determinata la nostra azione, nei prossimi giorni chiederemo un incontro, che rivendica un aumento dei fondi necessari per il pagamento dei corsi di recupero. Vogliamo evitare che la carenza dei fondi porti nei fatti all’assorbimento del Fis bloccando ogni altra attività. Il Ministro avrebbe dovuto valutare meglio le conseguenze dell’introduzione della normativa sui corsi di recupero a partire dalle risorse insufficienti impegnandosi da subito per un loro incremento: sarebbe stato un elemento di chiarezza.

Roma, 6 dicembre 2007