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Da Udine proposte per un avvio regolare del prossimo anno scolastico

Pubblichiamo la lettera inviata dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil Scuola e Snals di Udine, al Ministro dell'istruzione, al Direttore generale regionale, al Commissario di Governo ai prefetti della regione, ai Provveditori agli studi della regione e ai mezzi di informazione con le rivendicazioni e proposte per un avvio regolare del prossimo anno scolastico.

18/07/2001
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Pubblichiamo la lettera inviata dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil Scuola e Snals di Udine, al Ministro dell'istruzione, al Direttore generale regionale, al Commissario di Governo ai prefetti della regione, ai Provveditori agli studi della regione e ai mezzi di informazione con le rivendicazioni e proposte per un avvio regolare del prossimo anno scolastico.

testo lettera
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Oggetto: inizio anno scolastico. Rivendicazione e proposte per un avvio regolare.

Egregi signori
la presente per esprimere la nostra preoccupazione per l'avvio regolare dell'anno scolastico, la forte contrarietà all'annunciata riduzione degli organici del personale ATA e ad alcune misure contenute nel decreto legge n. 205/2001, le nostre proposte e rivendicazioni per gestire le complesse operazioni preliminari all'inizio regolare delle lezioni.
PREMESSO
Ad oggi, a causa dei ritardi già accumulati dal precedente ministro e per le scelte fatte dall'attuale titolare della P.I. registriamo un forte ritardo nella predisposizione delle operazioni preordinate all'avvio dell'anno scolastico.
A questo si aggiunge, da un lato le misure contenute nel decreto legge n. 205/2001 che rendono più complessi alcuni adempimento e, dall'altro un'amministrazione periferica in difficoltà anche a causa delle trasformazioni in atto.
La scelta di affidare alle scuole l'esame delle domande di supplenza dei docenti, la formazione delle graduatorie d'istituto, le nomine annuali dalle graduatorie permanenti nel caso in cui i provveditorati non riescano a completarle entro il 31 agosto ha reso evidente l'improvvisazione e la forte contraddittorietà dei provvedimenti assunti con il decreto legge; la decisione sta creando grossi problemi di funzionalità.
Infatti, nelle scuole gran parte del personale ATA è con contratto a tempo determinato (vale a dire con nomina fino al 30 giugno o 31 agosto). Molti dipendenti sono già stati licenziati ed altri lo saranno il 31 agosto; questi ultimi, intanto, devono godere delle ferie maturate. Con un organico praticamente ridotto di un terzo (il personale ATA precario è pari ad un terzo del totale) il personale amministrativo dovrebbe attendere a queste nuove e ulteriori incombenze senza alcuna aggiornamento: i ritardi sono scontati come pure i rischi di una valutazione difforme da scuola a scuola.
Si tratta di garantire al personale precario il diritto alla corretta valutazione dei titoli posseduti, il diritto ad essere nominato secondo la posizione di graduatoria: questi non possono essere condizionati da valutazioni approssimative svolte da personale non sufficientemente preparato e, dai tempi sfasati con cui le varie scuole nomineranno i supplenti.
Ovviamente questa delle nomine è solo l'operazione conclusiva di una serie che prevede: la determinazione delle classi e dei posti d'insegnamento, la sistemazione in una nuova sede del personale perdente posto, le immissioni in ruolo.
Determinazione classi e posti d'insegnamento. Al fine di semplificare le operazioni il decreto legge ha previsto che siano i Dirigenti scolastici (non più i provveditori) ad autorizzare eventuali incrementi di classi e, conseguentemente di posti. In questa fase il moltiplicarsi delle sedi decisionali non è garanzia di un'applicazione uniforme delle disposizioni.
Un caso a sè è costituito dall'organico di sostegno: il numero dei posti è stato determinato in maniera approssimativa a causa dei ritardi del ministero; ora si tratta di adeguarlo alle effettive necessità, alla luce delle proposte fatte da un apposito gruppo di lavoro provinciale. Questa possibilità non è contemplata dal decreto ed il rischio concreto è quello di un mancato adeguamento dei posti a svantaggio degli alunni handicappati.
Utilizzazione perdenti posti. Questa operazione segue la definizione delle classi; se quest'ultima sarà completata entro i primi giorni si settembre dai dirigenti scolastici non si vede come la sistemazione del personale da parte dei provveditori possa concludersi entro il 31 agosto che entro la stessa data dovrebbe completare le immissioni in ruolo e le nomine annuali (anche questo è previsto dal decreto). Insomma le operazioni sono complesse, i ritardi accumulati evidenti (mancano ancora i criteri per definire l'organico degli ATA) e sono enormi i rischi di errori, ed approssimazioni. E' facile immaginare che saranno alunni e personale a pagare per scelte politiche sbagliate, errori, ritardi.
Immissioni in ruolo. A causa dei ritardi ormai certi le immissioni in ruolo avverranno dopo il 31 agosto. Il decreto legge prevede per questo personale solo la valutazione giuridica dell'anno in corso. Questo non è ammissibile è deve essere modificato.
Le sottoscritte organizzazioni sindacali chiedono,
al ministro della P. I.
a) il blocco del decreto che taglia gli organici del personale ATA: è inconcepibile che nel mentre si trasferiscono alle scuole nuove competenze nello stesso tempo si riducano gli organici;
b) il mantenimento in servizio, fino al 31 Agosto, di tutti i supplenti ATA nominati fino al 30 giugno: in regione i nominati fino al 30 giugno sono circa 400 su 1000 supplenti annuali;
c) la proroga del rapporto di lavoro degli attuali supplenti ATA fino alla nomina da parte dei provveditori: infatti stante la situazione attuale i provveditori non riusciranno a nominare prima dell'inizio del mese di ottobre e quindi, il rischio è che le scuole restino senza personale ATA (1000 su 3000) per tutto il mese di settembre ed oltre;
d) l'individuazione di fondi straordinari con i quali retribuire il personale impegnato nell'esame delle domande di supplenza; è inconcepibile chiedere al personale del lavoro aggiuntivo senza una formazione adeguata e senza incentivi da contrattare con le R.S.U. d'istituto (si veda il CCNL sul secondo biennio economico).
al direttore regionale,
1) la definizione di piani provinciali di formazione per il personale ATA per l'esame delle domande di supplenza;
2) il censimento del personale disponibile per la valutazione delle domande;
3) la sospensione dei provvedimenti che interrompono il godimento delle ferie programmate;
4) l'individuazione e l'affidamento alle scuole polo della gestione delle nomine annuali.
E' inammissibile che nel mentre si chiede l'impegno del personale ed il sostegno delle organizzazioni sindacali per garantire, tramite l'attuazione di procedure d'urgenza, il corretto inizio dell'anno scolastico, si tagliano gli organici del personale ATA impegnato in quelle operazioni necessarie per la gestione delle domande di supplenza, la definizione delle graduatorie, il rispetto dei tempi.
La responsabilità di questa situazione e delle relative conseguenze, se non saranno accolte tutte le nostre richieste, ricadrà interamente e solo sul ministro della P.I. Non devono essere gli studenti ed i lavoratori a pagarne le conseguenze. Auspichiamo di vedere accolte le nostre rivendicazioni e ci riserviamo di valutare la proclamazione di adeguate forme di lotta.

Roma, 18 luglio 2001

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

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