Dall'Assemblea Nazionale del 2 aprile 2003 dei Dirigenti Scolastici Cgil Cisl Uil Scuola
Il giorno 2 aprile si è svolta la preannunciata Assemblea Nazionale Unitaria dei Dirigenti Scolastici CGIL CISL UIL Scuola sul tema “La Dirigenza Scolastica italiana per la scuola pubblica e per il Contratto dell’Area V 2002-2005”.
Il giorno 2 aprile si è svolta la preannunciata Assemblea Nazionale Unitaria dei Dirigenti Scolastici CGIL CISL UIL Scuola sul tema “La Dirigenza Scolastica italiana per la scuola pubblica e per il Contratto dell’Area V 2002-2005”.
La sala, gremita in tutti gli ordini di posti, ha visto la presenza di circa trecento Dirigenti Scolastici giunti da tutte le Regioni d’Italia.
Gli interventi, introdotti da Nicola Zahora, Segretario Nazionale dei Dirigenti Scolastici della UIL Scuola, e preceduti dalla relazione introduttiva di Mario Guglietti, Coordinatore Nazionale dei Dirigenti Scolastici della CISL Scuola, sono stati conclusi da Armando Catalano, Responsabile Nazionale dei Dirigenti Scolastici della CGIL Scuola.
Nel corso della mattinata sono intervenuti E. Panini Segretario, Generale della CGIL Scuola e M. Di Menna, Segretario Generale della UIL Scuola, mentre D. Colturani, Segretaria Generale della CISL Scuola, ha inviato un messaggio di saluto.
Pubblichiamo di seguito la cronaca della mattinata e le sintesi del dibattito comprendente gli interventi dei Dirigenti Scolastici dei territori, di Armando Catalano ed Enrico Panini.
ore 10.00
Introduzione di N. Zahora - Segretario Nazionale dei D.S. Uil Scuola
ore 10,15
Relazione di M. Guglietti - Coordinatore Nazionale dei DS Cisl Scuola
ore 11.15
Intervento di C. De Santis - Dirigente Scolastico di Bari Cgil Scuola
"Vorrei parlare dei tagli: ha carattere dirompente nei licei scientifici l’innalzamento delle cattedre a 18 ore.
Sono passati sotto silenzio i tagli relativi agli Istituti professionale. Infatti la 3° area nei professionali con 300 ore annue in 4° e 5° classe, nate senza organico con DM 15.4.94 sono passate da sperimentazione e ordinamento restando senza organico. La 3° ora non ha ricevuto stanziamenti specifici nell’a.s. 2001/02, né li avrà dopo il decreto tagliaspese Tremonti.
Con l’idea che l’istruzione professionale venga regionalizzata c’è forte richiesta di trasferimento del personale docente e dirigente e calo delle iscrizioni.
La scelta del Governo è quella di umiliare soprattutto la scuola dell’infanzia, la scuola elementare e l’istituto professionale.
Indico due punti ancora di attenzione
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l’art. 4 e le imprese Inserimento in legge delega, ma senza investimenti. I primi segnali dicono di investimenti ministeriali, di assenza di investimento da parte di Confindustria e delle sue associate, che anzi già invocano incentivi e altre agevolazioni per consentire l’alternanza.
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Le reti di scuola. Le scuola autonome si devono organizzare per essere forze rappresentative negoziali, nei confronti dei centri di spesa, a livello ministeriale, regionale ecc.. La vicenda della 3° area è emblematica: non è materia di diretto interesse sindacale, ma non è materia che la singola scuola può risolvere da sola. Occorre una rete che rappresenti il punto di vista e le esigenze della scuola autonoma."
ore 11.30 Lorenza Patriarca - Dirigente Scolastico Torino Uil Scuola
"C’è stato a Fiuggi ieri il comitato Centrale dei D.S. Uil Scuola. Ne è uscito 1 documento di sintesi di aperta critica della politica di questo Governo sulla scuola.
In primo luogo rispetto alla gestione dell’avvio del processo di AUTONOMIA. Per essere autonomi occorre avere indirizzi chiari da cui muovere per prendere le decisioni.
Noi non siamo in grado di prendere decisioni informate: troppi input contraddittori.
Sembra quasi che si voglia far collassare il sistema per poi ritornare ad un nuovo centralismo, questa volta regionale. Come si può poi far funzionare bene le scuole con meno risorse?
Occorre difendere l’autonomia così come è, rivendicando il carattere nazionale dell’istruzione mentre si realizza il processo di decentramento.
In secondo luogo rispetto alla RIFORMA. La legge appena approvata in Parlamento mette in discussione alcuni dei principi cardine della Costituzione, del rispetto dei quali noi siamo garanti.
La riduzione dell’obbligo scolastico, del tempo scuola, la sottrazione di spazi di corresponsabilità educativa e di collegialità, il doppio canale mirano valori quali la libertà di insegnamento e il diritto all’istruzione. Al tema della difesa di questi principi si lega la necessità di garantire L’AUTONOMIA dei Dirigenti Scolastici. Noi riteniamo occorre mettere in piedi un sistema di valutazione del nostro agire, ma in questo contesto politico occorre esigere che ci siano garanzie e tutele perché essa non diventi strumento di pressione."
ore 11.45
Romolo Bozzo - Dirigente Scolastico Viterbo Cisl Scuola
"Esprime preoccupazione per l’avvio confuso della riforma, in presenza di tagli delle risorse economiche e professionali e in modo particolare per i tagli dei Docenti di sostegno.
Grande è poi l’incertezza sulla disponibilità dei docenti per avviare l’insegnamento diL2… della prima elementare.
Va sostenuta e difesa l’AUTONOMIA della V area dirigenziale e il suo incardinamento nel comparto scuola.
Non si può non avere preoccupazione per gli attacchi all’AUTONOMIA delle scuole, soprattutto dopo la lettura del testo del nuovo regolamento di riordino del Ministero."
ore 12.00
Roberto Proietto - Dirigente Scolastico Milano Cgil Scuola
"Dopo l’esaustiva relazione di Guglietti vorrei fare tre riflessioni:
a) una considerazione a premessa: i dati dell’ultimo sciopero hanno dato l’impressione di una situazione scolastica in cui il corpo docente o non coglie pienamente ciò che accade oppure che è stanco, oppure che condivide. La scuola prende atto di ciò che avviene nella società, lo registra. Si dà così alle famiglie la facoltà di scegliere una “FORMAZIONE FAI DA TE” mentre lo Stato si ritrae.
b) Colpisce, come diceva l’intervento precedente di Carlo De Santis, la spinta alla licealizzazione. Questa operazione che fa la riforma è infame. Occorre operare degli equilibri facendo entrare il lavoro nella formazione. Ho il dubbio, comunque, che alcuni passi della riforma piacciano alle famiglie e agli insegnanti.
c) Stiamo assistendo ad un nuovo centralismo burocratico che con il federalismo si fa ancora più soffocante. I CSA rialzano la testa; tendono anche per inerzia a continuare a fare i Provveditorati.
Per concludere penso che difendere le prerogative di Dirigenti Scolastici significhi difendere la scuola pubblica autonoma contro quei modelli di dirigenza schiacciata sul versante amministrativo."
ore 12.15
Rosario Talamone - Dirigente Scolastico Roma Cisl Scuola
"Io penso alla scuola come luogo della formazione, della responsabilità e della condivisione. Ogni segmento ha la responsabilità della propria parte. E’ un luogo dove ineludibilmente si creano tensioni tra le varie componenti, per cui al di là delle norme e dei contratti occorre creare una condivisione diffusa."
ore 12.30
foto3.jpg (32372 byte) Comunicazione di Antonio Valentino, Centro Nazionale Cgil Scuola, sulle reti di scuola
Richiama in primo luogo i passi dell'impegno unitario su questo tema: dal convegno unitario di ottobre, all' odg dell'ultimo coordinamento ds cgil cisl uil del mese di dicembre - che chiariva i termini e le ragioni di una comune visione al riguardo -, fino alla costituzione di un gruppo di lavoro col compito di realizzare appositi spazi dentro i rispettivi siti con logo e materiali uguali, da implementare continuamente.
Sottolinea poi come l'impegno per la costituzione di forme associative delle scuole dell'autonomia è impegno di tutto il sindacato per sostenere e sviluppare l'autonomia e superare solitudine, separatezze ed autoreferenzialità che, negando collaborazione e sinergie, impediscono crescita e miglioramento dell'offerta formativa e del servizio scolastico in genere. I Dirigenti scolastici si pongono come soggetti pilota in questo processo che deve impegnare tutte le strutture sindacali: le reti sono una modalità associativa delle scuole autonome, non Collegi di Dirigenti scolastici.
Una seconda sottolineatura: l'impegno dei sindacati confederali ha il suo focus non nelle reti che mirano a realizzare gli obiettivi dell'art. 7 del Regolamento dell'autonomia (reti di collaborazione sui vari profili dell'autonomia), ma piuttosto nelle reti di rappresentanza e nelle reti interistituzionali. Attraverso le quali garantire forme stabili di interlocuzione, codecisione e cogestione con gli altri soggetti che hanno titolo ad intervenire sui temi dell'offerta formativa, del funzionamento delle scuole e delle sue condizioni; ma anche salvaguardare e sviluppare gli spazi di autonomia contro i rischi di una loro sottovalutazione o anche di prevaricazioni che l'attuale clima di neocentralismo piuttosto soffocante rende possibili.
Terza sottolineatura: funzioni, ambiti e compiti delle reti o dell'associazionismo di scuole vanno definiti evitando confusioni o sovrapposizione con i sindacati o l'associazionismo professionale; al riguardo, andrebbero pertanto esclusi, per esempio: la rappresentanza legale - delle scuole aderenti - nelle sedi contrattuali, giudiziali ed extragiudiziali; servizi di supporto e consulenza in materia sindacale, legale e assicurativa; politiche di formazione del personale (che sono altra cosa dall'organizzazione di corsi per un uso ottimale delle risorse e per favorire scambi); attività economiche anche solo per autofinanziamento.
Quanto allo spazio per le reti dentro i siti delle 3 organizzazioni confederali, comunica infine che sarà contrassegnato da un logo e da un motto (Le scuole fanno rete) che apparirà sulle home page e che renderà possibile l'accesso alla documentazione già raccolta, suddivisa in quattro tipologie.
ore 12.45
E. Panini Segretario Generale Cgil Scuola
"Va segnalato il grande rilievo che assume la convocazione di un’assemblea unitaria dei dirigenti scolastici che mette all’ordine del giorno non solo le questioni contrattuali ma anche quelle che riguardano il destino della scuola pubblica nel nostro paese.
Se le istituzioni scolastiche autonome sono enti costituzionalmente titolari dell’erogazione di un servizio pubblico sul territorio, i loro dirigenti sono in prima linea per assicurare l’esercizio di un diritto di cittadinanza. In questo scenario istituzionale i dirigenti scolastici sono personalmente e direttamente interessati a realizzare le condizioni indispensabili all’erogazione di un servizio pubblico di qualità. In relazione a questo obiettivo è stata promossa – e va apprezzata - la raccolta delle firme sotto un appello per la scuola pubblica. Anzi è opportuno che una volta raccolte le firme siano presentate al Presidente Ciampi che più volte si è schierato a difesa della scuola di tutti e di ciascuno.
Ma questa Amministrazione e questo governo mettono le scuole e i dirigenti nelle condizioni di offrire un servizio d’istruzione di qualità sul territorio? Allo stato attuale parrebbe proprio di no: il Ministro, sin dal suo insediamento (vedi lettera inviata al suo collega dell’Economia già nell’Agosto 2001) ha proclamato la necessità di tagliare tutti i “rami secchi” di un sistema d’istruzione capace solo di “dissipare” risorse. Oggi non riesce ad ottenere neanche la certificazione dei risparmi realizzati sulla pelle dei lavoratori della scuola e dei cittadini tutti.
Solo le organizzazioni confederali hanno promosso iniziative orientate a difendere contestualmente il servizio pubblico e le condizioni di lavoro del personale, assegnando ai dirigenti scolastici un ruolo decisivo nella battaglia per la difesa di diritti costituzionalmente garantiti; noi non ci rassegniamo ai tagli agli organici che vanificano il ruolo dei dirigenti scolastici, lasciati soli in prima linea a rispondere di responsabilità di altri. Né intendiamo proporre una soluzione delle questioni contrattuali arretrata e contraria agli interessi dei dirigenti scolastici e della scuola tutta, quale è la richiesta dell’indennità di vacanza contrattuale.
L’istituto della vacanza contrattuale, infatti, significa di fatto saltare un biennio contrattuale (2002/2003) senza ottenere benefici significativi sul piano economico, ma soprattutto rinunciare ad affrontare e risolvere questioni rilevanti di status professionale. Diventerebbe in tal improbabile ottenere l’allineamento agli stipendi della dirigenza pubblica. Va inoltre contrattato un sistema equo di valutazione dei dei dirigenti scolastici che riconosca la funzione di chi è il primo responsabile di un servizio istituzionale la sua autonomia professionale e la libertà di decidere, d’intesa con gli organi collegiali, le specificità del piano dell’offerta formativa, nel rispetto di standard nazionali vincolanti per tutti. I dirigenti scolastici devono difendere le scuole da qualsiasi forma di controllo politico e di subordinazione che le costringa a derogare dai propri obblighi istituzionali. Le prospettive future sono di lotta, e non escludono lo sciopero in assenza di risposte significative da parte dell’amministrazione.
ore 13.10
M. Di Menna - Segretario Generale Uil Scuola
ore 13.20
Conclusione di A. Catalano - Responsabile Nazionale dei DS Cgil Scuola
"La numerosa presenza dei Dirigenti Scolastici e dei Segretari Generali dei Sindacati Scuola Confederali rappresenta oggi il segnale forte dell’orgoglio, della ragione e della passione di tutti gli operatori della scuola nella difesa del valore della scuola pubblica.
Il nostro sindacato, fortemente critico nei confronti della politica dei tagli di questo governo, rappresenta con forza e tenacia le istanze della Dirigenza Scolastica, a differenza di altri che oggi restano in un silenzio assordante di fronte al forte attacco all’autonomia della scuola e della Dirigenza ed alla mancata riapertura del tavolo contrattuale.
Le ragioni della nostra mobilitazione odierna sono contenute nell’appello per la scuola pubblica cui già in tanti hanno aderito, una scuola pubblica sede di una cittadinanza moderna, fattore di coesione sociale e di sviluppo culturale.
Questa maggioranza sta massacrando la scuola attraverso il decreto taglia-spese, la precarizzazione dei docenti, i concorsi non fatti e con la controriforma Moratti che, per la prima volta nella nostra storia, cancella l’obbligo scolastico, riducendolo a diritto-dovere,
Questa politica prefigura uno stato sociale minimo, mentre noi non vogliamo una scuola né minima né minore, poiché la scuola è il presidio etico di un paese, oltre che luogo naturale di pace.
I Dirigenti Scolastici chiedono immediate e concrete assicurazioni sul Contratto per il triennio 2002-2005 dell’Area V della Dirigenza, mentre il MIUR ha solo fretta di concludere sulla valutazione, questione che oggi richiede maggiori garanzie, dopo gli esiti della legge Frattini sullo spoil system. In assenza di precisi impegni sulle risorse, che assicurino l'equiparazione retributiva alle altre dirigenze di Stato, i DS saranno chiamati alla protesta e, se sarà necessario, allo sciopero.
Roma, 4 aprile 2003