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Dati sulla capienza delle graduatorie dei concorsi della scuola primaria e dell'infanzia: la situazione dopo le immissioni in ruolo 2020/2021

La nostra indagine ricostruisce la capienza delle graduatorie regionali utili per le assunzioni, i dati sono comparati con il trend di immissioni in ruolo e i posti del prossimo concorso.

02/11/2020
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La nostra elaborazione raccoglie i dati relativi alla capienza delle graduatorie dei concorsi della scuola primaria e dell'infanzia all'indomani delle immissioni in ruolo di quest'anno, che sono stati ricostruiti mediante un'indagine sistematica sui siti degli Uffici scolastici regionali del nostro Paese. 

Questi numeri sono stati inoltre comparati con i posti disponibili per le assunzioni in ruolo del contingente di quest'anno (2020/2021) e con i posti messi a bando con il concorso ordinario di questa primavera.

Considerando che il concorso ordinario con buone probabilità potrà concludersi entro l'estate 2022, possiamo dire che da questi dati è possibile ricavare una fotografia realistica della situazione del reclutamento della scuola primaria e dell'infanzia da qui ai prossimi 2-3 anni. 
La fotografia che abbiamo realizzato mostra una situazione con regioni nelle quali le graduatorie di posto comune potrebbero risultare insufficienti a garantire le assunzioni già dal prossimo anno (Emilia Romagna, Friuli, Liguria per la primaria; Lombardia e Piemonte per l'infanzia) e altre nelle quali invece vi è viceversa una saturazione che durerà per ancora diversi anni (Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia).
Nel sostegno la situazione è invece grave, perché le graduatorie sono del tutto esaurite in ben 11 regioni e quasi esaurite anche nelle altre.
I dati che abbiamo raccolto ed elaborato dimostrano che la scuola necessita di una programmazione pluriennale, sia dal punto di vista degli accessi programmati al corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria, che del TFA nel settore del sostegno. In entrambi i campi è più che mai necessario incrementare i posti dei corsi a numero chiuso, con una modulazione attenta anche alle esigenze dei diversi territori. Tutto questo richiede evidentemente una collaborazione tra Ministero dell'Istruzione e Ministero dell'Università e Ricerca.