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Decreto attuativo ... Sindacati e Ministro a confronto

Si è svolto oggi, presso il MIUR, il previsto incontro, richiesto dalle organizzazioni sindacali, con il Ministro Moratti per un confronto sulle ricadute sul personale del decreto attuativo sul primo ciclo di istruzione.

05/02/2004
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Si è svolto oggi, presso il MIUR, il previsto incontro, richiesto dalle organizzazioni sindacali, con il Ministro Moratti per un confronto sulle ricadute sul personale del decreto attuativo sul primo ciclo di istruzione.

Erano presenti, oltre naturalmente al ministro Moratti e al sottosegretario Aprea, le OOSS CGIL, CISL, UIL scuola, lo Snals, la Gilda, l’UNAMS e l’ANP.

In apertura il Ministro ha voluto rispondere alle critiche mosse al decreto attuativo del primo ciclo di istruzione, approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri il 23 gennaio ed ancora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Queste le dichiarazioni del ministro:

  • Mancanza di un piano finanziario adeguato, non c’è un finanziamento diretto, ma saranno messi a disposizione finanziamenti derivanti dal bilancio del MIUR (legge 440) e dalla finanziaria. Complessivamente 141 milioni più 45 milioni per gli anticipi scolastici.

  • Risorse e tempi per la formazione, non appena il decreto verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, partirà la formazione, già predisposta per quanto riguarda inglese ed informatica. Verranno formati prioritariamente i docenti referenti, individuati dalle scuole. I pacchetti formativi sono stati predisposti dagli IRRE che metteranno a disposizione le migliori pratiche della sperimentazione attuata nella scuola elementare.

  • Scuola dell’infanzia, quest’anno è stata aumentata la quota sia in organico sia in diritto che di fatto.

  • Anticipi e introduzione di nuove figure professionali e adeguamento strutture, è prevista la riqualificazione mirata dei docenti in servizio e saranno possibili nuovi aumenti di organico

  • Scuola primaria, riguardo alla diversificazione dei tempi scuola introdotta dal decreto, essa è dovuta all’esigenza di dare risposte diversificate alle famiglie che esprimono esigenze personalizzate, ma tutto ciò non toglie nulla alla unitarietà della classe (!!!), già oggi nella scuola autonoma si lavora per gruppi. L’orario e le attività opzionali contribuiscono a realizzare i piani di studio e l’esito del profilo educativo finale del primo ciclo. La fase di transizione, che dura un anno, deve realizzare gradualità e flessibilità.

  • Docente tutor, la formazione riguarda tutto il personale che potrà essere interessato a svolgere questa funzione.

  • Scuola secondaria di I grado, la fase di transizione che dura tre anni introduce elementi di gradualità che permetteranno di gestire processi di riconversione del personale e di rivedere le classi di concorso

  • Uso degli esperti, in realtà le possibilità di utilizzo degli esperti sono limitatissime in quanto essi agiscono solo nell’area di opzionalità.

  • Nuovi decreti attuativi, sono pressoché pronti i decreti riguardanti l’alternanza scuola lavoro, il diritto dovere all’istruzione, e l’istituzione del servizio nazionale di valutazione. Propone di lavorare insieme alle OOSS su tavoli tecnici per quanto riguarda gli organici e l’organizzazione delle scuole, su tavoli politici per quanto riguarda i decreti in preparazione.

La CGIL scuola, rappresentata dal segretario generale Enrico Panini, ha così ribadito:

  • La risposta della CGIL scuola, unitamente alla CISL e alla UIL scuola, e alle confederazioni sindacali, all’approvazione del decreto, è stata la mobilitazione del 28 febbraio e il mandato legale consegnato agli uffici legali di impugnare il decreto attuativo per illegittimità.

  • Il dissenso di merito è profondo e sufficientemente esplicitato in atti e dichiarazioni. E’ inaccettabile proporre il finanziamento del decreto attraverso l’utilizzo dei fondi della legge 440, già utilizzato per finanziare le scuole paritarie, a fronte del fatto che ci sono scuole che non sono in grado di pagare l’ordinario funzionamento, come il pagamento della 3° area negli istituti professionali. Le scuole autonome, i cui fondi sono ridotti a poche briciole, hanno bisogno di più soldi, non di altre rapine.

  • E’ necessario che il ministro dia garanzie circa la non riduzione dell’offerta formativa e il mantenimento delle modalità di lavoro esistenti. Il titolo V della Costituzione riconosce alle scuole l’autonomia didattica e organizzativa, da ciò deriva che le scuole possono, se lo vogliono, confermare l’attuale offerta formativa nei tempi e nelle modalità attuali

    Il ministro deve garantire il mantenimento degli attuali organici non solo per il prossimo anno, ma anche per gli anni a venire

  • Il ministro deve impegnarsi a non attuare il taglio dei 12.000 posti previsto in finanziaria con cui garantire la generalizzazione della scuola dell’infanzia, per mantenere gli attuali livelli di istruzione e per rispondere a tutte le richieste di tempo pieno e di tempo prolungato che i genitori faranno

  • Non condividiamo l’introduzione del tutor perché interviene nelle autonome determinazioni della scuola autonoma, rende difficile e incerta la funzionalità delle scuole e deprime il clima fra i docenti, attualmente le funzioni che dovrebbe ricoprire il tutor vengono già svolte in modo più ricco. Spetta ai docenti decidere e organizzare la didattica

  • In più parti il decreto interviene in materia di natura sindacale, pertanto questi passaggi non possono essere ignorati

  • Non va assolutamente bene la gestione del precariato, il DDL ha tempi troppo lunghi, 15.000 posti per le assunzioni in ruolo sono una miseria e incombono ulteriori tagli in seguito ai cambiamenti che si vogliono apportare, rivendichiamo l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti

  • Anche per gli Ata e le problematiche relative alle convenzioni e agli appalti, siamo pronti ad azioni di mobilitazione del personale se si ridurranno posti di lavoro

  • E’ indispensabile addivenire alla difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni a fronte dell’impoverimento delle buste paga dei lavoratori, il sindacato rivendica aumenti nei termini dell’8% a copertura dell’inflazione, se l’offerta rimarrà contenuta nei termini del 3% stabilito in finanziaria, non esistono le condizioni per cominciare a trattare, ma si rischia l’apertura di conflitto.

  • Riguardo ai tavoli di confronto proposti dal ministro, la CGIL parteciperà ai tavoli politici sull’elaborazione dei nuovi decreti, ma non parteciperà a tavoli tecnici su materie in cui le decisioni sono già state prese in solitudine.

Il ministro Moratti ha risposto ai vari interventi dicendo che:

  • Intende usare i finanziamenti della legge 440 solo entro le finalità per le quali agisce. Ha ereditato una situazione difficile, in quanto non c’era finanziamento per gli appalti LSU e pertanto ha dovuto destinare gran parte dei finanziamenti della finanziaria a questo uso

  • Si dichiara pronta ad aprire le trattative per il secondo biennio contrattuale non appena verrà fatta una ricognizione con il ministro dell’economia, probabilmente fra febbraio e marzo

  • Rispetto alle leggi sullo stato giuridico che sono in discussione, si è impegnata a dare parere positivo solamente nel caso che le leggi in questione non invadano campi di natura sindacale

  • I tavoli tecnici proposti hanno solamente una funzione istruttoria per i tavoli politici che seguiranno, a cui sono demandate le decisioni

  • La scuola dell’infanzia non rappresenta un diritto perché non è scuola dell’obbligo, e questa è la ragione per cui non è stata inserita la generalizzazione.

La CGIL scuola ha concluso dicendo che non parteciperà ai tavoli tecnici su organici e ricadute sul personale se non ci sarà garanzia, da parte del ministro, del blocco degli organici per gli anni a venire, del mantenimento dell’attuale offerta formativa, e che non ci saranno tagli di posti. Senza queste garanzie non c’è ragione di partecipare a tavoli istruttori. La CGIL scuola è invece interessata a partecipare ai tavoli politici che si apriranno. Ha ribadito che le scuole autonome possono mantenere l’attuale livello di offerta formativa e che tale sicurezza deriva anche dal confronto con costituzionalisti.

Roma, 5 febbraio 2004