Decreto secondo ciclo: attuazione rinviata
Niente salti nel vuoto (per ora) e nuove più favorevoli condizioni per l’azione contro il decreto
Alla fine l’attuazione del decreto sul secondo ciclo sarà rinviata almeno di un anno. Questo non significa la sospensione dell’iter del decreto, ma significa che a gennaio le “matricole” della secondaria superiore sceglieranno ancora i vecchi indirizzi (Licei, istituti tecnici, istituti professionali, istituti d’arte) e quindi i relativi sbocchi professionali.
Questa soluzione evita danni irreversibili e in particolare un salto nel vuoto che inevitabilmente si sarebbe prodotto in una situazione in cui a quattro mesi dalle iscrizioni non si sa ancora:
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che fine faranno professionali e tecnici, in che tempi e in che modi;
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che ridefinizione dare a una rete scolastica dove gli indirizzi passano da 41 a15 e chi dovrebbe darla;
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quali percorsi gli alunni devono fare per arrivare ad uno sbocco professionale (geometra, perito ecc.);
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quali risorse vengono date ai due tronconi del sistema.
Tutte questioni che, anche a prescindere da un giudizio di merito sul decreto, sono sintomatiche dell’approssimazione e dell’imprevidenza con cui le misure sono state approntate e che, di per sé, avrebbero dovuto dare per scontato un rinvio quanto meno dell’attuazione.
Ma quello che sarebbe scontato per i più non lo è certo per un governo che ha come misura politica l’immagine anziché l’efficacia delle misure, né per un ministro che ormai cerca solo una medaglietta da appuntarsi sul petto per la competizione elettorale meneghina, né per una maggioranza che, come dimostra l’atteggiamento stizzito dei pasdaran della sperimentazione-anticipazione, ne fa solo una questione di puntiglio.
Insomma un buon risultato strappato dalle Regioni e niente affatto scontato nelle condizioni politiche date.
Un risultato che premia tutti coloro che in questi anni si sono battuti per fermare la iniqua Legge 53: il movimento di insegnanti,genitori e studenti in primis, ma anche il vasto movimento di opinione e di consenso che intorno a loro si è costruito e che ha saputo mettere il mondo politico di fronte alle sue responsabilità.
Come in Spagna, dove la controriforma scolastica dopo il cambio di governo è stata sospesa ed oggi è in via di approvazione una nuova e migliore legge, come in Francia, dove, proprio come da noi, la legge scolastica conservatrice si confronta oggi con le amministrazioni regionali uscite rinnovate dalle ultime elezioni, la battaglia si vince con la capacità di costruire una rete di relazioni tra movimenti di massa e opinione pubblica e tra queste e i soggetti sindacali e politici.
L’opposizione della CGIL e della FLC Cgil al decreto tuttavia continua. Continua contro la dualità del sistema previsto, contro la scelta precoce imposta ai ragazzi, contro la disparità di dignità dei percorsi, contro l’incertezza dei destini dell’istruzione tecnica e professionale e del personale.
La nostra richiesta rimane quella di ritirare il Decreto.
Siamo pronti a scommettere che tra non molti giorni (la delega scade tra un mese) sentiremo il ministro Moratti annunciare, come se niente fosse e secondo un copione già noto, che la sua controriforma è compiuta. Ma non è così.
La battaglia continua e questo successo non solo ci dà un incoraggiamento per continuare ma ci dà anche tempi e condizioni nuove per ottenere il risultato che ci siamo prefissi fin dall’inizio.
Roma, 16 settembre 2005