Dimensionamento scolastico: disorganizzazione e aumento dei carichi di lavoro. Tutto da rivedere
La chiusura di oltre mille scuole, l'affidamento a un unico dirigente e a un unico direttore di più scuole avrà pesanti ricadute sulla qualità didattica e la funzionalità organizzativa. L’impegno della FLC per rimettere in discussione norme e provvedimenti che non fanno bene alla scuola.
In seguito alla richiesta fatta insieme a Cisl scuola, Uil scuola Snals Confsal e Gilda il 14 marzo scorso il Miur ci ha fornito i primi dati sul dimensionamento della rete scolastica. Saranno 1.013 le istituzioni scolastiche che verranno chiuse a partire dal prossimo anno scolastico a seguito dei piani di dimensionamento deliberati dalle amministrazioni regionali.
Il numero complessivo dei tagli risulta inferiore a quanto preventivato sia dalla Legge 111/2011 la cui relazione tecnica prevedeva una riduzione di 1.130 autonomie scolastiche, sia dalla nota Miur del 7 ottobre 2011 che, nel dare indicazioni per la ripartizione regionale dei tagli, proponeva una riduzione di 1.300 istituzioni scolastiche.
Questo grazie anche alla forte opposizione della FLC in sede nazionale e locale che ha impedito l’applicazione draconiana della norma.
Il numero delle autonomie scolastiche perse, per quanto più contenuto, rispetto alle previsioni, è comunque significativo e comporterà un rilevante impoverimento tanto dell’organico che della rete scolastica pubblica sguarnendo intere aree del paese da veri e propri presidi culturali.
Non meno complicata sarà la situazione di quelle scuole con meno di 600 alunni che, per effetto della legge n. 183/2011, non potranno avere un Dirigente scolastico e un DSGA titolare con ricadute pesanti sull’organizzazione dei servizi e della didattica.
Ad oggi ancora non ci è stato reso noto la quantità e la distribuzione delle istituzioni scolastiche con meno di 600 alunni. Ma già alcune valutazioni si possono fare.
Le scuole del primo ciclo dall’anno prossimo saranno in gran parte al di sopra di 1.000 alunni. La saggia proposta di un dimensionamento da fare in tre anni e di fare media regionale avanzata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è stata travolta dalla fretta di fare cassa. Il sovradimensionamento realizzato complica inutilmente la gestione e crea difficoltà ad un servizio di qualità.
La numerosità dei plessi, a figure istituzionali invariate, creerà parecchi e forti problemi di gestione sotto ogni profilo: da quello didattico a quello della sicurezza a quello della sorveglianza. Per entrambe le figure a questo aumento di lavoro e di responsabilità corrisponderà una riduzione complessiva e individuale delle retribuzioni (retribuzione di posizione per i Ds e dell’indennità di amministrazione per i Dsga). Un fatto paradossale che deve essere corretto.
Le istituzioni dei due cicli che hanno meno di 600 alunni saranno affidate a reggenza ad un dirigente scolastico; per i direttori dei servizi è previsto dalla legge 183/2011 (finanziaria di luglio) che ad esse non può essere assegnato in via esclusiva una posto di Dsga. Nei confronti di questi lavoratori è stato fatto un vero e proprio blitz con la finanziaria di luglio 2011 che cerca di dare il contentino di un compenso aggiuntivo. E’ previsto per legge il lavoro in più istituti, anche sottodimensionati, e l’apertura di una sequenza negoziale per definire la relativa indennità che il Ccnl vigente non prevede. Al Miur chiederemo su tutta questa partita soluzioni concrete per assicurare a tutte le scuole la presenza a tempo pieno del direttore. Si tratta di una figura è indispensabile per la funzionalità della stessa scuola.
Si ridurrà il numero dei Dirigenti, Direttori e anche Collaboratori scolastici dal momento che le tabelle attuali non tengono conto di questa configurazione abnorme degli istituti scolastici. I “superstiti” non potranno assicurare lo standard garantito nel periodo precedente i tagli.
Il processo di dimensionamento non può proseguire ulteriormente, anzi, le scuole devono tornare a dimensioni quanto meno “europee”. Le reggenze debbono sparire e si debbono tenere con regolarità i concorsi per dirigenti e direttori. Debbono essere rivisti i parametri di attribuzione dei Collaboratori scolastici (oggi dopo i 1.200 alunni non è previsto alcun incremento di personale) e debbono tornare ad essere assegnati gli esoneri ed i semiesoneri dei collaboratori dei dirigenti necessari al funzionamento delle scuole.
Denunciamo infine l’estrema difficoltà in cui si troveranno nei prossimi mesi le scuole coinvolte nei dimensionamenti, diverse migliaia, che dovranno dedicarsi, in un contesto che sarà caratterizzato da una notevole mobilità del personale, a rinnovare e rivalutare gli inventari, a chiudere ed aprire bilanci, a trasferire risorse finanziarie e strumentali, a riorganizzare le attività amministrative e a riprogrammare le attività didattiche adeguandole alle nuove situazioni.
Di nuovo viene richiesto alle scuole ed ai lavoratori una enorme mole di lavoro per la ristrutturazione del servizio di istruzione per conseguire risparmi sul personale (meno dirigenti, meno direttori, meno assistenti e collaboratori) e senza nessun sostegno di formazione e senza le risorse necessarie.
Ancora una volta siamo di fronte ad un incremento dei carichi di lavoro con una riduzione delle retribuzioni, del personale e un aumento delle prestazioni richieste e delle responsabilità.
Tutto ciò senza rinnovo del contratto di lavoro e con il permanere delle pesanti invasioni di campo sulla contrattazione prodotte dal decreto legislativo del ex Ministro Brunetta.