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Dimensionamento scolastico. I piani slittano al 31 gennaio 2012

Una proroga che non risolve i problemi che sta creando l’applicazione di una norma folle e ingiusta. Serve un provvedimento per dare valore legale alla moratoria di un anno da noi proposta.

15/12/2011
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Il Miur, in seguito a numerose pressioni e richieste, ha diramato in data 13 dicembre 2011 una nota di chiarimenti (in allegato) rivolta alle Direzioni scolastiche regionali sulle modalità di applicazione della norma sul dimensionamento scolastico prevista dalla Legge 111/2011.

Nella nota il Miur sostiene che:

  • il parametro dimensionale dei 1000 alunni ha valore di media regionale e quindi nel piano di dimensionamento potranno figurare anche istituti comprensivi con valori inferiori a quelli previsti dalla legge 111/2011 purché sia salvaguardata la media di riferimento regionale;
  • è posticipato al 31 gennaio 2012 il termine, prima previsto al 31 dicembre, per la predisposizione dei piani scolastici regionali.

Inoltre il Miur, nel tentativo di corrispondere alla richiesta avanzata dalla Conferenza delle Regioni di prevedere una programmazione triennale delle operazioni di dimensionamento, indica che in fase di prima applicazione della norma si possa procedere nella costituzione degli istituti comprensivi con gradualità tenendo conto “di particolari esigenze geografiche, socioeconomiche e legate alla storia del territorio”. Questo può significare che le scuole primarie e secondarie di 1° grado potranno mantenere la loro autonomia purché a livello regionale venga rispettata la media dei 1000 alunni.

Le nostre valutazioni

Questa nota del Miur per quanto tenti di affrontare in maniera meno dirompente una questione rilevante e delicata come quella del dimensionamento scolastico, non risolve però i pesanti problemi emersi in tante realtà territoriali anzi rischia di determinarne di nuovi.

Il rinvio della scadenza al 31 gennaio 2012 per la predisposizione dei piani se da una parte consente di aver più di tempo per coinvolgere maggiormente i diversi soggetti finora lasciati ai margini come scuole e organizzazioni sindacali e per intervenire con più oculatezza sulle proposte di dimensionamento, dall’altra lo slittamento dei tempi rischia di comportare gravi ritardi nella predisposizione delle iscrizioni degli alunni, degli organici del personale e di conseguenza su tutte le operazioni relative all’avvio del prossimo anno scolastico.

Infatti, la nota Miur non prevedendo uno specifico intervento legislativo a supporto di quanto sostenuto finisce per aumentare il caos istituzionale poiche' non ha carattere vincolante per le Regioni le qualipotranno continuare ad operare in maniera discrezionale e anche in contraddizione rispetto a quanto richiesto dalla Conferenza delle Regioni e dalla stessa nota Miur.

Per questo la proposta della FLC CGIL di rinviare di un anno tutte le operazioni di dimensionamento in corso risulta sempre più la sola davvero in grado di evitare al sistema scolastico nazionale un ulteriore intervento distruttivo, che comporterà la disarticolazione della rete scolastica territoriale con conseguente impoverimento della qualità dell’offerta formativa già fortemente pregiudicata dagli interventi del precedente governo. Le scuole fatte così affrettatamente sono solo sommatorie di edifici e gradi ma non scuole vere pedagogicamente stabili e dalle solide fondamenta organizzative e didattiche. Il dimensionamento ha senso solo se serve a realizzare comprensivi che salvaguardino in ogni istituto la continuità fra  settore primario e secondario e la stabilità delle scuole.

Il nuovo Ministro dell’Istruzione ha sottolineato nelle sue prime dichiarazioni l’importanza dell’istruzione quale risorsa per il Paese; impedire che venga dato seguito ad una norma folle quale quella sul dimensionamento scolastico che non risponde ad alcun criterio didattico e di qualità ma solo all’esigenza di contenimento della spesa può rappresentare per il nuovo Ministro un’occasione importante per passare dalle dichiarazioni ai fatti e per segnare un forte elemento di discontinuità rispetto alle precedenti politiche sulla scuola pubblica.

Siamo ancora più convinti che per il bene della scuola e' necessaria la moratoria di un anno.

Per quanto ci riguarda continueremo a batterci in tutte le sedi per ottenere un intervento legislativo che metta nero su bianco tale rinvio.