L’ANIEF lancia l’ennesimo ricorso e stavolta ci prova anche con i dirigenti scolastici
Ma ben altro deve essere fatto per difendere la retribuzione dei dirigenti scolastici.
Dopo aver bersagliato per anni la dirigenza scolastica e aver inondato le scuole di ricorsi di tutti contro tutti, oggi l’ANIEF scopre che anche con i guai dei dirigenti scolastici si può guadagnare bene e il 29 dicembre 2015 costituisce in fretta e in furia una “sezione dirigenti”, lanciando l’ennesimo ricorso contro i tagli alla loro retribuzione.
Scopiazzando malamente tutti i calcoli e i dati che da oltre due anni la FLC CGIL pubblica sul sito nazionale e diffonde nelle assemblee pubbliche e tra tutti gli iscritti al sindacato, oggi l’ANIEF pubblica la “sua” analisi della situazione retributiva e “scopre” lo scippo sulle retribuzioni dei dirigenti fatto dal MEF e dal MIUR dal 2010.
Invitiamo tutti i colleghi a non cadere nella trappola, regalando i loro soldi ai sedicenti esperti (forse sempre gli stessi che negli anni hanno cambiato la giacchetta ma non - a quanto pare - le abitudini!) per l’ennesimo ricorso sulla RIA dei dirigenti scolastici sulla quale in tanti hanno provato negli ultimi anni a lucrare.
Ricordiamo che contro il taglio delle retribuzioni dei dirigenti già da un anno – e precisamente dal 25 gennaio 2015 - è stato presentato un ricorso al TAR Lazio da tutte le organizzazioni sindacali dell’Area V e che la FLC CGIL, insieme a CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL, sta contrastando con forza il tentativo del MEF e del MIUR di colpire ulteriormente i diritti retributivi dei dirigenti scolastici.
Quello che ora serve non è perciò un altro inutile ricorso - che ha come unico obiettivo quello di assicurare un guadagno a chi lo propone - ma una mobilitazione generale dei dirigenti scolastici per ottenere la restituzione di tutti i fondi contrattuali indebitamente sottratti e per contrastare l’intenzione del MIUR e del MEF di introdurre una valutazione “premiale” che, riducendo ulteriormente la retribuzione di tutti a vantaggio di pochi e tagliando quella pensionabile, ridurrebbe l’autonomia e l’indipendenza dei dirigenti scolastici.