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Edilizia scolastica e organici: un segnale di attenzione dalla Sardegna

L’Ufficio Scolastico della Sardegna evidenzia la contraddizione che le misure governative di aumento degli alunni per classe aprono rispetto alla capienza delle aule.

27/01/2009
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Con una nota relativa alla formazione delle classi che si prevedono nell’anno scolastico 2009-2010 più numerose di alunni, rispetto alla situazione corrente, a causa dell’aumento dei minimi e dei massimi prefigurati dallo schema di regolamento sugli organici, l’Ufficio Scolastico della Sardegna solleva esattamente la questione che la nostra Struttura di Comparto dei Dirigenti Scolastici ha evidenziato con un ordine del giorno specifico il giorno 12 gennaio 2009.

Le aule e i laboratori, costruiti secondo i parametri previsti dalle norme sull’edilizia scolastica, non sono adatti ad ospitare un numero di alunni come prefigurato dall’aumento degli alunni per classe che sarà imposto dal nuovo regolamento.

La FLC Cgil ha suonato un allarme che ora viene recepito.

Infatti nella nota che pubblichiamo il Direttore Generale della Sardegna si rivolge agli Enti locali avvisando che i tagli di organico che saranno imposti alla Regione produrranno un aumento degli alunni per classe e pertanto si invitano gli Enti proprietari a muoversi per tempo, onde determinare la capienza degli ambienti scolastici secondo le previsioni di legge.

Le scuole sono invitate dall’USR della Sardegna a chiedere gli adeguamenti edilizi necessari agli enti locali, come atto sufficiente, ove non vi saranno poi gli interventi segnalati, a richiedere deroghe e sdoppiamenti di classi. E tutto ciò non rimarrebbe senza conseguenze, sempre negli intendimenti dell’USR, perché, in caso di sdoppiamento di classi, potrebbe venir meno la stessa possibilità di formazione delle classi nelle piccole isole, nei comuni montani e nelle aree urbane a rischio. E questa è una ipotesi talmente negativa che non dovrebbe neppure essere presa in considerazione.
E’ una partita appena iniziata che va seguita attentamente affinché ancora una volta le scuole e i Dirigenti Scolastici non vengano lasciati soli con il cerino in mano a risolvere situazioni che non dipendono dalla loro possibilità di intervento.

Roma, 27 gennaio 2009