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Educazione degli adulti e ITFS. Incontro al MIUR: nota congiunta Cgil Scuola - FFR CGIL

Mercoledì 25 giugno si è tenuto un incontro al MIUR su EDA e ITFS, alla presenza dei sindacati di categoria e confederali

26/06/2003
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Mercoledì 25 giugno si è tenuto un incontro al MIUR su EDA e ITFS, alla presenza dei sindacati di categoria e confederali.

ITFS

Sulle questioni riguardanti l’IFTS affrontate dalla relazione del sottosegretario Siliquini, sono state svolte da parte della delegazione CGIL le seguenti considerazioni:

- E’ percezione diffusa nel mondo della scuola che, per quanto riguarda la formazione tecnica post-secondaria, ci sia una situazione ad un tempo di sofferenza e di stallo. Tale percezione nasce dalla diminuzione delle risorse a disposizione e dalla mancanza di una politica di sviluppo che tenda a perseguire due fondamentali obiettivi: superare le forti differenziazioni regionali sul piano della offerta e della realizzazione di corsi; contrastare due fenomeni preoccupanti evidenziati dall’ultimo monitoraggio disponibile al riguardo: la contrazione delle iscrizioni e gli abbandoni (che superano il tasso del 30%);

- Il rilancio di una politica di sviluppo in questo campo andrebbe perseguito attraverso un rafforzamento dell’autonomia scolastica, che andrebbe sostenuta soprattutto sul fronte delle competenze progettuali e organizzative, e una regia regionale (con coordinamento nazionale) in grado di richiamare i partner (il riferimento è soprattutto all’università) ad una impegno di responsabilizzazione - per quanto attiene alla elaborazione, gestione e monitoraggio dei corsi - non sempre evidente in molte realtà;

- Certamente va condiviso l’obiettivo dell’Amministrazione di collocare organicamente questo settore nel sistema formativo nazionale. Ma la messa a regime dell’IFTS richiede un approfondimento, finora impedito anche in parlamento oltre che nelle scuole, sul sistema di istruzione e formazione del Secondo ciclo. Se non sappiamo come il governo intenda lavorare alla costruzione di un’area tecnico professionale nel sistema secondario superiore (gli orientamenti prevalenti ci sembrano ambigui e talora contradditori), diventa difficile prefigurarsi una collocazione funzionale dell’IFTS;

- Il problema dei problemi è in ogni caso rappresentato dalla inadeguatezza delle risorse finanziarie. Gli impegni nel DPEF, per come ci sono stati presentati, ci sembrano piuttosto evanescenti.

EDA

Nella premessa, la sottosegretaria Siliquini ha ricordato l’intenzione del governo a potenziare il settore, dato il ruolo strategico rispetto agli obiettivi Europei e gli impegni assunti con il Patto per l’Italia. Si devono attribuire i ritardi registrati in questo periodo ai continui cambiamenti a livello istituzionale e alla necessità di acquisire una conoscenza più approfondita della situazione.

Un settore in continua espansione, in cui, a parere della sottosegretaria, occorre evidenziare alcune criticità:

- la mancanza di un sistema EDA

- l’assenza di un piano nazionale per raggiungere gli obiettivi UE in merito alle competenze di base

- l’accertamento delle competenze e la certificazione dei percorsi

- la presenza di campagne di sostegno finalizzate alla promozione della domanda

- il monitoraggio delle attività

Nell’immidiato il ministero si sta muovendo su diversi fronti:

- risorse: si propongono per il corrente esercizio finanziario circa 9.5 milioni di Euro legge 440, cui occorre aggiungere anche le risorse dei PON e i fondi Cipe. Il ministero sta, inoltre, proponendo al ministero del Tesoro la predisposizione di risorse nel prossimo DPEF, per il raggiungimento degli obiettivi fissati nel patto per l’Italia (risorse ancora da quantificare).

- standard: è in fase di completamento la messa a punto, anche con riferimento al riconoscimento dei crediti per il rientro nei percorsi di istruzione e formazione. I risultati saranno disponibili entro il mese di ottobre.

- formazione docenti. Si prevede l’utilizzo di una quota pari a 270.000 Euro per interventi definiti a livello nazionale

- direttiva: sta per essere inoltrata alla Conferenza Unificata .

In prospettiva occorre ragionare su come portare a regime l’EDA, attraverso un‘azione legislativa (legge quadro /legge di cornice) che definisca e normi il sistema EDA, ma che non si limiti a ratificare l’esistente, in quanto il rafforzamento richiede la revisione di alcuni parametri, tra cui gli organici e la tipologia di personale che vi lavora.

Sugli stessi temi, nelle prossime settimane si terranno altri tavoli di confronto con le Regioni il Ministero del Lavoro e degli affari Sociali

Nel suo intervento, la delegazione CGIL ha affermato il proprio interesse ad una messa a regime del sistema EDA, attraverso un atto legislativo, proponendo che su questo tema si apra un confronto con i soggetti istituzionali interessati e le OO.SS. Presupposto alla creazione di un sistema EDA è la definizione di scuole autonome deputate ai percorsi formativi rivolti agli adulti in una logica di continuità (all’alfabetizzazione funzionale all’acquisizione del diploma) e che siano separate dalla scuola del mattino, quindi con propri organici, risorse finanziarie e dirigenza scolastica. Occorre anche pensare a normative specifiche, funzionali alla tipologia di utenza, n’è testimonianza il ripetersi del problema della data d’iscrizione ai corsi. Nella normazione va, inoltre, salvaguardata l’integrazione con il territorio, in particolare modo con i centri per l’impiego soprattutto per quanto riguarda le politiche di orientamento e l’analisi dei fabbisogni formativi. Un’altra caratteristica del sistema EDA deve essere quella della centralità della didattica modulare, attraverso percorsi certificati, inserita in un’idea di formazione lunga, rispetto a più assi: l’acquisizione del titolo di studio, l’acquisizione di competenze alfabetiche essenziali, l’acquisizione di competenze utili per il ri/orientamento nel mondo del lavoro e l’interesse individuale.

Nel contingente occorre affrontare alcune questioni immediate relative a:

- definizione di politiche in grado di interessare le fasce a bassa scolarizzazione, in quanto secondo l’ultimo monitoraggio prevale l’utenza con titoli di studio medio alti

- coinvolgimento dei CTP nell’azione di recupero dei dropout e nelle azioni di seconda opportunità formativa per le quali esistono professionalità e competenze diffuse, in un’azione integrata con la scuola e la formazione professionale

- politiche finalizzate ai minori immigrati, la cui presenza sta aumentando in modo significativo e che, pure, richiedono percorsi integrati tra più soggetti: i CTP per quanto riguarda l’alfabetizzazione linguistica, la scuola secondaria e la formazione professionale.

E’ stato sottolineato anche la necessità di tenere presente i contenuti dell’Intesa recentemente firmata tra parti sociali e di concordare un piano di rientri per raggiungere gli obiettivi prefissati dalla UE con le specifiche risorse nel DPEF. E’ stato inoltre ribadito che ai fini di una decretazione per l’EDA è però indispensabile un confronto con le organizzazioni sindacali ed è stato suggerita la preparazione di una Conferenza sull’EDA che veda tutti i soggetti istituzionali coinvolti: MIUR, Ministero del Lavoro Anci, UPI e Regioni. Il sottosegretario, in sede di replica ha ritenuto la proposta della Conferenza come meritevole di attenzione e fattibile.

Nei loro interventi anche le altre organizzazioni sindacali hanno dichiarato il loro interesse ad una sistematizzazione dell’EDA, pur con ottiche diverse. Altre questioni sollevate hanno riguardato lo sviluppo dei CTP (almeno uno per distretto), la stabilizzazione e l’incremento degli organici (docenti ed Ata).

Sono stati consegnati agli intervenuti materiali sull’EDA e sul monitoraggio corsi IFTS, reperibili nel sito: www.istruzione.it