Esami di stato: equivoci anche per presidenti e commissari esterni
Classi, commissioni e compensi: una ragnatela di equivoci.
Come abbiamo già messo in luce il decreto sui compensi , che ricorre ad un uso non coerente col testo di legge dei termini “classe”e “commissione”e che per ora è stato reso noto ma non è ancora operativo, mancando della firma del Ministro dell’economia e delle finanze Padoa Schioppa, crea notevoli equivoci, soprattutto per i commissari interni.
Equivoci analoghi, anche se con effetti economici sicuramente minori, riguardano anche i presidenti ed i commissari esterni.
Si prevede infatti che nel caso che questi si trovino ad operare su sedi diverse con distanze differenti si proceda a calcolare una media, ponderata in base ai periodi di lavoro nell’una o nell’altra sede, tra i due compensi riferiti alla trasferta.Anche in questo caso tuttavia il decreto parla di “commissioni” e non di “classi”, ingenerando equivoci per cui potrebbe intendersi che tale meccanismo scatta solo nel caso di nomine a scavalco tra due scuole diverse o tra scuole pubbliche e scuole legalmente riconosciute. L’avallo di una simile interpretazione produrrebbe, anche in questo caso, insostenibili discriminazioni tra impegni e lavori eguali, prendendo in considerazione solo pochi ed isolati casi a discapito della maggioranza delle situazioni fatta di sedi staccate, succursali, coordinate, aggregate, a loro volta derivate dalle politiche di razionalizzazione, di taglio della spesa e di concentrazione delle unità scolastiche degli anni passati.
Anche in questo caso, secondo la FLC Cgil, valgono le considerazioni sull’identità tra “classi” e “commissioni” già fatte per i commissari interni e, naturalmente, anche tutte le conseguenze del caso.
Su tutta questa partita sono in corso contatti con il Ministero per avere una nota di chiarimento nel senso da noi indicato.
Roma, 6 luglio 2007