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ESTERO. Documento unitario di FLC Cgil, CISL Scuola e UIL sulla conferenza MAE del 5 giugno.

Sulla base dei loro interventi i rappresentantidelle OO.SS. confederali della scuola hanno presentato al Vice Ministro on.le Danieli un documento unitario con cui riassumono la loro posizione sulla riforma della 153/71. Si ribadisce l’urgenza di una riforma organica, la centralità dell’intervento pubblico e il dissenso a una privatizzazione selvaggia.

11/06/2007
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DOCUMENTO UNITARIO

Le Organizzazioni Sindacali CGIL Scuola - CISL Scuola - UIL Scuola - con riferimento al Seminario sulla Riforma della legge 153/71 promosso dal Vice Ministro degli Affari Esteri sen. Franco Danieli e svoltosi a Roma in data 5 giugno 2007 - al quale hanno attivamente partecipato con contributi puntuali ed appropriati sulle proposte avanzate -

PRESO ATTO

che il Vice Ministro Danieli, introducendo i lavori, ha affermato che:

a) l'iniziativa ha per obiettivo la raccolta di contributi utili per un percorso di riforma organica ;

b) il Governo si propone di assegnare alla riforma stessa una priorità nell'agenda politica ed auspica il coinvolgimento delle parti sociali e istituzionali interessate, nonché un lavoro comune tra le parti politiche di maggioranza e di opposizione;

PREMESSO

a) che le scuole e le iniziative scolastiche statali italiane all'estero sono una risorsa strategica nel settore della politica estera del nostro paese e costituiscono l'asse portante per la diffusione e la promozione della lingua e cultura italiane nel mondo;

b) che è urgente pensare ad una riformanon limitata alla revisione della legge 153/71, quanto piuttosto ad una riforma complessiva che investa l'intera politica scolastica e culturale all'estero e ridisegni organicamente l'intervento che il governo intende mettere in atto in materia di diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo;

c) che l'iniziativa assunta dal vice Ministro Danieli finalizzata merita rispetto ed apprezzamento;

d) che risulta riduttivo limitare l'innovazione alla sola normativa della legge 153/71, che tuttora regolamenta i corsi di lingua e cultura italiana, i quali sono parte integrante del sistema pubblico di istruzione e formazione;

CONFERMANO

a) la netta opposizione ad interventi legislativi improvvisati e settoriali che determinerebbero un peggioramento della situazione esistente;

b) la priorità dell'intervento diretto dello Stato, pur considerando che l'azione svolta dagli enti, in assenza dell'intervento statale, è risultata e risulta tuttora utile e valida;

AUSPICANO

un più ampio ed organico progetto di innovazione che, ribadita la centralità dell'intervento pubblico, parta dalla applicazione delle riforme che hanno investito, in questi ultimi anni, le istituzioni scolastiche in territorio metropolitano, che innovi la normativa dell'intero sistema scolastico e culturale presente all'esteroevitando interventi parziali e settoriali.

RITENGONO

non solo utile, ma anche necessario, definire il processo riformatore all'interno di una legge quadro che:

  1. preveda il pieno ed efficace coordinamento dei Ministeri coinvolti nella riforma (Ministero degli Esteri, della Pubblica Istruzione, dell'Economia e delle Finanze, del Lavoro);

  2. sia in grado di tener conto, oltre che delle esigenze dell'integrazione, anche dei problemi legati all'accesso ai livelli superiori di studio degli emigrati e dei loro figli, sia in caso di residenza definitiva, che in caso di previsto rientro in Italia;

  3. c onsenta di prefigurare ed offrire giuste ed adeguate risposte anche alle esigenze di quanti emigrati e non, ma residenti nei paesi esteri, si dimostrano interessati alla conoscenza della lingua e della cultura italiana;

  4. punti su un carattere autonomo/sperimentale dei corsi, oltre che delle scuole, per individuare alcune situazioni nelle quali sia possibile elaborare e realizzare concretamente progetti che permettano di affrontare temi quali il sostegno, il recupero, l'accoglienza, il disagio, l'handicap non sempre regolamentati opportunamente dalla legislazione dei paesi ospitanti;

  5. sia coerente ed organico;

  6. sia in grado di ridisegnare principi ed articolazioni delle istituzioni scolastiche e culturali le competenze delle quali devono essere affidate principalmente al Ministero della P.I.;

  7. prefiguri la regolamentazione di opportuni e necessari spazi di flessibilità e di autonomia della istituzioni stesse;

  8. preveda il coinvolgimento, nel sistema di istruzione e formazione riformato, di enti, associazioni e/o privati nel pieno rispetto dei parametri e delle regole fissate dallo Stato in materia di trasparenza, valutabilità, partecipazione, garanzia di non discriminazione e certezze di natura giuridica e contrattuale per il personale impegnato nelle attività scolastiche previste dalla riforma stessa.

INVITANO

ancora una volta il Ministero degli affari esteri ad abbandonare la politica seguita fino ad oggi che ha determinato la riduzione dell'impegno e dell'intervento diretto nel settore delle scuole e dei corsi.

IMPEGNANO

il Governo ad individuare, nel testo di riforma che si intende promuovere:

a)le unità di personale che si ritiene indispensabile utilizzare considerando che attualmentetale numero, pur essendo previsto in 1400 unità non è mai stato totalmente utilizzato;

b)la professionalità di detto personale che possa esprimersi in un contesto favorevole che va costruito ed articolato sul versante della riforma e sul versante contrattuale;

c)gli obiettivi che si ritiene debbano essere perseguiti quali l''impiego flessibile dei docenti di ruolo che oltre a svolgere la loro funzione di insegnanti potrebbero essere chiamati ad assumere funzioni di coordinamento e di riferimento sul piano didattico ed organizzativo rispetto al personale assunto in loco all'estero);

d)l'assunzione in loco non più da parte degli enti gestori, ma da parte degli Uffici scuola dei Consolati (trasformati in Uffici Scolastici italiani per l'estero), sulla base di regole chiare e trasparenti .

RIAFFERMANO

che nel testo della riforma siano chiaramente prese in considerazione e debitamente indicate leregole in materia di:

a) posizione giuridica del personale;

b) applicazione dell'autonomia alle scuole e ai corsi;

c) gestione sociale delle istituzioni all'estero;

d) riconsiderazione radicale della politica scolastica nelle aree di emigrazione con interventi differenziati a seconda del paese ospitante;

e) riconoscimento dei servizi, senza precostituire fasce di precariato, anche in riferimento a

particolari categorie di personale dipendente ed a carico di Enti o autorità straniere;

f) revisione delle tabelle di cui al decreto legislativo 27 febbraio 1998, n. 62 sulla base delle nuove qualifiche professionali del personale scolastico e del personale appartenente all'Area V della Dirigenza Scolastica e relativa omogeneizzazione degli assegni di sede tra i diversi soggetti che operano all'estero

RIVENDICANO

a)una corretta impostazione dell'attività amministrativa nei suoi vari e molteplici aspetti, ivi compreso quello della gestione del personale;il pieno rispetto delle norme in materia di riforma della Pubblica Amministrazione che costituisce, anche per il Ministero degli Affari Esteri, il punto fondamentale di riferimento;

b)l'abbandono delle continue resistenze opposte all'attuazione del decentramento, dei principi di delegificazione, di snellimento e semplificazione delle competenze nella predisposizione degli atti e delle procedure;

c)l'attuazione della trasparenza dell'azione amministrativa;

d)il rispetto dei principi fissati dalle regole concernenti la contrattazione.

Roma, 11 giugno 2007

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al Centro Binaria di Torino, ore 18.

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