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ESTERO. La FLC Cgil dice no alla sospensione degli invii all’estero e chiede l’apertura del confronto

Ora il MAE vuole sospendere, benché in via cautelare, le nomine ancora non avviate e perfezionate per via dei tagli previsti nella legge finanziaria 2007 ancora in via di discussione. Si tratta di una decisione inaccettabile che penalizza il personale interessato e svilisce le attività delle scuole e istituzioni scolastiche italiane all’estero.

10/11/2006
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Con una comunicazione mezzo faxdel 10 novembre 2006, la DGPCC informa le OO.SS. che, in considerazione della consistente riduzione delle risorse destinate alle istituzioni scolastiche e culturali all’estero riguardanti gli assegni di sede previste nel disegno di legge concernente il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2007 e il bilancio pluriennale 2007-2009 attualmente all’esame del Parlamento, di essere costretta, in via cautelativa, a sospendere “le nomine del personale di ruolo nei posti previsti dal contingente per l’a.s. 2006/2007 sui quali non è stato finora possibile avviare o perfezionare nuove nomine”

Per la FLC Cgil si tratta di una decisione inaccettabile e assurda sia sotto il principio giuridico sia sotto il profilo sindacale e politico. Una simile decisione infatti non solo entrerebbe in contrasto con i diritti delle persone coinvolte che vedrebbero notevolmente ritardato e a data da destinarsi il loro invio, ma pregiudicherebbe, in modo irreversibile, il complesso delle attività e delle iniziative delle scuole e delle istituzioni scolastiche italiane all’estero con ripercussioni negative sull’intero sistema faticosamente costruito nell’arco degli anni soprattutto da parte del personale che vi opera o che vi ha operato.

Inoltre la FLC Cgil ritiene che tale decisione risulta a dir poco intempestiva sia per via del fatto incontrovertibile che la legge finanziaria non ha ancora esaurito il suo iter parlamentare sia per via dell’introduzione di un metodo a dir poco discutibile. Secondo la FLC Cgil la DGPCC e lo stesso MAE prima di intervenire così duramente sul sistema e sul personale farebbe bene ad individuare in altri capitoli del suo bilancio gli sprechi da evitaree i tagli da effettuare. La politica culturale e la diffusione della lingua italiana non possono essere viste come le ancelle della politica estera italiana e soggette, quindi, a sconsiderate riduzioni di risorse umane ed economiche. Se si vuole effettivamente rilanciare e valorizzare la cultura italiana in Europa e nel mondo vanno previsti semmai ulteriori investimenti programmati e certi nel tempo da destinare in maniera centrale all’intervento pubblico.

La FLC Cgil ha chiesto, con lettera del 10 novembre all’Amministrazione di avviare il tavolo di concertazione e di sospendere qualsiasi iniziativa formale di blocco delle nomine.

Roma, 10 novembre 2006

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