Nonno, cos'è il sindacato? Il nuovo libro di Edizioni Conoscenza

Home » Scuola » Fatturazione elettronica: le molestie burocratiche non finiscono mai!

Fatturazione elettronica: le molestie burocratiche non finiscono mai!

Le segreterie delle scuole sempre più gravate di lavoro inutile e costrette a seguire iter farraginosi e reiterati che non permettono una concreta semplificazione amministrativa.

01/04/2015
Decrease text size Increase  text size

Le segreterie scolastiche continuano a essere sottoposte a continui mutamenti tecnologici e normativi, accompagnati spesso da procedure fumose e illogiche, che comportano l'esecuzione di ulteriori adempimenti burocratici, senza considerare anche il fatto che, da settembre 2015, la legge di Stabilità ha imposto il nuovo taglio all'organico degli Assistenti Amministrativi.

Ci riferiamo, in particolare, alle procedure legate agli acquisti, alla produzione della fatturazione elettronica, a quante volte una fattura, una volta esaminata nei minimi dettagli, deve essere contabilizzata e poi pagata.

Quando il sistema informatico ministeriale SIDI funziona (perché la normalità è che non funziona!) i passaggi da eseguire sono molteplici e su diverse piattaforme, ognuna delle quali è completamente scollegata all'altra, pur tutte della Pubblica Amministrazione. Per predisporre un pagamento, che prima richiedeva cinque minuti, ora occorre un tempo infinito, considerato anche che per ogni acquisto necessita un CIG (Codice Identificativo Gara), che va ricercato a caso in 7/8 pagine, scritte in modo microscopico, senza nessun criterio di ordine selettivo.

Ancora l'iter prevede in modo contorto di associare la fattura all'impegno e poi di riassociarla di nuovo al mandato con ulteriore dispendio di tempo. Considerato che dal 1 gennaio 2015 nelle fatture va scorporato l'imponibile dall'Iva (Split System), dunque, va fatto un doppio impegno e un doppio mandato per effettuare due pagamenti distinti, uno al fornitore e uno all'Erario per il versamento dell'Iva.

Per il pagamento delle fatture dai residui passivi va, invece, eseguita una procedura più complicata, poiché si devono modificare delle operazioni che sono già state effettuate in bilancio prima dell'introduzione dell'obbligo e, quindi, occorre attuare ulteriori passaggi contabili per far quadrare i conti.

Ebbene, pure in presenza di tutti i dati caricati manualmente all'interno della medesima piattaforma informatica - gestione finanziario-contabile di SIDI - non è possibile richiamarli quando servono, poiché è necessario ridigitarli ogni volta dall'inizio.

Terminato il procedimento di liquidazione delle fatture, da effettuare entro 30 giorni dal loro ricevimento, è d'obbligo compilare il Registro delle Fatture, dove vanno implementati tutti i campi "a mano" (ben 12 campi) e il MIUR, a seguito del corso online, ha caricato nel sistema centrale, oltre al Registro delle Fatture 2015, anche il Registro da giugno 2014 (data dalla quale è partita la fatturazione elettronica), obbligatorio ora per allora. Anche in questo caso non è possibile richiamare in automatico i dati dal bilancio, nonostante questi siano già presenti a sistema.

Inoltre, il registro non esonera le scuole dall'obbligo di inserire i dati anche nella piattaforma Certificazione dei Crediti del MEF, dove bisogna reinserire manualmente tutti i dati relativi alle fatture, naturalmente a partire da giugno 2014.

E non è finita qui, poiché le scuole sono vincolate, altresì, a calcolare e pubblicare in Amministrazione Trasparente l'Indicatore di Tempestività dei Pagamenti, seguendo le indicazioni fornite dal DPCM del 22 settembre 2014. Ciò serve a verificare se si pagano le fatture entro 30 giorni e questo Indicatore è calcolato con una formula, da impostare su un file excel.

Si concretizza, dunque, un sistema in cui le procedure vengono reiterate all’infinito, senza consentire una reale semplificazione e dematerializzazione, dal momento che tutti questi passaggi non sono "legati" tra di loro tramite un effettivo interscambio dei dati. In questo modo i tempi si dilatano imprevedibilmente e i relativi procedimenti si bloccano, invece che andare avanti più fluidi e spediti.

Eppure la digitalizzazione è un processo per conservare, trasmettere e registrare documenti e informazioni, con l'obiettivo di riorganizzare e semplificare, in modo sempre più efficiente, i processi amministrativi, non certo per complicarli e duplicarli. L'impiego della digitalizzazione dovrebbe essere rivolto ad aumentare la produttività, ridurre gli adempimenti e il peso della burocrazia, migliorare l'efficienza e ottimizzare le procedure interne alla Pubblica Amministrazione.

Al contrario, con i sistemi informatici operativi del Ministero, la digitalizzazione si presenta sempre più zoppicante e inefficiente, al limite del ridicolo. Come se "digitale" stesse per "digitare" e, di conseguenza, più si digita più si dematerializza!

Dato che l'art. 5 del DDL Buona Scuola del Governo parla anche di Piano Nazionale Scuola Digitale, per dare strumenti organizzativi, per migliorare la “governance”, la trasparenza, lo scambio e la condivisione dei dati e informazioni, la FLC CGIL indica che per la sua realizzare è indispensabile una profonda revisione dell'organizzazione e dei processi, dando gli strumenti adeguati e facendo in modo che i sistemi informativi possano dialogare tra loro, attivando in modo automatico dei processi elaborativi per lo scambio continuo di informazioni e di dati.

La FLC CGIL è per una digitalizzazione dell'intero ciclo, per non aggravare di ulteriori pesi inutili le segreterie e il lavoro amministrativo, per dare alla scuola un’organizzazione più dinamica e flessibile e garantire, nel contempo, un livello dei servizi più adeguato alla collettività.

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

SFOGLIALO IN ANTEPRIMA!