Formazione 2004
Nel corso di due incontri, tenuti nelle giornate di lunedì 23 e 29 marzo, sono stati illustrati alle organizzazioni sindacali dal MIUR i criteri generali su cui intende muoversi la nuova direttiva annuale sulla formazione del personale che sarà emanata a breve.
Nel corso di due incontri, tenuti nelle giornate di lunedì 23 e 29 marzo, sono stati illustrati alle organizzazioni sindacali dal MIUR i criteri generali su cui intende muoversi la nuova direttiva annuale sulla formazione del personale che sarà emanata a breve.
Con il nuovo contratto, come ricorderete, "criteri, modalità e opportunità formative" sono diventati oggetto di contrattazione integrativa regionale mentre nazionalmente il Ministro è tenuto ad emanare una direttiva in cui definisce gli obiettivi formativi e ripartisce tutte le risorse destinate alla formazione "da norme di legge o da norme comunitarie".
In realtà la prima previsione non rispettata attiene ai tempi, visto che la direttiva avrebbe dovuto essere emanata entro il 31 gennaio, data lungamente discussa in sede di rinnovo contrattuale ed individuata proprio perché, non essendoci la contrattazione che fa perdere tanto tempo all’Amministrazione, avrebbe potuto essere rispettata.
I fatti dimostrano che non è la contrattazione la ragione dei ritardi; come negli anni precedenti sarà quindi necessario accelerare i tempi della contrattazione regionale per liberare le risorse che vanno alle scuole e permettere loro di progettare all’inizio dell’ anno scolastico le iniziative formative necessarie in coerenza con il proprio piano dell’offerta formativa.
Il ruolo della scuola autonoma è centrale nelle scelte che la Cgil scuola ha sostenuto a tutto campo sia con il contratto che con le altre politiche, anche in questo caso abbiamo riaffermato la necessità che le scuole possano decidere, in piene autonomia, con la certezza delle risorse, i propri progetti.
Questo principio generale non può essere offuscato da tentativi di centralizzazione che emergono di nuovo anche nel campo della formazione, cercando di vincolare le risorse delle scuole a progetti che devono trovare, ai vari livelli, finanziamenti autonomi.
La Cgil scuola ha quindi chiesto, nel rispetto del mandato contrattuale, il trasferimento delle risorse verso le scuole senza alcun vincolo progettuale in tempi strettissimi, auspicando anche un loro incremento in sede di confronto regionale ed un alleggerimento degli interventi nazionali per favorire una progettazione regionale più rispondente ai bisogni dei lavoratori.
Un punto particolarmente ambiguo resta quello della formazione sulla "controriforma" e sul primo Decreto legislativo n.59/04, la formazione dovrebbe infatti riguardare gli obiettivi di apprendimento che sono contenuti nelle diverse Indicazioni allegate al decreto. Il condizionale è d’obbligo visto che i regolamenti attuativi previsti dalla legge 53/03 non sono stati emanati e la legittimità delle Indicazioni, " allegate" ma non approvate, è palesemente dubbia.
E allora il personale su che cosa dovrebbe formarsi? Né possiamo accettare che si spendano risorse su obiettivi che potrebbero essere modificati, ciò è palese se pensiamo alla scuola media, per la quale lo stesso decreto prevede un anno di tempo per la revisione delle classi di concorso. E con quali motivazioni partecipa il personale che sa di essere "provvisorio" in quello che fa?
Inoltre la stessa entità delle risorse finalizzate alla formazione provenienti dal piano programmatico per l’attuazione della "riforma" è incerta e generica rispetto ai contenuti della finanziaria: i 90 milioni di euro sembrano lievitare visto che vengono citati su più usi e diverse finalità.
Le risorse disponibili per la formazione del personale ammontano a 34.056.519 Euro comprensive di 1.500.000 Euro che saranno accreditate alla Direzioni regionali per la formazione dei dirigenti scolastici e che dovranno essere sottoposte ad una specifica contrattazione.
A questi finanziamenti dovrebbero aggiungersi quelli provenienti dalla legge finanziaria ( che non sono quantificati) e quelli specificamente destinati dalla Legge 440/97 che non sono ancora disponibili.
Manca invece, contrariamente a quanto prevede il contratto, ogni riferimento ai finanziamenti derivanti dalle leggi comunitarie.
La Cgil scuola ha anche chiesto il rispetto della norma contrattuale che vincola, a tutti i livelli, le risorse non spese durante un esercizio finanziario, al loro riutilizzo sulla stessa finalità.
La bozza di direttiva richiama anche le previsioni dell’articolo 3 della legge finanziaria n.350/03 sul contestato punto che istituisce corsi di specializzazione intensivi a livello provinciale e interprovinciale destinati a docenti in condizione di soprannumerarietà appartenenti a classi di concorso in esubero.
La Cgil scuola ha sottolineato come l’articolo 10 del CCNL preveda chiaramente che " …i processi di riconversione, anche attraverso la previsione di specifici momenti formativi…" sono definiti in sede di contrattazione integrativa nazionale e che la direttiva al massimo deve rendere disponibili le risorse su questo obiettivo senza intervenire unilateralmente su altre regole.
Per il personale ATA, in particolare, abbiamo segnalato la necessità di prevedere interventi formativi, che si devono basare su una specifica intesa finalizzata alla attuazione degli istituti contrattuali relativi alla mobilità professionale come previsto dall’articolo 48 del CCNL, sottolineando anche una particolare attenzione al personale inidoneo utilizzato in altri profili.
Ancora una volta abbiamo ricordato come l’affermazione che le iniziative di formazione organizzate per il personale delle scuole statali sono " aperte" anche a quello delle scuole paritarie, senza la definizione delle regole, dei criteri e dei limiti di tale partecipazione sia inaccettabile. Come è inaccettabile che le risorse " statali" siano utilizzate per le scuole paritarie senza richiedere almeno il concorso agli Enti gestori: questo così resta un altro " regalo" indiretto ad enti che non vengono neppure controllati dall’Amministrazione sul rispetto dei requisiti.
Inoltre uno degli obiettivi indicati prevede l’aggiornamento dei docenti di religione cattolica: come sappiamo per essi è ormai in atto un concorso e saranno insegnanti " di ruolo" come tutti gli altri. Visto che i contenuti teologici non sono definiti dalla Amministrazione scolastica, per quale motivo si prevede una loro particolare formazione? Non sono forse insegnanti come tutti gli altri che hanno il dovere di formarsi insieme agli altri colleghi su quello che ogni scuola delibererà?
Per il resto la direttiva si caratterizza per il solito lungo elenco di temi tra i quali la contrattazione regionale, per la sua quota di fondi, dovrà scegliere le priorità.
La scuola autonoma avrà invece come centrale quello che ha previsto nel suo Piano dell’offerta formativa, e potrà realizzarlo da sola, in rete con altre scuole, in collaborazione con le Associazioni qualificate o con gli Enti accreditati, o aderire a quello che l’Amministrazione offre, se coerente con il proprio POF. Analogamente il personale potrà aderire alle diverse opportunità formative presenti sul territorio.
Roma, 31 marzo 2004