Formazione: emanata la direttiva
Anche quest’anno il ministro dell'istruzione ha firmato la direttiva che definisce gli obiettivi formativi del personale docente ed Ata per il prossimo anno scolastico.
Anche quest’anno il ministro dell'istruzione ha firmato la
direttiva che definisce gli obiettivi formativi del personale docente ed Ata per il prossimo anno scolastico.
La direttiva n. 45/2005, inviata alla Corte dei conti per il controllo di rito, ripartisce 32.926.855 euro di cui 26.706.644 vanno alle direzioni regionali insieme ai 2.345.745 finalizzati alla formazione per il sostegno.
Di queste cifre, stando al testo contrattuale, almeno 19.756.113 dovrebbero andare alle scuole, il 60% del totale nazionale delle risorse, che il MIUR si ostina a non indicare, proporzionato per regione, nelle tabelle, cifra che non può essere diminuita ma solo incrementata dalle contrattazioni regionali.
Ma il Ministro, ormai si sa, è alle prese con la “riforma”, sua e di pochi altri, in verità, così tenta di vincolare ai suoi desiderata, in modo diretto ed indiretto, la maggioranza delle risorse.
Infatti se da una parte si scrive che per gli interventi nazionali sono destinati “solo” 2.291.969 euro, dall’altra si scrive che la quota di risorse assegnata agli Uffici regionale dovrà, prevalentemente, concorrere alle azioni formative promosse a livello nazionale!
Un assunto inaccettabile, visto che le risorse regionali sono sottoposte a contrattazione, teso a condizionare gli esiti del confronto tra le parti ed a scavalcare e trascurare le esigenze formative che sorgono nei territori a favore di una specie di addestramento, il più possibile acritico.
L’uso sistematico ed indiscriminato della formazione on-line, in quasi totale assenza di criteri, metodi e tecniche di valutazione della qualità degli interventi, dei materiali didattici, delle interazioni in rete, limita i momenti di studio e riflessione in ambiente e riduce in solitudine la riflessione sull’esperienza.
Una partita impropriamente “appaltata” senza alcun confronto né di merito né di metodo che trascura ogni riflessione sulla formazione degli adulti, quali sono i docenti e gli ATA che entrano in formazione.
Per il resto una direttiva vecchia e burocratica, con il solito elenco di temi che risultano residuali rispetto alla pompa magna delle controriforme, in cui la vera novità è quella della formazione rivolta al personale Ata, per cui vengono promossi interventi volti "sia allo sviluppo delle professionalità (anche per l'assistenza materiale alla persona diversamente abile), sia alla mobilità professionale, sia alla riconversione, con specifica attenzione al personale inidoneo utilizzato in altro profilo".
Una direttiva emanata in perfetto stile Moratti, con la consueta indifferenza a tutte le obiezioni sollevate mesi fa, in sede di informazione preventiva.