Formazione forzata per tutti gli insegnanti in esubero?
Attuazione Legge 53 e insegnanti in esubero
Attuazione Legge 53 e insegnanti in esubero
Formazione forzata per tutti gli insegnanti considerati in esubero a causa dell’attuazione della legge 53.
La notizia, anticipata nei giorni scorsi dalla stampa, sembra trovare conferme sostanziali in queste poche ore che precedono la pubblicazione del decreto sulle immissioni in ruolo.
Un articolo del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri conterrebbe infatti una norma che obbliga alla formazione, in questo caso si configura come una vera e propria riconversione, tutti gli insegnanti che, a causa della legge 53, insegnano discipline non previste dagli ordinamenti pensati e voluti da questo governo e dalla Moratti .
Sembra che il testo renda obbligatoria la formazione sulla lingua inglese, prevista dall’ultima legge finanziaria, per gli insegnanti della scuola primaria: 14.200 persone, secondo la stima lì indicata.
Non saranno soli, non è certo insensato pensare che ci saranno molti docenti delle discipline collocate nelle aree opzionali che rischiano sostanziali riduzioni dell’orario di insegnamento, come quegli insegnanti di discipline, educazione tecnica,per esempio, semplicemente cancellate dalla legge 53.
D’altra parte la riduzione dell’orario obbligatorio di tutti i percorsi, secondaria compresa, non è stata voluta proprio anche per “contenere” il personale della scuola? Certo è che l’affondo nei confronti del personale, visto che sta per finire la fase “transitoria” del primo decreto, è netto.
Non è dato di sapere, oggi, se il decreto contiene anche una norma di copertura finanziaria dell’operazione, ma vista la straordinaria tirchieria che questo governo in quattro anni di vita ha avuto nei confronti del personale della scuola, sospettiamo di no.
FLC CGIL, leggerà con attenzione il testo e le sue ricadute sul personale, ma annuncia fin da ora la sua contrarietà ad operazioni di formazione forzata, senza risorse dedicate e certezze di sbocchi occupazionali.
Il Ministro dovrebbe ricordare che il contratto in vigore affida alla contrattazione, non ad un qualsiasi decreto estivo, il rapporto di lavoro del personale, compresi eventuali percorsi di riconversione.
Roma, 1 luglio 2005