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Formazione iniziale docenti. Primo incontro al Miur sullo schema di regolamento

Nell’incontro, richiesto dalla FLC, l’amministrazione ha illustrato le direttrici sulle quali si sta costruendo lo schema di regolamento sulla formazione iniziale del personale docente.

08/04/2009
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All’incontro del 6 aprile, sollecitato dalla FLC, erano presenti tutte le Organizzazioni sindacali e per il Miur, oltre al dott. Chiappetta, al Dott. Di Costanzo e al Dott. Capo - che ha presieduto la riunione - era presente il dott. Bruschi, Consigliere del ministro Gelmini che ha illustrato le direttrici sulle quali si muove la bozza di regolamento sulla formazione iniziale. Nella sua introduzione il dott. Capo ha specificato che l’incontro segna l’avvio di un percorso di confronto per la definizione del testo della bozza di regolamento che verrà poi inviata alle Commissioni parlamentari, al Cun, al Csnu e al Cnpi. Ha precisato, quindi, che le linee presentate sono oggetto di valutazione ed emendamenti.
Il dott. Bruschi ha precisato che non esiste al momento nessuna bozza e che quelle circolate finora sono superate; ha quindi specificato che, a seguito della chiusura delle SSIS, si è reso necessario creare un nuovo percorso abilitante, facendo tesoro dell’esperienza appena sospesa sia sul versante degli aspetti critici - per non ripercorrerli - sia per le esigenze che si sono manifestate durante gli anni dell’esperienza delle SSIS. Ma, ha sottolineato che un nuovo percorso è necessario anche alla luce dei dati negativi registrati dalle indagini internazionali in particolare sugli apprendimenti degli studenti della secondaria di secondo grado.
La bozza di regolamento alla quale sta lavorando il Miur si muove sui punti definiti dalla commissione Israel, avendo come perno centrale:

  • la semplificazione del modello, rispetto a quello delle SSIS, che porti ad un risparmio sia per gli studenti che per il sistema, cioè, un corso abbreviato rispetto ai due anni, considerando che si sono registrate troppe ripetitività con le esperienze del primo;

  • la revisione delle lauree magistrali sia per i contenuti disciplinari che per quelli didattici.

E’ stato quindi illustrato il modello configurato dalla Commissione Israel per il percorso di formazione iniziale:

  • scuola infanzia e primaria: ciclo unico di 5 anni - con accesso programmato al primo anno – con un percorso unitario di orientamento sulla didattica;

  • scuola secondaria di primo e secondo grado: accesso programmato alla laurea magistrale, in base al numero programmato dal MIUR, + 1 anno di tirocinio formativo attivo finalizzato a coniugare il "sapere” con il "saper insegnare".

Per l’insegnamento artistico musicale il percorso di formazione sarà analogo (3+2+1 anno di tirocinio formativo attivo) e saranno coinvolte le istituzioni AFAM.
E’ stato rilevato come nell’architettura che si va configurando occorra trovare forme di interconnessione per la scuola secondaria di primo e secondo grado, in attesa del decreto sulla riorganizzazione delle classi di concorso, in quanto la questione del regime transitorio va affrontata subito per ovviare alle difficoltà che si sono registrate con le SSIS. Si pensa - per chi è già in possesso del titolo di laurea magistrale/specialistica – all’acceso programmato ad un anno di tirocinio formativo attivo, facendo valere i crediti formativi universitari.
Per la specializzazione relativa al sostegno si sta ipotizzando un percorso che aggiunge 1 anno specifico per il sostegno al percorso 3 anni + 2 per la laurea magistrale +1 anno di tirocinio formativo attivo.
La bozza di testo che si sta definendo conterrà riferimenti all’Europa, in particolare per le certificazioni e competenze linguistiche ma, per esempio, non conterrà riferimenti sulle certificazioni informatiche che non rientrano nelle competenze proprie dell’insegnante.
Maria Brigida, della Segreteria nazionale FLC Cgil, ha ringraziato della convocazione seguita alla richiesta formale avanzata dalla FLC, preoccupata che non si arrivasse ad un testo definito senza un confronto anche con le organizzazioni sindacali. Ha poi precisato che è riduttivo e fuorviante individuare nei risultati PISA/OCSE la causa della necessità di introdurre un nuovo e diverso percorso di formazione iniziale.
Ha sottolineato che le osservazioni richieste dall’Amministrazione non possono che risentire di quanto letto nelle bozze circolate in rete, sottolineando come la complessità del tema trattato avrebbe meritato una discussione più approfondita ed articolata, se l’Amministrazione avesse inviato prima una bozza di testo delle linee che sono state presentate solo verbalmente durante l’incontro.
Nello specifico della revisione del percorso di formazione iniziale, ha quindi giudicato negativa la differenza temporale tra il percorso di laurea per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria e quello più lungo individuato per la scuola secondaria di primo e secondo grado: una scelta che evidenzia una diversa considerazione degli ordini di scuola e gradi di istruzione.
Ha rilevato, inoltre, che nel percorso per la scuola secondaria è forte e controproducente lo scarto che c’è tra la gli aspetti disciplinari - predominanti - e quelli relazionali, pedagogici e didattici che sono la base del "saper insegnare"; a questo proposito ha portato l’esempio dell’eccellenza raggiunta negli apprendimenti degli alunni della scuola primaria. La stessa importanza che si dà ai contenuti disciplinari deve essere riservata anche agli aspetti "trasversali" nel percorso previsto per la scuola secondaria, dove più evidente è la sofferenza sul versante della dispersione e degli abbandoni.
Ha sottolineato che il percorso di formazione iniziale nel resto dell’Europa, pur non esistendo un modello europeo, è più breve di quello italiano; a tal proposito ha invitato l’Amministrazione, che ha riunificato la gestione di scuola e università in un solo ministero, ad utilizzare anche questa questione come occasione per individuare le ragioni del depauperamento culturale del sistema universitario, individuando anche nella cattiva attuazione del 3+2 le ragioni delle distorsioni del sistema per poterlo migliorare.
E’ stato poi evidenziato come dai percorsi delle SSIS siano scaturiti anche aspetti positivi rispetto alle competenze trasversali e prima di gettare via tutto sarebbe utile fare una verifica ed una valutazione degli aspetti critici, sia per renderli pubblici sia per meglio individuare le nuove soluzioni. Ed è proprio sulle competenze trasversali che la scuola deve giocare un ruolo di primo piano, perché su questi aspetti vive la sua pratica quotidiana.
Ha sostenuto, quindi, che i tre modelli di formazione iniziale presentati sembrano troppo rigidi e questo non è un bene, anche alla luce dell’entrata in vigore dal prossimo anno scolastico dell’assolvimento dell’obbligo a 16 anni che dovrebbe fornire lo stimolo ad individuare un percorso di formazione omogeneo per rispondere alle caratteristiche specifiche della scuola dell'obbligo.

Ha sottolineato inoltre l'importanza della formazione per il sostegno che non può essere ridotta a pochi moduli, ma deve avere una sua specificità, anche in considerazione dell’aumentata varietà e complessità delle condizioni di disabilità.

In conclusione dell'intervento ha richiamato l'attenzione sull'esigenza di fare chiarezza anche sui percorsi di reclutamento, che non possono essere separati dalla formazione iniziale - come prescritto dalla legge finanziaria 2008 - e che, quindi, è necessario anche un confronto con la maggioranza parlamentare che sta discutendo dei medesimi temi – vedi PDL Aprea - con proposte che si discostano da quelle ipotizzate dal Ministero.

Va inoltre gestita con attenzione la fase transitoria rispetto all'esaurimento delle attuali graduatorie, ai percorsi di formazione iniziale attivati nel 2008/09, ai precari non abilitati attualmente in servizio e al ruolo dei supervisori del tirocinio.

Infine, è stato chiesto all’Amministrazione di poter disporre di un testo scritto, che sia l’esito di una proposta unitaria di tutta la maggioranza, in modo da avere un punto di riferimento certo sul quale poter esprimere valutazioni e fare proposte di emendamenti: anche perché questo è un tema dirimente per la qualità del nostro sistema di istruzione che ha assoluta necessità di chiarezza e di uscire dal caos nel quale lo stanno condannando le confuse e contraddittorie proposte del Governo.

Roma, 8 aprile 2009