Formazione lingua inglese, il MIUR imperterrito prosegue
Un protocollo tra INDIRE e AICLU
Solo pochi giorni fa, si era appena avviata al MIUR l’informazione sulla formazione del personale che dovrebbe proseguire nei prossimi giorni, l’Amministrazione, sorda ai rilievi delle organizzazioni sindacali di fronte all’esiguità delle risorse disponibili, ha dimostrato tutta la sua tenacia a proseguire nel solco tracciato dalla controriforma Moratti.
Il protocollo di intesa tra l’INDIRE e l'AICLU, Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari, coinvolta, guarda un po’, sul piano di formazione per lo sviluppo delle competenze linguistico-comunicative e metodologico-didattiche in lingua inglese degli insegnanti di scuola primaria, ne è un esempio lampante.
Nell’accordo infatti si legge chiaramente:
· che esso è lo strumento per avviare il decreto n. 227/2005 che regolamenta l’ articolo 5 della Legge n.53/2003
· serve soprattutto ad attuare l’ iniqua norma della Legge finanziaria per il 2005, dove si prevedeva il taglio di 14.200 posti di insegnati specialisti, taglio che si intende perseguire ad ogni costo
· che, nell’ambito del “Fondo da ripartire per l’attuazione del piano programmatico di interventi finanziari della scuola” esiste un non meglio specificato, né quantificato, finanziamento per la formazione del personale della scuola;
· che l’INDIRE cortesemente offre agli Uffici scolastici regionali una rete di centri linguistici universitari per supportare nel territorio la formazione
· che l’Associazione fornirà all’Istituto un elenco di sedi su base regionale che potranno effettuare i percorsi di formazione comprensivi dell’attestazione del livello linguistico raggiunto.
Ma soprattutto che….
· le concrete modalità di attuazione delle collaborazioni saranno definite a livello locale tra ciascun Ufficio scolastico regionale e il/i Centro/i linguistico/i universitario/i presenti sul territorio con l’intento di valorizzare la collaborazione con l’Università
Insomma chi paghi questa collaborazione e con quali finanziamenti è totalmente omesso.
Il nodo è tutto lì, non sfugge a nessuno il fatto che le risorse regionali destinate alla formazione sono di natura contrattuale, l’Amministrazione ha forse pensato di condizionare l’esito della contrattazione vincolando una parte delle risorse per un aspetto gestionale che non può gravare sulla contrattazione?
Inoltre l’esiguità dei finanziamenti su tutte le voci di bilancio è tale da costringere, nei fatti, a misere cifre da investire nella collaborazione con i centri linguistici delle Università.
Non è difficile pensare ad una schiera di precari, sottopagati per qualche manciata di ore e demotivati oppure ad insegnati “intruppati” ed abbandonati in aule multimediali, soli davanti ad un PC, ad imparare una cosa viva come una lingua straniera.
La qualità della formazione, né quella del lavoro del personale dei Centri linguistici, non sarà assicurata.
Roma, 9 marzo 2006