Gli stipendi dei supplenti: i tetti di spesa
Il nuovo linguaggio per mascherare tagli che vengono da lontano
Negli ultimi anni si sono cercate tutte le soluzioni linguistiche per mascherare i tagli e così è arrivato il termine “tetto”.
Ci sono i tetti regionali per le dotazioni degli organici docenti e ata, ci sono i tetti per le autorizzazioni dei posti in deroga sul sostegno e ci sono i tetti per le spese dei supplenti. Sono tutti provvedimenti che nascondono tagli, ovvero ciò che non si può fare o spendere oltre quel determinato “tetto”.
Così è successo anche con la finanziaria 2005 che ha programmato per 3 anni i tetti di spesa per gli stipendi dei supplenti riducendoli complessivamente di 871 milioni di euro.
Un fatto gravissimo in una scuola dove per responsabilità della Moratti la precarietà è un fatto diffuso.
Noi abbiamo fatto questa denuncia molti mesi fa e precisamente dopo l’approvazione della finanziaria 2005 ma nel 2006, considerato che il tetto è più basso, i tagli saranno molto più consistenti. E’ un problema così grave che rimbalza continuamente anche sui mezzi di informazione. Sono provvedimenti talmente iniqui che non possono passare inosservati.
Ma non si tratta di una novità. I tagli alla scuola vengono da lontano, sono stati una costante nell’operato di questo Governo, che continua ad aggiungerne sempre di nuovi.
Il caso dei tetti di spesa agli stipendi dei supplenti ne sono la più lampante dimostrazione.
Roma, 24 novembre 2005