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I precari e la manifestazione del 28 febbraio

Con la manifestazione del 28 febbraio, CGIL CISL UIL scuola rilanciano la mobilitazione finalizzata a difendere e sostenere la qualità della scuola pubblica contro l'arretramento rappresentato dalla legge 53/03, dal pimo decreto attuativo sulla scuola materna e il primo ciclo di istruzione e dalla devolution che rompe la solidarietà fra le regioni.

17/02/2004
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Con la manifestazione del 28 febbraio, CGIL CISL UIL scuola rilanciano la mobilitazione finalizzata a difendere e sostenere la qualità della scuola pubblica contro l'arretramento rappresentato dalla legge 53/03, dal pimo decreto attuativo sulla scuola materna e il primo ciclo di istruzione e dalla devolution che rompe la solidarietà fra le regioni.
Fra i più colpiti dalle politiche di precarizzazione del lavoro e da quelle tendenti a produrre risparmio sul sistema scolastico, ci sono i precari della scuola.
Su di essi pende minacciosa la prospettiva di chiamata diretta, contenuta nei disegni di legge sullo stato giuridico e nell'applicazione dell'art. 5 della legge 53/03, i tagli dei posti, le scarse prospettive per il futuro e il caos derivato dalla manipolazione delle regole per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato.
Infatti il tempo per il rinnovo delle graduatorie stringe sempre più e non ci sono tracce di soluzione: il DDL, ancorchè giudicato da noi inadatto a risolvere i conflitti, è impantanato in commissione cultura del Senato, a dimostrazione della scarsa volontà e capacità politica di trovare una soluzione.
La manifestazione del 28 febbraio ha, fra i suoi obiettivi, quello della denuncia della insostenibilità della condizione precaria e la rivendicazione di assunzioni e stabilità dentro una politica di valorizzazione della scuola pubblica e di tutela dei diritti del lavoro.

Roma, 17 febbraio 2004

Testo volantino unitario

CGIL CISL UIL SCUOLA
per la stabilità del lavoro nella scuola

Le tensioni presenti nel variegato mondo del precariato sono la conseguenza di una politica disorganica e disattenta ai problemi del personale, che ha scelto la precarizzazione come modello privilegiato del rapporto di lavoro nella scuola.

CGIL CISL UIL SCUOLA

hanno da sempre denunciato tali scelte e da sempre affermato che la stabilità degli organici è garanzia di
qualità del sistema d'istruzione, hanno condannato politiche scolastiche recessive, poco attente al rapporto tra personale e qualità, che interpretano piuttosto il binomio costi benefici in chiave economicistica.

In questo contesto le 15000 immissioni in ruolo, dopo due anni di blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, non invertono la tendenza, non risolvono i problemi dei lavoratori, non rispondono alle esigenze della scuola; sono soltanto una prima, molto parziale risposta alle pressioni delle OO.SS. confederali, pressioni sfociate in una serie di iniziative di protesta e lotta. Il ddl presentato dal Governo è ancora fermo alla commissione istruzione del Senato, segno che non rappresenta una priorità del governo nonostante gli impegni assunti dal Ministro.

Nel merito, come già dichiarato in occasione dell' audizione al Senato, questo disegno di legge non è adeguato a recuperare le condizioni di equità e a costruire una sintesi equilibrata delle istanze presenti; su esso infatti, si è sollevato un coro di proteste.

Le radici del conflitto, prodotte da altalenanti e contraddittori interventi che si sono susseguiti negli ultimi tre anni, sono cosi profonde che non sono più sufficienti semplici operazioni aritmetiche ai punteggi.

Va, invece, recuperata la filosofia della legge 124 che aveva dato prospettive di stabilità a chi nella scuola aveva investito in impegno, professionalità, progetto di vita.

Questa scelta è assolutamente alternativa alla precarietà in cui il personale della scuola è costretto a vivere in questi tempi!

L'articolo 5 della legge 53 declina, peraltro, un nuovo modello di formazione iniziale, la cui attuazione presenta numerose incoerenze; in particolare, per la mancanza di adeguate interconnessioni con il sistema attuale, rischia di mettere in discussione pregevoli esperienze formative, realizzate negli ultimi anni, che non devono invece essere disperse.
Mentre, non definendo alcuna fase transitoria rispetto al modello di reclutamento in vigore, l'attuazione di tale norma alimenterà ulteriori forme di contenzioso e contrapposizioni che contribuiranno a rendere sempre più conflittuale il clima nella scuola, già fortemente messa a dura prova da interventi di riforma contrastati e oggetto di vivaci conflitti.

CGIL CISL UIL SCUOLA

denunciano con fermezza il perdurare di una situazione che evidenzia disinteresse ed incapacità ad individuare risposte sistemiche al problema del precariato con soluzioni equilibrate ed organiche, funzionali all'invocato modello di scuola di qualità.

CGIL CISL UIL SCUOLA

ribadiscono altresì l'esigenza di un piano pluriennale di assunzioni e di stabilità degli organici.