I sindacati e la formazione sulle competenze informatiche
Osservazioni in merito al "Piano nazionale di formazione sulle competenze informatiche e tecnologiche del personale della scuola"
In merito al "Piano nazionale di formazione sulle competenze informatiche e tecnologiche del personale della scuola" presentato nell'incontro del 31 luglio u.s. preso la sede del MIUR, le Segreterie Nazionali di OO.SS. CGIL - CISL - UIL scuola rappresentano con questa nota unitaria le osservazioni già espresse nel corso della riunione.
Considerati la dimensione quantitativa dei destinatari (sono coinvolti in prima battuta 180.000 docenti), gli obiettivi e le finalità da perseguire nonché l'impegno organizzativo necessario per giungere a risultati di qualità e di efficacia, le scriventi OO.SS. avanzano alcune specifiche richieste.
- Esprimono apprezzamento per il progetto che si annuncia come una grossa occasione di formazione per il personale e prefigura la costruzione di un asse innovativo fondamentale per la qualificazione e la modernizzazione dello stesso sistema di formazione tanto più opportuno in quanto operante su target numericamente rilevanti, dalla forte complessità nella tipologia delle competenze didattiche, organizzative e gestionali.
- Le OO.SS. condividono l'approccio gradualistico che va comunque collocato all'interno di una strategia di investimento da parte del Governo in quanto, progressivamente, dovrebbe coinvolgere l'insieme del personale interessato ad implementare tali nuove competenze nella pratica didattica e nel processo organizzativo-gestionale della scuola dell'autonomia.
- Stante la natura pattizia della formazione, disciplinata contrattualmente in un modello di responsabilità e di funzioni articolato ai vari livelli, nazionale, territoriale (ora regionale), d istituto, tutte le materie che hanno ricadute sul rapporto e sull'organizzazione del lavoro vanno trattate all'interno di tale modello di relazioni sindacali, a partire dal diritto di informazione preventiva e successiva.
Il rispetto di questo modello di funzionamento ha dimostrato di favorire la programmazione e la gestione dell'attività, peraltro complessa ed impegnativa, in un clima di partecipazione e di consenso sostanziale, da cui il governo della scuola non può prescindere, come ha dimostrato l'esperienza di anni.
- Relazioni sindacali a livello regionale.
Vanno attivate, anche a livello regionale, le procedure di informazione preventiva e successiva, nonché il confronto di merito sulle questioni di competenza come l'impiego delle risorse finanziarie, la dislocazione territoriale dei corsi in funzione del necessario equilibrio tra ordini e gradi di scuola, l'agevolazione delle condizioni di partecipazione.
A questo livello può, infatti, essere adottato ogni adeguamento o misura di tipo organizzativo-gestionale coerentemente alle specificità territoriali ed alle esigenze da soddisfare per la migliore realizzazione del progetto a partire dalla rilevazione dei bisogni formativi.
- Individuazione dei docenti destinatari del Piano
Fermo restando la volontarietà dell'adesione da parte del docente, le scriventi OO.SS. ritengono che i criteri di reclutamento dei partecipanti vadano individuati nel consenso, volto a creare un clima di condivisione e di cooperazione rispetto all'attuazione del progetto ed alla socializzazione degli esiti.
Non possono, pertanto, essere condivise scelte che affidino tale compito ad organismi monocratici (dirigente scolastico, dirigente regionale), fermo restando le responsabilità di attuazione dei livelli dirigenziali.
Vanno invece previste condizioni coerenti con l'attuale normativa che individua nelle sedi collegiali e di rappresentanza democratica, quali collegio docenti ed R.S.U. (ognuna per le parti, ovviamente, di propria competenza) i contesti idonei a definire criteri e modalità di partecipazione. La stessa verifica della coerenza tra i requisiti richiesti dal progetto e le competenze in possesso degli aspiranti (vedi, ad esempio, le scelte del "tutor") deve collocarsi in un ambito di collegialità.
Nella scuola, proprio per raggiungere il successo dei risultati, sono necessarie scelte condivise nella collegialità; al contrario, verrebbe meno quel clima di collaborazione e di solidarietà interna che deve caratterizzare l'ambiente formativo ed educativo.
- Gestione corsi
Quanto alla gestione dei percorsi nelle 3 diverse tipologie, data la complessità progettuale ed organizzativa, può costituire un utile contributo la collaborazione con Enti ed Agenzie esterne, qualificati ed accreditati ai sensi del D.M. 177/2000, individuati sulla base di requisiti che consentano il pieno perseguimento degli obiettivi, nella trasparenza delle procedure di affidamento. Come sembra opportuno promuovere e sviluppare ogni utile collaborazione con Regioni ed Autonomie locali rispetto ad interventi che consentano di cogliere la peculiarità territoriale.
- Certificazione
La certificazione dell'esperienza deve avere carattere di omogeneità sul territorio nazionale e, pertanto, va redatta sulla base di criteri ed indicazioni definiti a livello centrale.
L'"Intesa sugli standard organizzativi e di costo per le iniziative di formazione del personale" sottoscritta tra OO.SS. e M.P.I. il 19.1.2000 è un riferimento opportuno in quanto include la declinazione dei principi fondamentali per la certificazione dei profili di competenze.
Quanto al riconoscimento ed alla spendibilità dell'esperienza, ciò attiene al terreno più propriamente contrattuale.
La stessa direttiva 74/2002 rappresenta il contesto entro cui ottimizzare la realizzazione del progetto nel quadro evolutivo dell'autonomia scolastica, assurta a norma di rango costituzionale, cui è oltremodo funzionale la promozione dello sviluppo professionale del personale.
Cgil Scuola Cisl Scuola Uil Scuola
E. Panini D. Colturani M. Di Menna