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Il decretino al Cnpi: la Cgil Scuola esprime parere contrario

Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, nella seduta del 15 luglio 2003, ha esaminato ed ha espresso parere sul decreto ministeriale che avvia un “Progetto di innovazione relativo agli obiettivi di apprendimento per i primi due anni della scuola primaria”.

16/07/2003
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Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, nella seduta del 15 luglio 2003, ha esaminato ed ha espresso parere sul decreto ministeriale che avvia un “Progetto di innovazione relativo agli obiettivi di apprendimento per i primi due anni della scuola primaria”.

La delegazione “Valore Scuola”, nella quale fanno parte gli iscritti sulle liste CGIL Scuola, ha espresso parere contrario all’art.1 (progetto nazionale di innovazione) del provvedimento, differenziandosi dalla maggioranza del Consiglio che ha espresso parere favorevole, sia pur condizionato all’accoglimento di modificazioni molto rilevanti.

L’art. 2 del decreto ministeriale (estensione dell’alfabetizzazione della lingua inglese e dell’informatica nelle classi prima e seconda elementare) ha, invece, avuto il parere favorevole unanime del CNPI, subordinato all’accoglimento di alcune osservazioni e proposte.

Il parere sfavorevole della delegazione “Valore Scuola” all’art.1 del provvedimento è stato espresso contro il tentativo, in esso contenuto, di avviare un’attuazione mascherata delle legge 53/03 dal prossimo anno scolastico, dopo che il precorso legittimo (decreto legislativo attuativo) è stato bloccato dalle molto diffuse prese di posizione contrarie (scuole, organizzazioni sindacali, associazioni professionali).

A ciò si aggiunge la totale mancanza di condizioni concrete (non ci sono i tempi e non ci sono le risorse) e l’illegittimità di un piano nazionale del tutto privo delle caratteristiche necessarie per una sperimentazione i cui risultati possano utilmente essere verificati.

Inoltre, si cerca di introdurre con un Decreto ministeriale le Indicazioni Nazionali, già elaborate da commissioni segrete e senza alcuna consultazione delle scuole, che, invece, avrebbero dovuto essere approvate attraverso un iter che prevede anche il parere del Parlamento.

Roma, 16 luglio 2003