Il giudizio del Coordinamento internazionale estero sul contratto
Il Coordinamento internazionale Estero della CGIL scuola condivide la valutazione e il giudizio espresso dal CDN della CGIL sull’ipotesi di accordo contrattuale della scuola siglata da Cgil, Cisl, Uil e Snals e la delibera di sottoporre a referendum tra gli iscritti la decisione della sottoscrizione definitiva
Il Coordinamento internazionale Estero della CGIL scuola, riunito a Roma il 9 giugno 2003, condivide pienamente la valutazione e il giudizio espresso dal CDN della CGIL sull’ipotesi di accordo contrattuale della scuola siglata da Cgil, Cisl, Uil e Snals e la delibera di sottoporre a referendum tra gli iscritti la decisione della sottoscrizione definitiva. L’accordo contrattuale assume un rilevante valore politico sia sotto il profilo sindacale che politico in quanto assicura ad oltre un milione di lavoratori certezze contrattuali e contestualmente respinge i tentativi controriformisti e di deregulation messi in essere dalla controparte.
Per quanto attiene la specifica sezione estero, di cui al Capo X dell’ipotesi di accordo, il coordinamento rileva che l’avere ricondotto in un unico contratto collettivo nazionale dei lavoratori della scuola tutti gli accordi precedenti rafforza e difende il ruolo degli insegnanti e della scuola italiana all’estero.
Rimangono comunque alcuni punti critici ancora irrisolti sull’assetto del sistema delle scuole all’estero e sulle norme contrattuali di tutela dei lavoratori per le quali occorre definire le soluzioni più appropriate quali: il mancato sostegno all’autonomia gestionale delle scuole; l’assetto organizzativo degli uffici scolastici presso l’amministrazione consolare e d’ambasciata; la cancellazione della norma transitoria sulla permanenza all’estero prevista dall’accordo precedente.
Su quest’ultimo punto, in coerenza con quanto già sostenuto in sede di trattativa con l’Aran dalla delegazione della CGIL e da quanto emerso nelle assemblee svolte nei luoghi di lavoro all’estero, il Coordinamento ritiene che la disapplicazione delle “disposizioni transitorie” genererà ricadute negative sulla qualità del servizio e sul rapporto di lavoro di una parte consistente del personale attualmente in servizio all’estero con effetti deleteri che mettono in discussione diritti soggettivi sanciti con le precedenti contrattazioni.
Il Coordinamento nella consapevolezza di ciò ritiene che l’azione della CGIL scuola nel settore debba essere ulteriormente sviluppata nel breve e medio periodo sui seguenti punti.
· Definire un accordo integrativo nazionale con il MAE che stabilisca le modalità per la piena attuazione ed esigibilità da parte di tutti i lavoratori degli istituti contrattuali (relazioni sindacali, tempo determinato, ferie, permessi, malattia, Pof e F.O. ecc.) definiti dal CCNL.
· Aprire un confronto con il MAE sull’assetto organizzativo delle strutture consolari e d’ambasciata per l’istituzione degli Uffici scolastici che coordinino l’intervento culturale e didattico nei diversi paesi.
· Sviluppare una iniziativa politica unitaria finalizzata alla piena attuazione dell’Autonomia scolastica delle istituzioni scolastiche italiani superando i limiti di gestione finanziaria e di disponibilità delle risorse che ne riducono la potenzialità di attuazione progettuale.
· Sollecitare l’avvio di un processo di riforma delle istituzioni scolastiche italiane all’estero che vede al centro degli interventi l’iniziativa statale e pubblica minacciata dai tentativi di privatizzazione degli interventi da parte dell’attuale Governo. Solo attraverso un rafforzamento istituzionale dell’intervento statale è possibile riqualificare le nostre istituzioni scolastiche ed educative che operano all’estero.
· Individuare, nell’ambito di un percorso di approfondimento, le soluzioni negoziali condivise tese a ripristinare le disposizioni transitorie per la permanenza all’estero riequilibrando così l’orizzonte dei diritti.
Roma, 10 giugno 2003