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Il Miur viola la privacy

La FLC CGIL ricorre al Garante. La pubblicazione dei risultati delle «prove Invalsi» lede il diritto alla tutela dei dati personali degli insegnanti.

23/12/2015
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La FLC CGIL ha presentato reclamo al Garante per la Privacy perché sia accertata la responsabilità del Miur per aver violato la disciplina in materia di trattamento di dati personali dei docenti (DLgs. n. 196/2003).

Il Miur, infatti, ha diffuso sul proprio sito internet (“Scuola in chiaro”) i dati delle rilevazioni sull’apprendimento delle singole scuole e delle singole classi di ciascun istituto scolastico. In questo modo chiunque, accedendo al portale del Miur, può consultare il rapporto di autovalutazione (RAV) di una specifica scuola prendendo visione dei punteggi in dettaglio di tutte le classi che hanno svolto le “prove Invalsi”.

Questa visualizzazione permette, di fatto, di individuare il singolo insegnante, incrociando il dato sui livelli di apprendimento in una materia degli alunni di una classe con il nome del docente titolare di quell’insegnamento, e di formulare valutazioni indebite sul suo operato, ledendone così il diritto alla riservatezza e alla tutela dei dati personali.

La diffusione dei risultati delle “prove Invalsi” comporta un trattamento dei dati personali in contrasto con quanto previsto dal codice sulla privacy. Il contrasto è evidente poiché i dati vengono diffusi senza il consenso degli interessati e, inoltre, in assenza di specifiche previsioni di legge. Perfino il Regolamento sulla Valutazione (Dpr n. 80/2013, anch’esso impugnato dalla FLC CGIL dinanzi al TAR del Lazio) si limita a prevedere che la pubblicazione dei dati possa riguardare solo le «istituzioni scolastiche» e non le singole classi.

Queste le ragioni che hanno indotto la FLC CGIL a chiamare in causa il Garante affinché venga sanzionato il comportamento illecito e ingiustificato del Miur.

La FLC CGIL continuerà a battersi in ogni modo contro tutti i provvedimenti di questo Governo che ledono la libertà di insegnamento, la professionalità e la dignità dei docenti.

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