Il significato da attribuire al decreto 255.
Con il decreto 255 si stanno realizzando in questi giorni le immissioni in ruolo di migliaia di docenti precari e vincitori di concorso e, in molte situazioni, il conferimento delle supplenze annuali.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Con il decreto 255 si stanno realizzando in questi giorni le immissioni in ruolo di migliaia di docenti precari e vincitori di concorso e, in molte situazioni, il conferimento delle supplenze annuali. E' indubbio che lo sforzo complessivo che l'Amministrazione Scolastica sta mettendo in campo è immane ed è da valutare positivamente l'impegno eccezionale delle molte persone degli uffici per garantire il regolare avvio del nuovo anno scolastico.
L'anno scolastico potrà iniziare con un certo grado di stabilità e di efficienza, senza con questo nascondere che tanti problemi rimangono irrisolti o sospesi in attesa degli esiti dei ricorsi minacciati e messi in opera contro alcuni provvedimenti e meccanismi amministrativi assunti dal Ministero.
Questa fase è terminata il 31 agosto e si avvia quella di diretta competenza dei Dirigenti Scolastici che sono chiamati a stipulare i contratti a tempo determinato assumendo la responsabilità delle azioni dirette sulle graduatorie provinciali e d'istituto.
Cambia la fase, cambiano i significati. Alcuni hanno sostenuto e sostengono che la competenza diretta dei Dirigenti Scolastici nel conferimento delle supplenze annuali o fino al termine delle attività didattiche rappresenta uno dei contenuti sostanziali di un profilo dirigenziale forte e ricco; altri sostengono o aggiungono che tutto ciò rappresenta l'esaltazione dell'autonomia delle scuole.
Senza spirito di polemica, è utile ricordare che il contenuto sostanziale di un profilo dirigenziale è rappresentato da un contratto di lavoro dignitoso e non da una mera e aggiuntiva operazione di surroga di uffici (i Provveditorati) che non esisteranno più.
Oltre al complesso di funzioni e di compiti che dagli ex Provveditorati sono già stati trasferiti alle scuole e ai rispettivi dirigenti, oggi si affida alle scuole una nuova e ulteriore competenza, mentre si riducono gli organici delle segreterie.
Il non aver pensato di utilizzare gli uffici scolastici provinciali, le sue strutture per provvedere con la stessa efficacia anche alla nomina dei supplenti pare corrispondere a un'operazione di scarico di responsabilità e ciò è confermato dal fatto che i dirigenti scolastici sono lasciati da soli ad affrontare i nuovi delicatissimi compiti.
Il profilo dirigenziale non è un contenitore da riempire con procedimenti e funzioni che altri non svolgeranno più perché questa è una mera operazione di scarico e non di arricchimento. Il profilo dirigenziale va arricchito di processi di vera autonomia messi in opera grazie a una vera dirigenza.
La dirigenza scolastica è interessata alla vera autonomia e nominare i supplenti scorrendo una graduatoria o inventandosi criteri per eludere la graduatoria stessa non pare essere autentica autonomia perché qui di autonomo non c'è nulla.
La vera autonomia la si potrà vedere, se mai accadrà, con le riforme dei curricoli e degli ordinamenti scolastici, con l'applicazione del nuovo regolamento contabile e amministrativo, con una riforma degli organi collegiali di cui non si scorge nulla all'orizzonte, con un contratto che disegnerà o meno la natura della dirigenza scolastica.
Oggi sappiamo solo che, pur essendo titolari delle relazioni sindacali, i contratti siglati con le RSU devono essere sottoposti al controllo delle Direzioni Provinciali del Tesoro, con buona pace dell'autonomia.
Fuor di demagogia, nel decreto 255 non ci sono elementi di arricchimento del profilo dirigenziale né si fanno significativi passi avanti nell'autonomia che non è l'autonomia del dirigente scolastico che si sceglie i docenti, ma è un processo e un progetto culturale condiviso e costruito in modo cooperativo.
Antonio Ferrigno
Coordinatore regionale ANDIS Campania
Napoli, 31 agosto 2001