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Incontro con il Direttore generale della scuola non statale sulla parità scolastica

Il 12 luglio 2000 si è svolto un importante incontro tra i rappresentanti del Ministero, rappresentato dal Direttore Generale della Scuola media non Statale dott. G. Mario Dutto e dai responsabili della scuola materna ed elementare, e le organizzazioni sindacali della scuola di Cgil-Cisl-Uil e Snals

14/07/2000
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Il 12 luglio 2000, nei locali della Direzione della Scuola non Statale, si è svolto un importante incontro tra i rappresentanti del Ministero, rappresentato dal Direttore Generale della Scuola media non Statale dott. G. Mario Dutto e dai responsabili della scuola materna ed elementare, e le organizzazioni sindacali della scuola di Cgil-Cisl-Uil e Snals in merito alle questioni aperte dalla legge di parità (L. 60/2000) e dalla circolare applicativa ( n.163/2000) recentemente emanata. (Per la Cgil scuola erano presenti Fabrizio Dacrema della segreteria e Massimo Mari)

L’incontro era stato chiesto dalle organizzazioni sindacali citate, firmatarie dei contratti collettivi nazionali delle scuole private, già all’indomani dell’approvazione della legge sulla parità scolastica, (vedi Appunti n.103 del 6 giugno 2000, notizia 467) per chiarire con il Ministero, prima dell’emanazione della circolare specifica, alcuni aspetti della legge che ineriscono le condizioni di lavoro del personale e per definire un tavolo permanente di confronto congiunto finalizzato a garantire una corretta e coerente applicazione della legge sulla parità.

Sebbene l’incontro si sia concretizzato solo dopo l’emanazione della circolare stessa, il giudizio complessivo delle organizzazioni sindacali sull’andamento del confronto non può che essere positivo. Come pure è da considerare positivo l’accoglimento già nella circolare citata la nostra richiesta sull’obbligo dell’ente gestore all’applicazione dei contratti collettivi a tutto il personale in servizio presso la scuola.

L’Amministrazione ha accolto la nostra richiesta di istituire un tavolo di confronto permanente su tutte le questioni inerenti la legge di parità e sulle problematiche ad essa connesse, soprattutto nella fase transitoria e di prima applicazione. E’ un risultato, questo, dal punto di vista del metodo importantissimo in quanto fino ad oggi il Ministero della P.I. non aveva mai accolto le nostre insistite istanze di aprire un confronto con la Direzione sui temi della scuola non statale; ciò sta a significare un’inversione di tendenza che può modificare profondamente, se utilizzato a dovere, in positivo il settore.

Prima di entrare nel merito delle "rivendicazioni" sindacali avanzate nella citata lettera, abbiamo sottoposto all’attenzione del Direttore Generale la questione relativa al personale docente, già in forza nelle scuole che chiedono la parità, ma sprovvisto di titolo di abilitazione. Un problema questo "rispolverato" sia in occasione dell’approvazione della legge sia in concomitanza della prima circolare applicativa da alcuni Provveditori e ripresa strumentalmente da alcuni gestori. Questi ultimi, sulla base di alcune generiche indicazioni provveditoriali, hanno comunicato ai docenti interessati la risoluzione del loro rapporto di lavoro. Si è stabilito pertanto che, per evitare il diffondersi di tali atteggiamenti da parte degli enti gestori, l’Amministrazione, mediante circolari e specifici interventi, fornisca a breve chiarimenti in merito e dia, contestualmente, l’opportunità al personale docente in servizio sprovvisto di abilitazione di pervenire, nell’arco di tre anni, al titolo abilitativo, normalizzando le situazioni esistenti, riservandosi di stabilire modalità e tempi una volta avuto il parere positivo da parte dello stesso Ministro.

Per quanto riguarda specificatamente la scuola materna, l’Amministrazione ha fatto presente che il proprio orientamento è quello di riconoscere valido il precedente "status normativo" che dichiarava abilitante per l’insegnamento della scuola materna non statale il diploma di scuola magistrale. Precisando comunque che, una volta completato il regime transitorio, il requisito per insegnare nelle scuole materne paritarie sarà quello previsto per la corrispondente scuola statale, per omogeneizzare i due sistemi.

Si è convenuto, inoltre, che a tutto il personale della scuola paritaria gestita da privati vengano applicati i contratti collettivi di lavoro della scuola privata, laica e religiosa, stipulati dalle organizzazioni sindacali di Cgil-Cisl-Uil scuola e Snals con le associazioni padronali e datoriali dell’Agidae, della Fism e di Aninsei/Assoscuola, con l’esplicito obbligo per il gestore di applicare tali contratti in coerenza con quanto sancito dalla legislazione vigente, ferme restando le condizioni individuali e collettive di maggior favore in atto.

Particolare attenzione è stata posta all’utilizzo del 25% del personale docente volontario e a prestazione autonoma. Le organizzazioni sindacali hanno ricordato che nel primo caso il personale volontario può essere utilizzato solo ed esclusivamente per le sole attività saltuarie e volontarie contemplate dalla Legge 266/91, ferme restando le disposizioni legislative in merito all’utilizzo di personale religioso della stessa congregazione a cui appartiene la scuola. In merito al ricorso alla prestazione di lavoro autonomo, nelle sue varie forme e articolazioni, è stato sottolineato che, per evitare contraddizioni giuridiche, il rapporto di lavoro di un docente di una scuola "riconosciuta" o "paritaria", per sua natura non può che essere subordinato così come avviene nella scuola statale. Per cui il ricorso a rapporti di lavoro autonomo e parasubordinato, entro il limite suddetto, può avvenire solo nelle ipotesi previste dalla legge e dalla giurisprudenza, ossia allorquando la prestazione si svolge effettivamente in piena autonomia da parte del prestatore d’opera. Un utilizzo improprio di tale strumento disarticolerebbe l’omogeneo funzionamento della scuola rendendola poco governabile, in quanto priva quella efficienza e qualità che la stessa legge vuole garantire all’utenza.

Sia sulla questione del volontariato che della prestazione autonoma, l’orientamento del Direttore Generale è stato quello, in linea generale, di condivisione dei principi esposti dalle organizzazioni sindacali riservandosi, però, di approfondire ulteriormente la questione.

Ovviamente sarà compito della contrattazione collettiva e della stessa legislazione di riferimento disciplinare la materia per la parte di competenza.

Sono state, ancora, poste all’attenzione dell’Amministrazione le questioni relative allo "spezzettamento" delle cattedre, fenomeno assai diffuso nelle scuole legalmente riconosciute, che deve trovare un sua soluzione definitiva nella scuola paritaria una volta conclusa la fase transitoria, proprio per omogeneizzare la scuola paritaria stessa alla scuola statale anche sotto questo profilo. Come pure è stata posta all’attenzione la possibilità di una applicazione della legge di parità alle istituzioni scolastiche italiane non statali operanti all’estero.

Infine è stata avanzata la richiesta di inserire esplicitamente tra gli obblighi del gestore che chiede la parità l’applicazione delle norme sulla sicurezza sancite dal D.Lgs. 626/94 e dalle successive modifiche e integrazioni.

Infine si è concordato che, dopo gli accertamenti fatti dall’Amministrazione in questa prima fase, le parti si rincontreranno per una verifica della situazione in essere e per la definizione di ulteriori atti amministrativi tesi a garantire il buon funzionamento delle istituzioni scolastiche paritarie non statali.

Roma, 14 luglio 2000

Nonno, cos'è il sindacato?

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