Incontro con il Ministro sulla proposta di riforma della scuola
In apertura il Ministro ha chiarito che il testo è aperto e ha dichiarato piena disponibilità al confronto di merito anche dopo la presentazione in Parlamento del disegno di legge, che avverrà in tempi brevi.
In apertura il Ministro ha chiarito che il testo è aperto e ha dichiarato piena disponibilità al confronto di merito anche dopo la presentazione in Parlamento del disegno di legge, che avverrà in tempi brevi.
Il testo, ha sostenuto l’on.Aprea, parte dalla legge 30/2000 e la rivede, tenendo innanzi tutto conto del nuovo contesto istituzionale derivante dalla recente riforma costituzionale e delle conseguenti nuove competenze delle Regioni.
Di conseguenza il testo indica norme generali in materia di istruzione e si limita alle linee di indirizzi inerenti i livelli essenziali di prestazione per la formazione professionale.
Rispetto alla proposta Bertagna il percorso di istruzione rimane di 13 anni, la secondaria liceale torna alla durata quinquennale e si introduce la possibilità di iscrizione alla scuola dell’infanzia a due anni e mezzo e alla scuola elementare a cinque anni e mezzo (nel testo non sono ancora precisati i termini).
Con questo accomodamento si cerca di mantenere almeno per una parte degli studenti la possibilità di concludere il percorso a 18 anni, scontando conseguenze destrutturanti sulla scuola dell’infanzia ed elementare.
L’obbligo scolastico è assorbito nell’obbligo formativo ed è confermato il sistema duale con la scelta a 14 anni tra sistema dei licei (statale) e sistema dell’istruzione e sistema dell’istruzione e della formazione professionale (regionale).
La durata dei percorsi del sistema dell’istruzione e formazione professionale, a differenza dei licei, sono di durata triennale o quadriennale e per l’accesso all’università occorre sostenere l’esame di stato previa frequenza di un apposito corso annuale di riallineamento.
La CGIL Scuola ha confermato il proprio giudizio negativo sull’impianto complessivo della proposta, ulteriormente peggiorato dall’introduzione della possibilità di anticipo dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia e alla scuola elementare.
Il ministro in chiusura ha confermato la disponibilità al confronto e non ha risposto alla nostra richiesta di chiarimento sulla riduzione del tempo scuola obbligatorio (25 ore settimanali), dichiarando la questione sarà affrontata con apposito decreto.