Incontro con il MIUR sugli ATA utilizzati nei CSA
secondo incontro tra i sindacati della scuola, quelli dei dipendenti dell’Amministrazione centrale e periferica e il MIUR sui problemi inerenti l’utilizzazione del personale ATA delle scuole nei CSA
Il confronto, iniziato il 9 Settembre, era stato aggiornato per consentire un maggiore approfondimento delle proposte fatte dai rappresentanti dell’Amministrazione.
Nel secondo "round" le questioni poste dell’Amministrazione sono state chiarite meglio e possono essere così riassunte:
· con l’inizio di questo anno scolastico il MIUR intende assumere l’indirizzo politico del "superamento" della possibilità di utilizzo del personale ATA delle scuole presso le sedi dell’amministrazione periferica;
· questo indirizzo è necessario per fare cessare in periferia una pratica diffusa che vede l’utilizzo massiccio di personale ATA sotto "varie forme" in particolare nelle sedi dell’amministrazione del Sud Italia;
· questa scelta comporta la salvaguardare della funzionalità dei CSA, in particolare quelli del Nord, che sono sotto organico per il blocco delle assunzioni imposto dalla finanziaria e le cui attività funzionali sono garantite soltanto con la presenza del personale ATA delle scuole;
· questa situazione va affrontata verificando la quantità di personale necessario alla funzionalità delle sedi periferiche dell’amministrazione individuando quanto personale è necessario prelevare dalle scuole.
Le proposte che s’intendono attuare sono:
· dare indicazione immediata alla periferia, mediante una direttiva, del rientro a scuola di tutto il personale ATA utilizzato entro il 1/1/2003;
· nella fase transitoria, fino alla data del 1/1/2003, avviare un processo di verifica tramite conferenze territoriali di servizio delle necessità di funzionamento dei CSA e delle scuole (carichi di lavoro) per individuare esattamente la tipologia professionale e le quantità di personale delle scuole da utilizzare in deroga al principio del rientro generalizzato;
· avviare un processo di mobilità intercompartimentale che garantisca il passaggio del personale già utilizzato dalle scuole ai CSA, effettivamente necessario e di fatto aggiri il blocco delle assunzioni.
Va sottolineato che, sia nel primo, che, nel secondo confronto, l’Amministrazione non ha mai dato assicurazione esplicita sulla possibilità di sostituzione con supplenze del personale utilizzato dalle scuole nella fase di transizione. Ne è stato chiarito su quali basi sarebbero individuate le deroghe da stabilizzare successivamente tramite la mobilità intercompartimentale.
Inoltre, non è stato chiarito l’orientamento, espresso nel primo confronto, di volere utilizzare prioritariamente personale ausiliario e soltanto nei casi eccezionali quello amministrativo.
Dalle rilevazioni del Ministero il totale delle unità di personale utilizzato sarebbero 637. Il dato riguarderebbe tutte le regioni escluso il Lazio. Nel totale delle utilizzazioni circa 195 riguarderebbero casi a "nero" non regolamentati. I dati saranno ulteriormente aggiornati e resi disponibili.
Come CGIL scuola nel confronto abbiamo ribadito i motivi del nostro dissenso su tutta l’operazione annunciata che si prefigura poco credibile e molto discrezionale:
· il processo di attuazione dell’autonomia deve essere sostenuto e rafforzato mediante una politica d’incremento delle risorse e degli organici che valorizzi il ruolo svolto dalle scuole che devono essere sostenute da una amministrazione periferica funzionale e servente;
· le scuole sono state sovraccaricate da una mole di adempimenti relativi alla gestione del personale per supplire le carenze funzionali dell’amministrazione periferica incapace di garantire il corretto avvio dell’anno scolastico;
· il decentramento amministrativo derivato dalla riorganizzazione del MIUR ha già trasferito nuove competenze di gestione alle scuole alle quali sono stati contemporaneamente tagliati gli organici del personale ATA;
· è stata la stessa Amministrazione, per assicurare la funzionalità corrente degli uffici periferici, a ricorrere alla pratica degli utilizzi di personale ATA, anche senza sostituzione, nascondendo dietro le esigenze di funzionamento molti "distacchi di cortesia";
· la responsabilità generale del blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione è del Governo e non è possibile ipotizzare, come fa il MIUR, che gli organici degli ATA delle scuole, già ridotti, possano essere utilizzati quale ciambella di salvataggio per aggirare il blocco delle assunzioni nell’Amministrazione;
· qualsiasi ipotesi di utilizzo di personale ATA comporta almeno la richiesta e il consenso della scuola autonoma e della RSU che ha sottoscritto il contratto sull’o.d.l., oltre che la sostituzione del personale utilizzato per tutto l’anno scolastico;
· tutta la materia non può che essere riportata nell’ambito delle regole stabilite dalla contrattazione collettiva compresa l’eventualità che si possa ricorrere alla mobilità intercompartimentale che va armonizzata con gl’istituti contrattuali specifici del personale dipendente dall’amministrazione centrale e periferica.
L’Amministrazione, riservandosi comunque di predisporre una direttiva in merito, ha preso atto delle posizioni espresse da tutti i rappresentanti dei sindacati presenti che hanno espresso, in varia misura, perplessità e riserve sulle proposte presentate. ll confronto è stato aggiornato ad una fase successiva.
Roma, 15 settembre 2002