Incontro Miur e OO.SS. su percorsi triennali, alternanza scuola lavoro ed EDA
Illustrata alle Organizzazioni Sindacali ipotesi di attuazione dell'Accordo quadro Stato - Regioni
Nell’incontro del 3 settembre scorso l’Amministrazione ha illustrato alle Organizzazioni Sindacali ipotesi di attuazione dell' Accordo quadro Stato - Regioni del giugno 2003, su certificazione, riconoscimento dei crediti, passaggi tra i sistemi formativi e iniziative per l’alternanza scuola-lavoro e per l’educazione degli adulti.
Gli atti in questione sono anche stati trasmessi alla Conferenza Unificata, ma non sono ancora stati messi all’ordine del giorno.
Per quanto attiene la certificazione, crediti, passaggi si prevede:
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la revisione dell’attuale attestato del Ministero del Lavoro per la certificazione dei percorsi di formazione professionale, al momento diverso fra le diverse Regioni, attraverso l’adozione di un modello unico fondato sugli standard minimi definiti con l’accordo del 15 gennaio 2004;
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la definizione di modelli di certificazione per i passaggi dalla formazione professionale e dall’apprendistato all’istruzione.
Per quanto attiene l’ alternanza si prevede di destinare 10 milioni di euro, di cui il 95% agli Uffici scolastici regionali, per proseguire i progetti avviati lo scorso anno, diffondere le pratiche migliori, e diffondere la metodologia dell’impresa simulata. A queste risorse si aggiungono 3 milioni di euro CIPE e 12 milioni di euro su risorse PON.
Per quanto attiene l’educazione degli adulti è previsto l’aumento di finanziamenti del 45%, pari a 14 milioni di euro, di cui 1 per le iniziative nazionali, 10 ai Centri Territoriali e 3 milioni agli Istituti secondari sedi di corsi serali, cui è stata riservata una particolare attenzione per favorire l’acquisizione del diploma.
La CGIL, rappresentata dal Dipartimento Formazione e Ricerca e dalla FLC, ha rilevato come l’introduzione di aspetti innovativi positivi come la certificazione dei crediti formativi e l’opportunità dei passaggi avvenga in un quadro riformatore pesantemente negativo che ne compromette le potenzialità.
La cancellazione dell’obbligo scolastico e la sua sostanziale riduzione al termine del primo ciclo dell’istruzione, il quadro fortemente differenziato della sperimentazione dei percorsi triennali, di cui all’Accordo del 19 giugno 2003, la scomparsa dell’obbligo alla formazione esterna, con conseguente forte indebolimento della valenza formativa dell’apprendistato operato dalla legge 30/03 e dal dlgs 276, ostacolano l’effettiva possibilità di riconoscere crediti e di effettuare passaggi, accentando ulteriormente gli aspetti di frammentazione territoriale.
La CGIL ha, inoltre, rinnovato la proposta di non limitare il confronto su queste tematiche alla raccolta dei pareri delle diverse parti, ma di promuovere un tavolo in cui siano contemporaneamente presenti i Ministeri interessati (Istruzione e Lavoro), le Regioni e gli Enti Locali, le Parti Sociali.
Nel merito specifico delle singole questioni la CGIL ha espresso le seguenti posizioni:
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trattandosi di sperimentazione, di cui non si danno a livello nazionale indicazioni di alcun genere, i progetti per l’alternanza devono essere elaborati e deliberati dalle scuole, all’interno del Pof, ed in quanto tale non ci può essere alcuna individuazione/imposizione dall’esterno sulle scuole per la loro realizzazione;
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le finalità dei percorsi non può che essere formativa: solo così l’alternanza è una modalità didattica di cui possono avvalersi tutte le istituzioni scolastiche, licei classici compresi, per ampliare e migliorare la formazione di base dei giovani;
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l’attività di monitoraggio deve essere finalizzata a verificare la correttezza delle procedure e non limitarsi ad una presa d’atto di ciò che accade. In particolare lo scorso anno ci sono stati accordi a livello regionale che addirittura prevedevano l’attribuzione delle risorse delle istituzioni scolastiche a favore delle imprese: non è tollerabile che ciò possa accadere senza che il Miur intervenga a impedire un uso distorto di risorse proprie;
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continua a non dirsi nulla sulle caratteristiche delle imprese, che quindi sono considerate formative in sé. Noi continuiamo a sostenere la necessità che solo le imprese che rispettano le leggi (in materia fiscale, ambientale, civile…) possano ospitare adolescenti in formazione;
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sulla certificazione ed il riconoscimento dei crediti, in assenza di veri criteri unitari a livello nazionale, siamo al riconoscimento “ope legis” della loro validità nazionale, a prescindere dai soggetti, contenuti, struttura e organizzazione dei percorsi da cui scaturiscono. Si prende atto dell’arcobaleno delle diverse realtà regionali e nella forma si finge che siano analoghi;
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positivo l’aumento di risorse a favore dei percorsi di educazione degli adulti e la loro estensione alla secondaria superiore. Ma la costruzione delle reti a supporto e le problematiche specifiche richiedono un apposito tavolo di confronto ed un comitato nazionale, che le OO.SS. hanno richiesto dal mese di febbraio, ribadito nel corso del convegno del marzo scorso, di cui si continua a non vedere nulla. Rimane la necessità di una legge che regolamenti tutta la materia.
Nel concludere l’incontro, l’Amministrazione si è impegnata a riferire al livello politico le osservazioni delle OO.SS., riservandosi comunque di procedere per completare l’iter formale dei provvedimenti.
Roma, 6 settembre 2004