Incontro su bozza di Accordo quadro Stato Regioni sull'istruzione e formazione
Si è svolto a tarda mattina il preannunciato incontro tra il Coordinamento degli assessori regionali all’istruzione e le OO.SS. confederali e di categoria sulla Bozza di Accordo quadro Stato Regioni, sull’istruzione formazione
Si è svolto a tarda mattina il preannunciato incontro tra il Coordinamento degli assessori regionali all’istruzione e le OO.SS. confederali e di categoria sulla Bozza di Accordo quadro Stato Regioni, sull’istruzione formazione. E’ questo il quarto incontro nel giro di pochi giorni sullo stesso argomento, ma anche, purtroppo, sullo stesso testo, che dovrebbe portare ad attivare dal prossimo a.s.2003-04 percorsi di integrazione istruzione-formazione professionale, finalizzati a recuperare ed evitare il possibile aumento di abbandono scolastico, a seguito dell’abrogazione della legge9/99, da parte dei quattordicenni non più assoggettati all’obbligo scolastico.
L’incontro è stato aperto dall’ass.re reg.le A. Buffardi, responsabile del coordinamento, che ha ripercorso le tappe e le finalità dell’Accordo quadro, di cui abbiamo riferito
nei giorni scorsi.
L’ass. Buffardi ha in particolare sottolineato il carattere transitorio dell’Accordo, finalizzato ad affrontare l’emergenza prodotta dall’abrogazione della legge che aveva aumentato di un anno la durata dell’obbligo scolastico. Ci sono questioni ancora aperte con il Miur, che riguardano in particolare la certificazione dei percorsi per il riconoscimento nazionale dei titoli rilasciati a livello regionale. A nome delle Regioni l’assessore Buffardi ha manifestato e assicurato la disponibilità ad attivare per il prosieguo tavoli di confronto, sia a livello nazionale ma anche e soprattutto a livello regionale ( peraltro già attivi a livello territoriale), sui temi collegati al raccordo tra istruzione e formazione, anche in vista delle proposte ministeriali sui decreti attuativi della legge 53/03.
Come Cgil scuola, rappresentata al tavolo dal segretario generale E. Panini, insieme alla Cgil, nell’apprezzare l’avvio del confronto a questo livello, abbiamo ribadito le nostre valutazioni sull’abrogazione della legge 9/99, la necessità di far fronte all’emergenza che ne consegue e abbiamo espresso, quindi, piena condivisione sul carattere transitorio di un accordo interistituzionale che non può prefigurare soluzioni e contenuti di un decreto che non c’è. A tal fine abbiamo chiesto che il testo scritto sia chiaro su questo punto, così come abbiamo chiesto che le regole a livello nazionale siano definite prima dell’avvio dei percorsi sperimentali, in modo che i ragazzi coinvolti conoscano sin dall’inizio le prospettive loro garantite da questo tipo di percorsi. Ciò inoltre è rilevante anche per la validità nazionale dei titoli rilasciati, così come per i rientri nei diversi percorsi. Infine abbiamo chiesto che nei bandi e in tutte le forme che a livello regionale avvieranno tali esperienze integrate, sia esplicitato il riferimento all’applicazione del CCNL della formazione professionale, ai lavoratori del settore impegnati in tali attività, in analogia a quanto previsto dalla normativa in materia di accreditamento degli Enti per l’obbligo formativo. Ciò non solo e non tanto per tutelare i diritti dei lavoratori, ma soprattutto per garantire la qualità di tali percorsi, che devono contare su professionalità specifiche, definite solo in quel contratto.
L’incontro si è concluso con l’impegno a rivedere il testo della Bozza di Accordo, recependo le richieste sindacali che, con toni e argomentazioni diverse, sono state sostenute anche dalle altre OO.SS. presenti.
Nel pomeriggio si è poi svolto l’incontro tra le stesse OO.SS. e il Miur, finalizzato a definire in modo puntuale le richieste sindacali sempre sul testo della Bozza.
Il dott. Capo in tal senso ha introdotto i lavori e sia la Cgil che la Cgil scuola hanno ribadito quanto nel corso dei ultimi, frequenti incontri hanno rappresentato sull’argomento. In particolare Panini, nel rinviare sulle questioni di carattere generale a quanto abbondantemente espresso dalla nostra organizzazione nel corso dei precedenti incontri, ha auspicato che le modifiche, al momento ancora non apportate, al testo della Bozza siano proporzionali alle ore finora dedicate ai confronti sulla Bozza stessa. Ha posto la necessità di definire con precisione con quali risorse si intende far fronte a questa sperimentazione, visto che con l’abrogazione della legge 9/99, sono venute meno oltre la gratuità dell’iscrizione e della frequenza, anche le risorse lì previste, e visto che, per quanto attiene al finanziamento dell’obbligo formativo, non se ne citano le fonti.
La sensazione che si desume al momento, anche dopo l’incontro con gli assessori regionali della mattina, è che da questo accordo scaturiscano 21 modelli regionali molto diversi ( a titolo esemplificativo, si rischia che in Lombardia i ragazzi possano frequentare interamente un corso di Formazione professionale, in Emilia Romagna il biennio integrato, in Calabria un corso di istruzione professionale). In questo modo, a suo giudizio, è irta di ostacoli la strada per la validità nazionale di percorsi che oltre alla triennalità, a leggere il testo della Bozza, hanno poco altro in comune. E’ questa questione per noi dirimente, che non può mancare in questo tipo di percorsi. Di conseguenza non si possono definire “successivamente” i crediti riconosciuti in esito a tali percorsi, ma vanno definiti prima o contestualmente all’avvio degli stessi. Va da sé che comunque il carattere dell’accordo deve essere chiaramente emergenziale, così come non è sufficiente il richiamo al Dpr 275 del 1999 in materia di autonomia scolastica, ma al contrario la scuola autonoma deve diventare uno dei soggetti coinvolti e quindi va esplicitamente citata nel testo, riconoscendole la pienezza di ruolo che la Costituzione le ha attribuito. Da questo punto di vista ha rilevato che nel testo ci sono parole tabù che o non vengono citate o solo accennate e che invece per noi rivestono grande rilevanza: l’orientamento, che deve essere potenziato; l’integrazione, che non può essere citata solo a proposito di risorse; gli organici, che vanno mantenuti rispetto a quelli definiti, a seguito delle iscrizioni del gennaio 2003. Anche in questa sede ha, infine, ribadito la necessità del riferimento alle norme sull’accreditamento e quindi del vincolo dell’applicazione del CCNL della formazione professionale ai lavoratori impegnati in queste attività. Va infatti garantita la qualità dei percorsi, anche attraverso la qualità degli istituti che li organizzano, evitando soluzioni che rincorrano o privilegino la logica dei minori costi.
Dopo gli interventi delle altre OO.SS., nella sostanza tutti finalizzati a garantire il carattere sperimentale e quindi provvisorio dell’accordo, il valore nazionale dei percorsi e quindi la definizione di standard più precisi di quanto scritto nella Bozza, la dott.ssa Nardiello ha chiarito che allegato al testo dell’accordo ci sarà un Documento Tecnico che dovrebbe esplicitare gli standard nazionali di base nonché la correlata certificazione, che dovrebbe essere messo a punto nei prossimi giorni da parte di un gruppo tecnico misto Stato Regioni, e che dovrebbe recepire le indicazioni emerse nel corso di questi incontri. Il dott. Capo, nel concludere l’incontro, si è impegnato a rielaborare il testo, per recepire le osservazioni di grande valore espresse dalle OO.SS. e che saranno in parte contenute anche nell’allegato documento tecnico, in via di definizione con le regioni. Successivamente agli incontri interistituzionali dei prossimi giorni, l’appuntamento con le OO.SS., quindi, è per il18 giugno, data in cui ci dovrebbero essere presentati i testi sia dell’Accordo, modificato, che del Documento Tecnico. Continueremo, quindi, a tenervi informati degli sviluppi di una vicenda che al momento ci pare molto complicata per essere compiutamente risolta nel senso da noi proposto.
Roma, 11 giugno 2003