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Bonus docenti: i sindacati in blocco abbandonano il tavolo di confronto con il MIUR

L’Amministrazione rifiuta ogni apertura sulla natura contrattuale del bonus e sulla sua gestione partecipata a livello di istituzione scolastica. Chiarimento politico o conflitto.

16/03/2016
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All’incontro del 16 marzo 2016 al MIUR sulla gestione del bonus, come seguito del confronto iniziato il 24 febbraio 2016, l’Amministrazione si è presentata con una posizione inaccettabile.

I Sindacati FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams hanno abbandonato il tavolo per un inevitabile definitivo chiarimento politico.

Presenti la Dott.ssa De Pasquale, Capo Dipartimento dell’Istruzione, il Dott Greco e la Dott.ssa Palumbo, Direttori generali, rispettivamente, delle risorse e degli ordinamenti del MIUR, si è affrontato il seguente ordine del giorno: criteri di ripartizione del bonus;  costituzione e funzionamento del Comitato di valutazione.

La posizione dell’Amministrazione

Sul primo punto l’Amministrazione ha illustrato i criteri di assegnazione dello stanziamento dei 200 milioni alle Scuole centrato essenzialmente su numero dei docenti di ruolo (all’80%) e su altri parametri, quali il numero degli alunni con disabilità, degli alunni di cittadinanza non italiana, del numero delle classi, delle comunità montane e delle piccole isole (per il restante 20%). In breve 276 euro per docente al lordo delle ritenute a carico dello stato.

Sul secondo punto i rappresentanti del MIUR hanno argomentato che il Comitato di Valutazione, per l'individuazione dei docenti meritevoli, può funzionare anche senza la presenza dei rappresentati di una componente (i docenti possono essere valutati anche senza la presenza dei rappresentati dei docenti stessi), che lo stesso Comitato è un organo non perfetto e infine che la contrattazione di istituto sul bonus non è consentita dalla legge 107/2015 comma 196 e dall’articolo 40 del D.Lvo 165/2001.

La nostra posizione

Sulla ripartizione del bonus fra le scuole la FLC CGIL ha sostenuto che i criteri presentati non rispondono alle necessità delle istituzioni scolastiche. In primo luogo perché non viene presa in considerazione la complessità delle scuole (soprattutto la numerosità dei plessi delle scuole del primo ciclo peraltro non beneficiarie delle risorse a cui accedono più facilmente gli istituti superiori). In secondo luogo perché il calcolo non deve necessariamente essere centrato sul numero dei docenti a tempo indeterminato (anche se la legge li vede come esclusivi beneficiari) ma semmai, se si vuole essere più aderenti ai bisogni scolastici, sull’organico della scuola. In terzo luogo perché la somma di per sé è insufficiente in quanto non va a beneficio anche di tutta quella parte di docenza che contribuisce al buon andamento delle istituzioni e che è costituita dal personale a tempo determinato.

Su tutto poi rimane l’errore politico, per noi inaccettabile, di determinare per decreto e non per Accordo sindacale i criteri in discussione. Un Accordo, superando ogni unilateralismo, avrebbe consentito una maggiore equità distributiva indipendentemente dallo strumento formale di ricezione dello stesso, quale poteva essere infine il Decreto Ministeriale.

Per quanto riguarda le tesi del MIUR sulla non contrattualizzazione del Bonus e sul funzionamento del Comitato di valutazione, essendo esse risultate inaccettabili nella forma e nella sostanza, non sono state prese neppure in considerazione da parte delle delegazioni sindacali presenti che, preannunciando la necessità di un chiarimento politico definitivo, hanno abbandonato il tavolo.

FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal hanno diramato un documento in cui si ribadiscono punto per punto le ragioni politiche, culturali e sindacali secondo cui il bonus va contrattato e il Collegio dei Docenti deve rimanere al centro della programmazione didattica  e organizzativa delle scuole.

Unitariamente i Sindacati propongono un percorso di legalità e di partecipazione. La strada che irresponsabilmente sta scegliendo la controparte governativa, assumendosene tutte le responsabilità, non può che portare dritto dritto al conflitto nel Paese e nelle scuole.