Invalsi. Gli scenari di lavoro per il prossimo anno
Informativa al MPI sulla direttiva annuale per l’attività dell’istituto per la valutazione. Illustrate anche le linee guida degli schemi di decreto sulla valorizzazione dei percorsi scolastici, le eccellenze e l’orientamento ai sensi della Legge 1/2007
SULLA DIRETTIVA INVALSI
In un incontro che si è tenuto lo scorso 13 giugno al Ministero, il Direttore per gli Ordinamenti Scolastici ha illustrato alle organizzazioni sindacali i contenuti di una direttiva ministeriale di imminente pubblicazione. Si tratta della direttiva annuale destinata ad indirizzare l’attività dell’Invalsi nel prossimo anno scolastico, come previsto nel decreto 286 che nel 2004 ha riorganizzato l’istituto nazionale per la valutazione del sistema, mentre la direttiva triennale verrà definita in un secondo momento.
È noto che negli anni appena trascorsi le attività dell’Invalsi sono state accompagnate da una lunga sequela di critiche e di polemiche, sia da parte del mondo accademico che da parte delle scuole. Con il cambio di governo erano stati introdotti dei correttivi su alcuni degli aspetti più contestati e la legge finanziaria per il 2007 ha modificato il decreto 286 già citato “al fine di potenziare la qualificazione scientifica nonché l’autonomia amministrativa dell’istituto” ed ha stabilito lo scioglimento degli organismi. Attualmente l’Istituto è commissariato; il personale che vi lavora è nella quasi totalità personale precario, da molti mesi in agitazione per la stabilizzazione dei contratti.
È perciò cruciale conoscere quali siano gli orientamenti del Ministero.
Dal quadro che è stato presentato si ricava l’immagine di una prudente trasformazione.
Per il prossimo saranno tre le aree di intervento dell’Invalsi:
-
La valutazione di sistema. Ci si ripromette però di non renderla gravosa come nel passato con la richiesta di dati già in possesso dell’amministrazione; l’intento è anzi quello di fornire alle istituzioni scolastiche informazioni di contesto che possono risultare utili ai fini della programmazione delle loro attività.
-
La valutazione degli apprendimenti. Avverrà su base campionaria, con rilevatori esterni (preferibilmente docenti di altre scuole con specifica formazione) e riguarderà le classi iniziali e terminali (seconde e quinte della scuola primaria, prime e terze della secondaria di primo grado, seconde e quinte della secondaria di secondo grado) in modo che le scuole possano ricavarne dati circa i cambiamenti degli apprendimenti.
-
La partecipazione alle rilevazioni internazionali.
L’Istituto avrà inoltre compiti di proposta per la valutazione dei Dirigenti Scolastici e per l’elaborazione della terza prova per gli esami di stato; procederà alla valutazione degli apprendimenti degli studenti sulla base delle prove scritte degli esami di stato; collaborerà con le diverse strutture dell’Amministrazione scolastica; promuoverà attività di ricerca ed infine dovrà lavorare per la ridefinizione dell’assetto organizzativo dell’istituto stesso.
Nel corso della lunga discussione che è seguita, FLC Cgil ha evidenziato punto per punto tutte le problematicità che possono presentarsi anche nel nuovo scenario, in particolare, essendo mutate le classi interessate per la rilevazione di cui al secondo punto, riguardo il conciliare “le appropriate metodologie scientifiche” che l’Invalsi dovrà adottare per la predisposizione delle nuove prove con i tempi ristretti che si prospettano; ha inoltre sottolineato la necessità che l’istituto dia ampio spazio alla ricerca. È stata affrontata anche la questione dell’obbligatorietà delle prove.
L’Amministrazione ha ribadito più volte che la prospettiva nella quale l’Invalsi si muoverà è quella di una collaborazione con le scuole, nell’intento di promuovere una diffusa cultura della valutazione, così da superare ogni contrapposizione.
Poiché non è stata presentata alcuna bozza della prossima direttiva, si tratta ora di verificare come le buone intenzioni verranno tradotte in disposizioni.
SULL’ATTUAZIONE ART 2 LEGGE 1 DEL 2007
Nel secondo punto all’ordine del giorno sono state illustrate le linee guida per la predisposizione degli schemi di decreto legislativo in attuazione dell’articolo 2 della legge 1/07 che ha disciplinato gli esami di stato conclusivi della scuola superiore.
Dei previsti decreti legislativi per i quali è stata data delega al Governo sono stati presentati solo quelli di pertinenza della Direzione per gli Ordinamenti. Riguardano:
-
la valorizzazione dei percorsi di studio per l’accesso alle università. Laddove l’accesso è programmato si tratta di garantire il riconoscimento della qualità del percorso di studi già effettuato attraverso l’attribuzione di una quota del punteggio (tra il 20 e il 40%) derivante dalla media conseguita nell’ultimo triennio, dalla valutazione finale dell’esame di stato e dalla lode; l’università può inoltre considerare particolari meriti in discipline coerenti con il corso di laurea scelto. Laddove l’accesso all’università non è programmato, si prevede che la qualità del percorso scolastico possa dare adito a credito;
-
la valorizzazione del raccordo tra scuola, Afam e università per un migliore orientamento degli studenti. Riguarda attività che già si fanno nelle scuole e nelle università in forme molteplici che è difficile normare. Si intende valorizzare la continuità, potenziare i livelli di informazione, incidere sulla consapevolezza delle prestazioni attese;
-
l’incentivazione dell’eccellenza degli studenti. Per questo decreto sono previsti finanziamenti per 5 milioni di euro. Ci si propone di lavorare nel solco di forme di competizione già esistenti, che potrebbero essere certificate, attribuendo un riconoscimento economico o attraverso servizi.
Pur essendone seguita una discussione ricca e articolata, le Organizzazioni Sindacali hanno lamentato l’assenza di un testo scritto su cui poter esprimere giudizi più compiuti, trattandosi peraltro di materia totalmente nuova.
Ribadendo in carattere dell’incontro limitato alla mera informativa, l’Amministrazione ha ricordato che i primi due decreti devono essere presentati su proposta congiunta con il Ministero per l’Università e la Ricerca, che ha attualmente in esame le bozze con le proposte del MPI sinteticamente riportate sopra, mentre si è detto disponibile ad un successivo incontro sul decreto riguardante l’eccellenza per approfondire in merito alle criticità sollevate.
Roma, 15 giugno 2007